Nuovi orizzonti per la fisarmonica. Intervista al duo dissonAnce

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dissonAnceIl duo dissonAnce nasce dalla comune sensibilità di voler “cavare” un’identità diversa dallo  strumento ad ance, solitamente più noto per i suoi trascorsi nel repertorio  folclorico: la fisarmonica. In quest’ottica la formazione propone riletture ed adattamenti di musica dedicata a generici strumenti da tasto o a tastiere bene specifiche (organo, clavicembalo) parallelamente ad un’opera di formazione e  conoscenza verso i compositori, stimolandoli a produzioni originali per  questa formazione.

Composto da Roberto Caberlotto e Gilberto Meneghin, entrambi diplomati in fisarmonica classica presso il  Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze, il duo è attivo dal 2005 ed ha  suonato in prestigiose sedi e stagioni concertistiche italiane ed estere. Il duo ha collaborato ed eseguito in prima assoluta opere di illustri  compositori italiani tra i quali Ennio Morricone, Paolo Ugoletti, Andrea Talmelli, Mario Pagotto, Massimo Priori, Claudio Scannavini, Nicola  Straffelini, Francesco Schweizer, Lorenzo Fattambrini, Riccardo Riccardi,  Daniele Venturi, Rolando Lucchi e altri. Ha al suo attivo collaborazioni con  altre formazioni musicali (Orchestra d’archi Italiana, Ensemble Zandonai di Trento, Orchestra da Camera dissonÆnsemble, Orchestra Legrenzi,  Coro Città di Thiene, Coro Polifonico Nuovo Rinascimento).

Parliamo un po’ delle origini di questo progetto. Come è nato il duo, in quale scenario si è inserito al momento della nascita e come è stato accolto il progetto?

La prima volta che abbiamo suonato insieme è stata ad un corso di perfezionamento tenuto a Belluno, alla fine degli anni Novanta, dal Maestro Battiston. Gli applausi scroscianti al concerto finale del corso e l’entusiasmo dello stesso docente Battiston ci avevano fatto balenare l’idea di continuare. Gli eventi della vita ci hanno allontanati per un po’ e abbiamo dovuto attendere il  2005 perché l’idea di un Duo stabile si concretizzasse.

Quale idea vi siete fatti, sulla base delle vostre esperienze, della scena musicale nazionale e internazionale? Ci sono ambiti culturali, ma anche mercati, più ricettivi di altri verso una proposta come quella di dissonAnce?

La fisarmonica è cresciuta molto in questi ultimi anni, sia dal punto di vista del repertorio che della qualità esecutiva. Nonostante ciò ha ancora qualche difficoltà ad essere riconosciuta nell’ambito prettamente classico. Questo è un momento storico dove il concertista deve sapersi re-inventare, non solo nei repertori ma anche nel fatto di portare la musica fuori dagli ambiti tradizionalmente riconosciuti, quali possono essere i teatri e le sale da concerto. Per fare un esempio, il Duo dissonAnce è ospite abituale al Fasol Menin plays, una stagione musicale che si tiene all’interno dell’omonima cantina delle colline di Valdobbiadene, che nulla ha da invidiare alle sale tradizionali in fatto di acustica o logistica. Quanto al mercato, per quanto ci riguarda, e di questo ne siamo davvero felici, il programma che riusciamo a proporre di più in Italia e all’estero è quello dedicato a Bach. Quest’anno infatti abbiamo avuto l’occasione di  eseguirlo a Berlino, Lipsia (luogo Bachiano per eccellenza), a Vienna e recentemente anche in Svizzera.

Possiamo parlare di Meditazioni sonore, le tre stagioni itineranti legate al progetto monografico su Bach?

Meditazioni sonore è un progetto che nasce nel 2012 dopo la realizzazione del CD monografico dedicato alla musica di J. S. Bach, intitolato “Riscrivere” e prodotto dalla ACD Records. Credendo fermamente in quello che ci ha tramandato Salvatore di Gesualdo, musicista illuminato che abbiamo avuto la fortuna di conoscere:  cioè che la fisarmonica possa diventare un sunto degli strumenti cosiddetti “da tasto”, con la possibilità di poter fare polifonia con il suono tenuto e poterlo modellare come nessun altro: abbiamo quindi voluto portare la musica di Bach, nella rilettura “orchestrale” per due fisarmoniche, nelle chiese delle città più importanti del nord e centro Italia: Venezia, Verona, Milano, Torino, Genova, Trieste, Firenze e Roma, per citarne alcune. Dobbiamo dire che il pubblico ha accolto con enorme entusiasmo questa nostra sfida.

Affrontiamo il tema del processo compositivo. Il vostro è un duo particolare nato da un progetto articolato: come nascono i brani, oppure gli arrangiamenti, e con chi vi siete confrontati artisticamente fino ad oggi con risultati più soddisfacenti?

Accanto alla trascrizione di opere nate per altri strumenti, abbiamo fortemente desiderato creare, attraverso la collaborazione con diversi compositori italiani, un vero e proprio repertorio per questa formazione. Vorremmo citare tutti i compositori con cui ci siamo confrontati, perché tutti hanno dato davvero un generoso contributo alla realizzazione di questa operazione. Ennio Morricone, del quale abbiamo eseguito la sua versione per fisarmonica e archi di Immobile n.2, Andrea Talmelli che ha realizzato per noi “L’albero delle poesie del mare” e “Eve line tango”, Riccardo Riccardi, che ha scritto “Contesa” per due fisarmoniche ed ha poi utilizzato le due fisarmoniche nell’opera lirica “Una questione d’onore”; Claudio Scannavini, che ci ha dedicato il brano “Thorn”, Paolo Ugoletti, che ha composto ben tre brani per questa formazione: “Eleanor Reagby Reel”, “Maedbh the brave” e “Personal Geography”; Gianmartino Durighello, che ha creato Due Meditazioni, Mario Pagotto, che ha composto il brano “Animo”; Francesco Schweizer con il brano “Come un sogno di Pietra”, Nicola Straffelini con “Canti dell’Acqua”, Gianantonio Alberton con “Breath”, Massimo Priori con “Suoni grotteschi n. 3”, Lorenzo Fattambrini con “Papponmneme”, Rolando Lucchi, che ha dedicato a questa formazione due brani: “Haik” del 2005 e “Slow” del 2012, Daniele Venturi con “Lai”, ed infine Ramz Sabry Samy, compositore egiziano che ha composto “Dance Music”.

Tra le varie collaborazioni avete anche esperito quelle con formazioni cameristiche. Potete parlarcene?

Siamo convinti che la fisarmonica possa dialogare benissimo con tutti gli altri strumenti dell’orchestra, e che proprio l’accostamento con altri strumenti possa essere un veicolo trainante per l’inserimento della fisarmonica stessa nei contesti più ufficiali della musica colta.

Abbiamo intrapreso da anni la collaborazione con molti musicisti, artisti e formazioni cameristiche. Partiamo dall’operazione più “fisarmonicistica”, e cioè la nascita del Quartetto Italiano di Fisarmoniche insieme ad Ivano Battiston e Ivano Paterno, il sodalizio con il Duo Maclè (pianoforte a 4 mani), ed inoltre il violinista Alessandro Perpich, la chitarrista Fabrizia Dalpiaz, le cantanti Elena Filini e Tamara Soldan, il clarinettista Ivan Villanova. Alcuni progetti sono stati realizzati con la collaborazione dell’Orchestra d’Archi Italiana, sotto la direzione di Damiana Natali, l’Ensemble Zandonai di Trento, con la direzione di Giancarlo Guarino, l’orchestra d’archi Legrenzi di Franco Poloni, il Tamittam Percussion Ensemble di Venezia, con la direzione di Guido Facchin. Oltre che con musicisti abbiamo collaborato con diversi attori: Elena Galvani, Jacopo Laurino e recentemente con Laura Curino. Infine e non secondaria, la collaborazione con il pittore Gastone Biggi, recentemente scomparso, che ha portato alla produzione del CD Racconti con le musiche di Roberto Caberlotto ispirate a 10 opere del Maestro.

Possiamo parlare del progetto “Compositori ed interpreti” che sarà realizzato nel 2015?

“Compositori ed Interpreti” è un progetto culturalmente ambizioso e lungimirante a cui stiamo lavorando da qualche mese e che si realizzerà a partire dall’autunno del 2015. Abbiamo coinvolto 4 compositori: Andrea Talmelli, Fabrizio De Rossi Re, Francesco Schweizer, Tiziano Bedetti, i quali saranno impegnati a scrivere un brano ispirato ad una composizione del passato. Diverse epoche musicali si intrecceranno tra loro, e la fisarmonica sarà protagonista nei due ambiti che da anni portiamo avanti: la trascrizione e la composizione originale.

Ci sono altri progetti nel prossimo futuro?

Possiamo dire che le idee non mancano. Se rimarrà l’entusiasmo e la passione, crediamo che il Duo dissonAnce abbia ancora molto da esprimere.