Giuliana Soscia & Pino Jodice Quartet presentano Stabat Mater in Jazz

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  • Mercoledì 27 Marzo ore 19.30

Conservatorio di Musica Domenico Cimarosa di Avellino – Via Circumvallazione, 156 Avellino

  • Giovedì 28 Marzo ore 21

Domus Ars – Centro di Cultura Via Santa Chiara 10/C Napoli

Stabat Mater Conservatorio Domenico Cimarosa 2013Lo Stabat Mater è una melodia gregoriana strutturata in sequenza. Fu posto in musica da oltre 400 compositori, tra cui si ricordano principalmente: Scarlatti, Pergolesi, Dvorak, Salieri, Vivaldi ecc… Partendo da un’idea condivisa con il grande Maestro Roberto De Simone abbiamo pensato di tradurre il meraviglioso Stabat Mater di Pergolesi “contaminato” dal linguaggio jazz. Secondo quanto riporta la tradizione, la commissione di un nuovo Stabat Mater – che doveva sostituire il precedente di Alessandro Scarlatti (considerato antiquato) – arrivò a Giovanni Battista Pergolesi (1710 – 1736) quando il giovane musicista era già in precarie condizioni di salute.
Il musicista, che sarebbe morto di lì a breve, terminò la composizione del brano mentre si trovava a vivere i suoi ultimi giorni nel convento dei cappuccini di Pozzuoli, dove si era ritirato per lenire il dolore del male incurabile che lo affliggeva. Studi recenti hanno però suffragato altre ipotesi che inquadrerebbero sotto aspetti differenti la genesi di questa celeberrima opera musicale: intanto appare possibile che la stesura dello Stabat fosse iniziata tempo addietro, non soltanto a Napoli, dove il musicista abitava ormai da tempo, ma anche in concomitanza di altri lavori importanti che segnano non solo la sua vita ma anche la storia della musica. Stabat Mater Domus Ars 2013Ad esempio, è ipotizzato che lo Stabat Mater venne iniziato nel 1734 al tempo della composizione dell’Adriano in Siria (e soprattutto degli intermezzi Livietta e Tracollo) e soltanto terminato a Pozzuoli nel 1736 durante gli ultimi mesi della sua vita, ed insieme all’altro capolavoro sacro del compositore, ovvero il Salve Regina. Che lo Stabat Mater fosse almeno terminato a Pozzuoli appare quasi una verità assodata, rimane da capire fino a che punto l’opera fosse già iniziata. Anche perché fu Pergolesi stesso a confidare al suo vecchio maestro Francesco Feo, andato a trovarlo per sincerarsi del suo stato di salute, che non aveva tempo per riposarsi o pensare a rimettersi, poiché l’opera andava finita, e anche in fretta. La quaresima si avvicinava, e le scadenze si facevano incombenti. Ma c’era di più: lo Stabat Mater viene da sempre considerato il testamento spirituale di Pergolesi, ed un testamento non si lascia incompleto. In una vicenda così intricata, rimangono due certezze: intanto la bellezza pura, malinconica ma non drammatica, che risplende tutta la sequenza, quasi come se Pergolesi vi si fosse rispecchiato ed avesse ritrovato gli accenti più veri del suo dolore in quel canto, forse – a detta di alcuni critici – un po’ piatto, ma sincero e profondamente sentito.
In seconda analisi, il grande successo che riportò subito lo Stabat, al punto che il grande Bach decise di farsene una copia propria, un successo che commosse il mondo, come se da quella piccola celletta la musica del compositore jesino riuscisse a parlare a tutti. A tutti, per la sua semplicità (non banalità) unita a una verità ed a una varietà di stili, ad una partecipazione, che faceva intuire dove poteva arrivare Pergolesi se non fosse stato strappato al mondo ancora in giovane età.
È una musica non pretenziosa e già dall’introduzione si delinea un clima commovente e malinconico, la musica prende vita, forma, diventa arte altissima e sembra quasi di scorgere il volto in lacrime della Madonna davanti al Cristo. L’estrazione classica dei musicisti e la specializzazione jazzistica renderanno nuova la chiave di lettura di questo meraviglioso capolavoro di Pergolesi. Un modo per non rinnegare il passato, per rispettarlo e reinterpretarlo anche attraverso l’improvvisazione e nuovi arrangiamenti senza distruggerne la melodia.

STABAT MATER ( Giovanni Battista Pergolesi ) – SACRED IN JAZZ –

I Stabat Mater ( arr. Pino Jodice )
II Cujus animam gementem ( arr. Pino Jodice )
III O quam tristis ( arr. Pino Jodice )
IV Quae moerebat et dolebat ( arr. Pino Jodice )
V Quis est homo ( arr. Pino Jodice e Giuliana Soscia )
VI Vidit suum dulcem Natum ( arr. Pino Jodice )
VII Eja Mater ( arr. Pino Jodice )
VIII Fac ut ardeat cor meum ( Strumentale arr. Pino Jodice )
IX Sancta Mater ( arr. Pino Jodice )
X Fac ut portem ( arr. Pino Jodice )
XI Inflammatus et accensus ( arr. Pino Jodice )
XII Quando Corpus ( arr. Pino Jodice )
 
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