La fisarmonica di Ian Watson incanta nei Teatri del Regno Unito

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Ian Watson

Ian Watson è un rappresentante della nuova generazione di fisarmonicisti che si sta affacciando alla ribalta dei grandi palcoscenici nel Regno Unito. La sua attività musicale si articola tra le collaborazioni con orchestre, gruppi da camera e teatro; ultimamente si sta distinguendo anche come “pop star”, in un ambiente, quello della musica elettronica, fino a poco tempo fa precluso a chi, come lui, avesse avuto una qualche simpatia per il più classico degli strumenti a mantice… Andiamo, quindi, a conoscere questo talentuoso professionista impegnato su più fronti che impersonifica al meglio lo stereotipo del fisarmonicista moderno, “tipico del 21° secolo in Gran Bretagna”.

Ian, prima di parlare del tuo attuale “status” di musicista, potresti raccontarci perché hai scelto proprio la fisarmonica e quali sono state le tue esperienze formative in materia?

Certo! Mia madre era una fisarmonicista, insegnante e direttore d’orchestra e, all’età di cinque anni, mi ha regalato una piccola fisarmonica a piano in occasione del Natale. Inizialmente è stata lei ad introdurmi in questo ambiente così affascinante, impartendomi anche le prime lezioni teoriche e tecniche sullo strumento, poi mi ha iscritto ad un corso a Londra con il M° John Leslie. Con l’occasione, quasi per gioco, ho iniziato ad esercitarmi all’età di undici anni con una fisarmonica a bottoni trovandomi immediatamente a mio agio. Qualche tempo dopo ho scoperto che c’era una classe di fisarmonica presso la Royal Academy of Music di Londra e quindi mi sono iscritto nella Junior Academy (Saturday school) e ho cominciato a frequentare il corso del M° Owen Murray. Ho studiato all’Accademia per sette anni durante i quali mi sono anche laureato e specializzato. Nel frattempo, chiaramente, ho seguito anche un normale percorso di studi ma, avendo deciso a quattordici anni di voler intraprendere una carriera da fisarmonicista professionista, non ho lavorato molto duramente a qualcosa di diverso dalla musica!

Tu sei anche un insegnante… Com’è la situazione nelle scuole nel Regno Unito… C’è un numero crescente di iscritti nelle classi di fisarmonica?

In verità Romano non ho molto a che fare con gli altri ambienti didattici del Regno Unito. So che ci sono alcuni insegnanti che individualmente si stanno adoperando per elevare gli standard qualitativi, ma al momento non credo ci sia un’organizzazione riconosciuta che cerchi di incentivare quello che sembra essere un crescente interesse per lo strumento. Confido sul fatto che la situazione possa cambiare in un prossimo futuro…

So che sei particolarmente legato al Morley College così come a Julie North, tua partner in duetto in moltissimi concerti. Parlaci un po’ di questa interessantissima collaborazione.

Io e Julie abbiamo suonato in duo per vent’anni e ora, dove ci porterà il tempo? Stavamo lavorando entrambi come dimostratori di strumenti musicali durante un festival quando ci siamo conosciuti e da lì abbiamo fatto concerti in tutto il Regno Unito e in molti altri stati europei… Ci piace molto suonare insieme!

Quando ho lasciato l’Accademia mi è stato chiesto di avviare un corso di fisarmonica al Morley College riservato agli adulti che volevano migliorare il loro modo di suonare. Anche Julie prese parte a questo progetto che iniziò con quattro studenti, poi, di anno in anno, sono aumentati gli iscritti. Successivamente abbiamo fondato la Morley Accordion Orchestra, che ad oggi conta trenta elementi e di cui sono il Direttore. Julie suona nell’orchestra, insegna ai principianti e alle classi del corso base del College, mentre la domenica si occupa degli allievi del gruppo intermedio. In totale ci sono più di cinquanta fisarmonicisti, sono tutti incredibilmente appassionati dello strumento e protagonisti di numerosi concerti a Londra.

L’Esprit Duo è un gruppo che si associa al mondo della fisarmonica, così come il Czardas Duo. Tu fai anche parte dell’Icebreaker, sei un membro stabile della London Sinfonietta e collabori anche con Sophie Solomon. Parlaci un po’ della grande varietà di progetti che ti vedono coinvolto in diverse città e paesi.

Fin da quando ero studente mi sono interessato a diversi stili e generi musicali. Credo che non si finisca mai di imparare e ogni nuova esperienza va ad arricchire il mio bagaglio artistico. Ho preso parte a numerose “prime” con la London Sinfonietta, l’Icebreaker e la BBC Symphony Orchestra. La registrazione e il tour nell’est Europa con Sophie Solomon (violinista) e la sua Gypsy Pop Band sono stati veramente fantastici! Ho suonato in alcuni luoghi meravigliosi. Mi viene in mente New York… (la mia seconda città preferita dopo Londra) la Carnegie Hall e il Lincoln Center sono le sedi dei miei concerti più memorabili. Io sono il fisarmonicista della maggior parte delle orchestre di Londra e ovviamente questo significa che suono regolarmente nei Teatri più importanti (Royal Festival Hall, Royal Albert Hall, Barbican, ecc). Mi piace suonare in giro per l’Europa e ricordo in particolare l’Opera House di Praga e la Ghent Cattedral come luoghi fonte d’ispirazione.

Hai anche lavorato con artisti del mondo del rock e del pop.

Ho suonato con molte band nel corso degli anni, ma due mi hanno particolarmente colpito. Blur e The Divine Comedy. Entrambi i gruppi sono costituiti da musicisti di grande talento e creatività. Neil Hannon (The Divine Comedy), è un professionista con il quale è molto interessante lavorare. Le sue influenze musicali sono così vaste che non si sai mai quello che s’inventerà al momento! Ho fatto molti concerti fantastici con la band e ricordo in maniera particolare quello in occasione del Glastonsbury Festival davanti a decine di migliaia di persone… È stato incredibile!

Suoni anche con l’Accordion Orchestras e hai tenuto seminari come ad esempio al Dartington Summer School.

Penso di rappresentare un’eccezione tra i fisarmonicisti professionisti in merito all’opinione generalizzata riguardo le orchestre di fisarmonica, che io, contrariamente a tutti gli altri, amo! Il motivo è che mi fanno stare bene… Molte grandi città del Regno Unito hanno orchestre sinfoniche amatoriali in cui la gente può semplicemente suonare per divertimento. La fisarmonica è uno strumento molto solitario e io vedo l’orchestra di fisarmonica in una maniera diversa, come un arricchimento per tutti coloro che non conoscono abbastanza questo strumento. Ho suonato in orchestre di fisarmonica da quando avevo sette anni e ho iniziato a dirigerle da quando ne avevo sedici. Questo significa che da quando mi sono laureato alla Royal Accademy of Music sono passati undici anni e con essi tante esperienza di lavoro. Alcuni strumentisti, ovviamente, fanno esperienza nelle orchestre giovanili, ma per la maggior parte dei fisarmonicisti tutto ciò non avverrà mai.

Per quanto riguarda le masterclass, sì… Ti confermo che ne faccio di ogni tipo. Tutti gli anni dirigo il corso per l’orchestra di fisarmonica “Bellows and Waves” di Devon e recentemente ho rilanciato quello “I giorni dell’Orchestra Graham Romani” – ora chiamato “Super Accordion Orchestra Days” (I giorni della Super Orchestra di Fisarmonica). Quest’ultimo, nel 2012, ha coinvolto settantacinque fisarmonicisti che hanno suonato insieme un interessante repertorio moderno, apprendendo nuove tecniche di esecuzione e manifestando, allo stesso tempo, tutto il loro entusiasmo per il nostro fantastico strumento. Insieme a Julie North organizziamo ripetutamente dei workshop sul “suonare in Duo” e ho anche fatto delle lezioni su come si affrontano le “performance da solista” alla Dartington International Summer school per cinque anni.

Quale musica o artista ti ha veramente ispirato?

Se facciamo riferimento alla fisarmonica, sono sempre molto ispirato dalla musica di Mie Miki e di Matti Rantanen. Sono due artisti virtuosi, ma, allo stesso tempo, anche particolarmente espressivi con il mantice e inoltre condividono il mio amore per la musica da camera. Lontano dal mondo della fisarmonica adoro lo stile di Rufus Wainwright. Le sue canzoni sono sempre provocatorie e il suo fraseggio, quando canta, è ipnotizzante. Potrei anche dire esattamente la stessa cosa di Jacques Brel. In linea di massima io sono comunque preso da tutti i bravissimi musicisti con i quali lavoro quotidianamente, cerco sempre di analizzare e reinterpretare il loro modo di proporsi, ma io, ovviamente, provo a farlo con la mia fisarmonica.

Saresti tentato di registrare un album da solista?

Non è nelle mie previsioni in questo momento! Raramente mi esibisco come solista, perché io sono molto occupato nella realizzazione di altri progetti e poi, ci sono già tanti fisarmonicisti che si esibiscono in concerti solisti… Mi piacerebbe molto realizzare un album con i brani da camera che ho suonato in anteprima, sono grandi opere che avrebbero bisogno di una maggiore visibilità. Credo di aver partecipato all’incisione di circa venti produzioni nel corso degli anni con artisti, orchestre e band molto diverse fra loro e questa molteplicità mi diverte molto.

Quali sono i progetti che ti emozionano di più? Qual è il genere che ti gratifica maggiormente? Vedo che la tua agenda attuale è ricca di numerosi appuntamenti di differente tipologia.

Sì, ho un calendario fitto di impegni in questi giorni, ma questo è fantastico! Come dici tu, è un’agenda estremamente varia ed io ne sono molto fiero. Ieri, tanto per citarne uno, ho registrato “Anamorphoses” di Schöllhorn con la Philharmonia Orchestra; è una parte impegnativa e importante per fisarmonica, ma la vera gioia è quella di suonare insieme a grandi musicisti. La musica da camera è qualcosa di istintivo ed è assai più complesso suonare in queste circostanze piuttosto che “muovere le dita” in un brano per solisti, anche se tecnicamente difficile. Le variabili quando si suona, in questi casi, con altri quattordici musicisti, sono enormi.

In estate andrò a Aix in Provenza, per suonare con la London Symphony Orchestra. Noi saremo lì almeno cinque giorni a prepararci per due concerti e sono davvero entusiasta di dovermi esibire con il famoso soprano ‘Rene Fleming’ di cui sono un grande fan. Nel mese di Agosto, poi, presenterò in anteprima il nuovo brano di Simon Bainbridge “Il Giardino delle Delizie” alla BBC Proms.

Il 2013 è un anno veramente entusiasmante! In primavera ho suonato in anteprima la nuova opera di David Bruce ispirata al fantastico libro di Philip Pullman – “The Firework Makers Daughter” alla Royal Opera House. Parteciperò anche al concorso per orchestre di fisarmoniche di Innsbruck con la Morley Accordion Orchestra e, per l’occasione, abbiamo incaricato il vincitore del Tony Award ‘Jason Carr’ di scriverci un nuovo pezzo… È fantastico! Davvero un grande acquisto per il repertorio delle orchestra di fisarmonica.

Cosa ti piacerebbe che accadesse alla fisarmonica nel Regno Unito nei prossimi venti anni?

Penso che abbiamo un bisogno costante e continuo di progresso su tutti i fronti. Quelli di noi che lavorano nel mondo musicale (in contrapposizione alle organizzazioni educative o di fisarmonica) sono quelli che realmente possono capire se si stanno facendo progressi. Io certamente credo di sì. Quando ho iniziato a frequentare le orchestre e i gruppi da camera ascoltavo strani commenti dagli altri musicisti che non erano abituati a lavorare con la fisarmonica. Conosco diversi fisarmonicisti che hanno fatto parte di questo tipo di formazioni per alcuni anni. Ora, quasi nessuno dei miei colleghi pensa che sia “strano” avere una fisarmonica in una ensemble. Dobbiamo quindi cambiare la mentalità anche delle persone che assistono ai concerti: Il pubblico “profano” e il pubblico “colto” sono due tipologie di fruitori nettamente distanti tra loro e saranno necessari molti anni per cambiare l’opinione di questi ultimi, ma proprio come hanno fatto i sassofonisti e i chitarristi ci riusciremo anche noi.

Nel Regno Unito avremmo bisogno di più bambini che suonino la fisarmonica e di insegnanti con conoscenze tecniche e entusiasmo capaci di far crescere giovani talentuosi. Molti miei colleghi, che insegnano anche altri strumenti e non solo la fisarmonica, stanno lottando per avere un numero sempre maggiore di bambini in tenera età cercando di invertire una tendenza, sin troppo diffusa, che vede proprio i giovani allontanarsi dagli ambienti didattici. Si deve partire da una base bassa, ma comunque per la fisarmonica è ancora più difficile. Credo davvero che Gustavo Dudamel (il direttore d’orchestra venezuelano) abbia avuto l’idea giusta con il suo programma ‘El Sistema’ (il sistema). Ha creato dei dopo scuola dove tutti i bambini possono suonare insieme ed è insieme che i bambini si divertono davvero. Naturalmente è necessario anche un insegnamento per singolo studente, ma la chiave per iniziare è divertirsi con gli amici attraverso la musica…

In generale ritengo che la fisarmonica abbia l’opportunità di essere protagonista sulla scena concertistica praticamente in ogni genere o stile. Per questo dobbiamo essere molto soddisfatti. Molti altri musicisti sono gelosi della varietà, delle opere e per le possibilità che abbiamo noi fisarmonicisti!