Intervista di Romano Viazzani a Ksenija Sidorova (seconda parte)

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SidorovaA proposito del tuo album con orchestra di cui abbiamo accennato prima, una performance eccellente delle Fairy Tales di Vaclav Trojan: come è stato suonare con la BBC National Orchestra of Wales? Anche Thomas Gould compare in Oblivion. Eravate insieme alla Royal Academy?

Sì, credo che si stesse diplomando quando io sono arrivata. Mi ricordo un giorno in cui avevo prenotato una stanza per esercitarmi e entrando ci ho trovato Tom. Non sapevo chi fosse e non mi importava, perché avevo bisogno di studiare e gli dissi di uscire (ride). E lui ha detto “Ok”! Naturalmente lui era l’allievo più famoso allora e io ero appena arrivata. Ora stiamo suonando insieme in alcuni festival qui nel Regno Unito, come il Petworth Festival, e probabilmente il Festival di Gower in estate. È un violinista diverso da Nicky, ha una natura diversa ed eseguiamo repertori differenti insieme. È molto eccitante per me fare tutte queste cose.

Hai detto di aver suonato con Joshua Bell?

No, ho suonato per Joshua Bell allo Young Arts Allumni.

Ci sono altri grandi nomi che dovremmo conoscere?

Il mandolinista Avi Avital. Vi dirò qualcosa in proposito più tardi. Thomas Gould è stata un’aggiunta fenomenale a questo album. Non potrei neanche dire che si è trattato di un’aggiunta, perché ha partecipato solo in “Oblivion”. Si tratta di un pezzo molto “violinistico”, in base soprattutto all’arrangiamento che abbiamo elaborato. È davvero un grande ospite e sono contenta che il brano giri in radio, perché penso che siamo un bel duo e io in fondo non me lo aspettavo… anche in questo caso, sia l’orchestra che Tom sono stati invitati il giorno stesso della registrazione. L’orchestra è stata incredibile. Naturalmente all’inizio pensavano: “siamo qui per una fisarmonica?”, ma alla fine si tratta di un concerto che non ti può che lasciare con il sorriso. È un cartoon completo, come il canale Nickelodeon o Cartoon Network. Loro si sono divertiti e ovviamente anch’io. Sono stati bravissimi e naturalmente una parte del merito va anche a Clark Rundell, il direttore d’orchestra, che ha tenuto tutto insieme. Abbiamo registrato tutto in sei ore. Per me è stata un’esperienza nuova, perché non l’avevo mai suonato con un’orchestra, ma soltanto con un secondo pianoforte, ed ora è uno dei miei pezzi di repertorio. Tom è venuto al termine della sessione, quindi abbiamo avuto un’ora per registrare il pezzo, un tempo molto breve se lo si confronta con i tempi richiesti da alcuni album pop, che possono richiedere addirittura dei mesi per le registrazioni. Quello che abbiamo fatto è stato incredibile. Inoltre è uno dei primi concerti presenti stabilmente in un repertorio contemporaneo da quando è stato scritto nel 1959. Se si esclude l’Olè Schmidt Concerto, è l’unico per il Free Bass. È davvero bello. Mi piace molto questo lavoro.

Come fisarmonicisti abbiamo spesso l’impressione che le orchestra disprezzino il nostro strumento, ma credo che sia una nostra imagine sterotipata e non quello che loro realmente pensano. In definitiva credo che sia facile sviluppare un certo “vittimismo” suonando la fisarmonica e confrontandosi con questi pilastri del mondo della musica classica…

… Direi forse una mentalità da combattente. Non ci si deve presentare come vittime, ma piuttosto con sicurezza, soprattutto mentale. Ho sviluppato questa consapevoleza grazie a Owen e, ancora una volta, all’Accademia e al loro modello di formazione dei musicisti, un modello che consiglio vivamente a tutti. Quando si suona con un’orchestra di così alto profilo come quella, è necessario conoscere al cento per cento ogni nota. Non puoi permetterti il tempo di rilassarti. Tutto deve essere controllato e vedo questo con i solisti fenomenali come Nicky, o Milos, che credo lavori regolarmente con la Chicago Symphony Orchestra, la New York Philharmonic, Berlin Phil. Loro lo sanno bene bene e io, come fisarmonicista, non posso permettermi di essere meno attenta. Devi sempre fare un passo in più.

Come ho detto, alla fine tutti riconoscono che la fisarmonica è un grande strumento…

… E solo tu sai quanto lavoro è necessario per far sì che questo accada.

Ai lettori di “Strumenti&Musica” interessa l’annosa questione riguardante i sistemi. Tu suoni il piano-bayan con bassi liberi Sistema B. Si tratta del sistema tradizionalmente in uso in Lettonia? Essendo anch’io un suonatore di fisarmonica a tastiera, so che spesso, in alcuni circuiti fisarmonicistici e da alcuni giudici di concorsi o insegnanti, siamo percepiti come fisarmonicisti di seconda classe, rispetto ai nostri colleghi che suonano la fisarmonica a bottoni. Questo soprattutto a causa di alcuni dei vantaggi che i pulsanti hanno sulla tastiera, come il loro pitch range, oppure quanto si può allungare con una mano, ecc. In generale le loro aspettative sembrano in qualche modo minori nei confronti dei fisarmonicisti a tastiera. Hai mai incontrato alcuni di questi pregiudizi? E se sì ti hanno reso più determinata nel dimostrare le tue competenze musicali?

Ovviamente mi sono trovata di fronte a questi pregiudizi, ma ora che lavoro nel mondo della musica professionale a nessuno importa del sistema con cui suono. Non esiste un sistema unico. Non è stato ancora pensato ed è difficile perché non si può avere una standardizzazione. Probabilmente si avrà in futuro, fra molti anni o addiritura fra un secolo, perché al momento ci sono troppe differenze. Nel mio paese utilizziamo il sistema “russo”, cioè il sistema B. Le diteggiature sono molto diverse dal sistema C, o da quello che è in uso in Serbia, ad esempio. Quando si segue una master class si ha realmente bisogno di conoscerli entrambi, in modo da poter dare consigli su dove mettere le dita. E anche se si tratta di una fisarmonica a pulsanti, faccio del mio meglio perché credo che nessun bambino o studente dovrebbe sentirsi discriminato a causa del sistema con cui suona. Davvero non è importante. A volte anche i violinisti utilizzano archi diversi che alla fine producono suoni diversi, anche se la differenza non è sostanziale per l’esito. Ad ogni modo posso dire che sono fortunata per il fatto che nessuno in questa fase della mia carriera mi chiede più di questa questione. Qualunque cosa funzioni meglio per ognuno di noi rappresenta la via da seguire. Ricordo quando in Italia ho incontrato per la prima volta Vladimir Zubitsky. Mi disse: “Non mi interessa quello con cui suoni, potrebbe essere anche il tuo naso, se suona bene allora è come deve essere fatto”. Quindi ho i miei sistemi di diteggiatura, che a volte chiamo “la tecnica del pollice”. Owen mi ha detto “Oh mostramela”, perché si deve allungare la mano così tanto a volte e non importa se esteticamente risulta ambigua. Penso che vada bene così e, allo stesso tempo, spero che un giorno si arriverà alla normalizzazione, perché sarà più facile per i libri di esercizi e per l’insegnamento. Io uso alcuni dei libri che Jacomucci ha scritto per lo studio del bayan a pulsanti, ma non mi importa perchè funzionano anche per la fisarmonica a tastiera.

Sì, la standardizzazione sarebbe un sogno, ma se qualcuno arriva alla fisarmonica dopo aver suonato il pianoforte, ad esempio, allora è quasi inevitabile suonare quella a piano, perché è una transizione naturale.

Sì, non abbiamo mai avuto la fisarmonica a bottoni nel mio paese. La Lituania aveva uno studente di fisarmonica a bottoni, ora forse ne ha due. Sarebbe un bene che si diffondesse. Se fossi agli inizi sceglierei la fisarmonica a bottoni, e se dovessi insegnare a mio figlio a suonare, gli consiglierei quella. Non a causa delle discriminazioni, ma…

Soffrono di meno…

Soffrono di meno e si desidera sempre il meglio per i nostri bambini. Poi c’è un’altra domanda: vorresti che loro facessero i musicisti? (Ride)

Questo è un buon punto. Con te come modello probabilmente sì! A volte dobbiamo fare compromessi con i repertori, ecc., ma ora, a differenza di prima, ci sono tanti repertori e mentre ad alcuni compositori può piacere l’idea di sfruttare la facilità con cui questi sono possibili sui pulsanti, altri sono forse meno interessati a questo aspetto.

Io lavoro con molti compositori oggi e dico sempre loro che c’è un altro tipo di fisarmonica a tasti e se vogliono possiamo anche eseguirlo in due modi differenti. La riduzione per tastiera, in cui è possibile coprire la gamma con i registri, non significa rendere più facile…

Sì, devono solo scrivere ciò che sentono il bisogno di scrivere…

Inoltre vogliamo che le future generazioni di fisarmonicisti siano migliori di noi. È come essere il genitore di un bambino. Si spera sempre che tuo figlio abbia più successo di te. Vale lo stesso con i musicisti: dobbiamo desiderare che saranno migliori di noi.

Tu hai partecipato a molti concorsi. Quanto sono importanti le competizioni per sola fisarmonica? E le competizioni con altri strumentisti?

Credo che le competizioni per sola fisarmonica siano importanti, perchè è necessario assumere un ruolo, trovare un posto in questa famiglia della fisarmonica, anche se si tratta di un piccolo mondo. Si partecipa non solo per suonare, vincere o perdere, ma anche per provare il repertorio, avere degli scambi, incontrare altre persone, vedere come vivono e che cosa e come lo fanno. Poi, anche quando sei un bambino non ci sono molte occasioni per suonare. Poi si possono fare altre gare contro altri strumenti, conoscendo i punti di forza e di debolezza, naturalmente accentuando i primi per vincere. Ma, in generale, aiuta e sono contenta di avere fatto ciò che ho fatto, come essere andata ai campionati di fisarmonica, al concorso di Castelfidardo, ma anche di aver partecipato alle competizioni con altri strumenti, dove nessuno ha questo… a volte si può dire che si incontra una certa chiusura mentale sui sistemi e cose di questo tipo. Se avessi avuto la possibilità mi sarebbe piaciuto espandere la giuria dei concorsi di fisarmonica. Avrebbero davvero potuto fare di più con altri strumentisti e direttori, perché a volte sono troppo concentrate a giudicare i sistemi piuttosto che la musicalità. A volte qualcuno davvero “musicale” rischia di essere giudicato male. Abbiamo grandi suonatori là fuori: vedo ragazzi sempre più giovani che suonano musica più complessa…

… E con una giuria variegata nelle competizioni strumentali si sottopone il tuo strumento a grandi direttori d’orchestra, strumentisti, compositori…

… Magari qualche direttore potrebbe notarti. Forse non ti offrità qualcosa immediatamente, ma si ricorderà di te e qualcuno potrebbe dire: “Oh, in realtà ricordo di aver visto un fisarmonicista lì”, e allora sai che è un tuo amico, perché è un mondo piccolo.

Nel Regno Unito abbiamo recentemente formato UKAAT (Associazione Insegnanti di Fisarmonica del Regno Unito) per cercare di elevare il livello di insegnamento. Ci sono state master class e performance alla Royal Academy organizzati da AYM (Premi per Giovani Musicisti). Quanto sei stata impegnata nell’attività di insegnamento e ne hai il tempo in questo momento?

Ricordo che nei miei ultimi anni all’Accademia ero veramente appassionata di insegnamento, cercavo di trovare studenti e alla fine ne ho avuti cinque. Quello fu il mio apice. Ho provato a viaggiare con loro, non lo facevo per guadagnare perché spendevo molto di più per il viaggio, ma era piuttosto per esperienza. So quanto sia difficile insegnare uno strumento così complesso. Apprezzo molto le persone che lo fanno. È davvero difficile. Ero solita pensare di non essere in grado di lavorare con i bambini, perché mi irritava il fatto che potessero non riuscire, ma con il tempo ho raggiunto una maggiore sensibilità e quando si ottiene qualcosa in questo campo si prova una sensazione meravigliosa… ora non insegno più, perché viaggio troppo e questo non mi permette di seguire reolarmente gli studenti. Ho indirizzato i miei studenti verso altri insegnanti, perché penso che sia importante che se si vuole veramente realizzare qualcosa o anche imparare un pezzo, hanno bisogno di imparare e lavorare per questo. Se non lo fanno con regolarità non riescono. È tutta una questione di disciplina… quindi ho avuto questa opportunità di lavorare con gli Outreach Schemes con The Worshipful Company of Musicians o con AYM, che sono un po’ più seri e orientati su uno strumento, e ho volute far sapere a tutti i fisarmonicisti del Regno Unito che c’è qualcuno là fuori che può aiutare coloro che vogliono studiare e che hanno meno di 18 anni, o che vogliono acquistare uno strumento o entrare a far parte di una classe, perché so quanto sia difficile per i genitori soprattutto in un paese come questo…

Possono anche aiutarti a comprare uno strumento?

Danno un contributo da £ 200 a £ 2000, a seconda del reddito familiare e il livello di talento. Il reddito annuale deve essere al di sotto di £ 18.000. Si stanno ampliando e in questo momento sostengono più di 300 bambini in tutto il paese, e questo è il motivo per cui si stanno organizzando queste mastercalss, perchè vogliono far sapere che vi è una organizzazione caritatevole che aiuta i giovani studenti, e questa è una cosa molto rara. Soprattutto perchè alcuni di questi bambini, forse la maggior parte di loro, non diventeranno musicisti professionisti, ma avranno la possibilità di comprendere quanto la musica sia importante per una persona. È un’esperienza che li aiuterà a comprendere meglio la musica classica o qualsiasi altro tipo di musica, perché stanno lavorando con fisarmonicisti provenienti dall’ambito della musica folk, classica e anche con altri strumenti che sono anche diffusi nel jazz. Riescono a coprire una gamma molto ampia. Per me è davvero una grande cosa poter sperimentare anche questa ulteriore parte della mia vita. Ho intenzione di fare di più con AYM nel corso dell’anno, in Galles e altrove.

È una buona cosa per i fisrmonicisti, perché anche un buon strumento per iniziare è costoso e quindi quando si deve passare a qualcosa di più importante siamo sempre nell’ordine di diverse migliaia.

Credo che dovremmo avviare dei colloqui con i produttori di fisarmoniche, perché il prezzo di uno strumento come il Peter Pan è insostenibile, se si pensa che si può comprare un violino con 50 £. E allora perchè comprare una fisarmonica? Qualcosa deve essere fatto in questo campo.

È molto difficile. Anche solo per iniziare, rispetto al prezzo degli altri strumenti siamo sopra di almeno £ 500. Sono molti soldi e i genitori sperano che loro figlio possa andare e lavorare sodo…

E tutto quello che i genitori possono fare è supportare i loro figli. Molte volte mi è capitato di incontrare ragazzi che mi hanno detto “io vorrei suonare ma i miei non possono permetterselo”. Alcuni di questi studenti hanno anche partecipato al BBC Young Musician of the Year, raggiungendo un risultato di alto livello. È fantastico che supportano la fisarmonica. Ed è la prima volta che AYM organizza un evento per fisarmonica. Sono stata una mecenate ufficialmente per circa un anno e mezzo, ed è un privilegio lavorare con grandi musicisti inglesi come Sir Simon Rattle, Evelyn Glennie, Nicholas Daniel.

I fisarmonicisti prendano nota! Allora la mia ultima domanda: cosa c’è nel prossimo futuro di Ksenija Sidorova?

Come ho detto prima sto collaborando con il mandolinista Avi Avital, una persona da cui ho imparato molto. Abbiamo un tour legato alla suo ultimo lavoro in studio, musica di Bartok, De Falla, Monti, Bach, Villa-Lobos. Abbiamo un repertorio variegato sia come duo che come trio, insieme ad Itamar Doari, un batterista fantastico che proviene dall’ambito folk e pop. Io e Avi abbiamo una formazione classica e, insieme a Itamar, abbiamo dato vita a un progetto di World Music, con il quale facciamo diversi concerti in Europa: Germania, Italia, Francia, ci stanno arrivando richieste dalla Lettonia e parteciperemo al Surrey Hills Festival qui nel Regno Unito il 1° Maggio, e alla Bristol Old Vic il 1° agosto. Abbiamo anche in programma un paio di concerti con Gidon Kremer e Kremrata Baltica durante l’estate, che rappresentano i progetti più importanti per cui sto lavorando. Naturalmente ci sono molte cose da solista. Ora sto facendo due anteprime. Una di queste è di un compositore lettone ed è in collaborazione con il violinista Alexander Sitkovetsky. Si tratta di uno dei più grandi compositori contemporanei e ha scritto un “big scale piece” per noi. Un altro è un pezzo di Artem Nyzhnyk, un fisarmonicista e insegnante che ha scritto un pezzo fantastico. La prima volta che l’ho sentito su YouTube suonare “Barcarolle” di Rachmaninov mi sono innamorata dell’arrangiamento e la trascrizione, e gli ho subito scritto. Sto anche lavorando a un progetto che è stato un sogno e non sono riuscita ancora a realizzare in due anni. Un progetto che è nato con Stefan Ciric quando abbiamo fatto alcuni arrangiamenti di Piazzolla. In seguito abbiamo aggiunto un violinista e abbiamo pensato di proporlo con una sorta di coreografia contemporanea, ma non siamo riusciti a farlo funzionare perché c’era troppo denaro in gioco. Ora si svolgerà a Riga, alla Lettonia National Opera con Kirils Burlovs, ci saranno tre ballerini e tre musicisti. Sarà un grande progetto nel quale saranno presenti anche delle animazioni. E questo è solo l’inizio, perché vogliamo portarlo in tour. Questi sono alcuni dei pezzi interessanti che occupano la mia vita in questo momento. Di recente ho suonato a un grande concerto con Eric Pettifer, un famoso compositore di musica corale. Grazie a questo ho avuto la possibilità di esibirmi con un coro, eseguendo il Primavera Portena di Piazzolla. Non riuscivo a immaginare come l’avrebbero cantata, ma è stato fantastico.

Grazie Ksenija per aver dedicato il tuo prezioso tempo a questa intervista. È stato molto interessante. Sei una protagonista del mondo della fisarmonica e spero che la tua carriera continui ad attrarre l’attenzione mondiale che il tuo talento e il tuo modo di suonare meritano.

Grazie a te Romano e a Strumenti&Musica.