Il ritorno alle Essenze per il musicista Eduardo De Crescenzo

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eduardo de crescenzoSin da bambino è vissuto a stretto contatto con l’ambiente musicale: lo zio è infatti Vincenzo De Crescenzo, il celebre autore di Luna rossa e il cugino è anch’egli interprete, musicista ed autore con lo pseudonimo Eddy Napoli.

Eduardo inizia a suonare giovanissimo e dopo una lunga ed intensa gavetta approda senza rendersene conto a San Remo. “Ancora” è una di quelle rare canzoni che divengono subito un evento straordinario.

Dall’81 al 91 un disco ogni due anni poi torna ad incidere nel 2002 con “La vita è un’altra” e nel 2006 con “Le mani”. Oggi Eduardo De Crescenzo sente il bisogno di tornare alle origini, sue e della musica, alla genuinità dei suoni, alla verità dei messaggi. Questo è “Essenze Jazz”.

1. L’incontro con la musica arriva prestissimo con la passione per la fisarmonica già dai primi anni di vita. A 3 anni il primo strumento e, incredibile, a 5 il debutto al Teatro Argentina di Roma. Poi il pianoforte e le tastiere… la musica riempiva tutti i suoi pensieri di bambino e ragazzo?

All’inizio era solo il mio gioco preferito, una cosa che avveniva con assoluta naturalezza. A tre anni suonavo “a orecchio” con una piccolissima fisarmonica i classici napoletani che ascoltavo in casa. Dopo il debutto al Teatro Argentina a 5 anni iniziai gli studi di musica classica. Non ricordo se la musica occupasse tutti i miei pensieri. Ricordo però che pagare i miei studi era per mio padre un grande sacrificio economico e nonostante fossi piccolissimo ne ero consapevole e avvertivo la responsabilità di farlo con impegno.

2. Solo in seguito e per caso, come spesso si scoprono questi doni, si rende conto del potenziale della sua voce. Ci racconti di quella sera del ’77 negli studi Quattro 1.

Non ero ancora io a rendermene conto. In quegli anni si suonava molto nei night, nel corso delle feste private… I “gruppi” si chiamavano “complessi”, a formarli eravamo per lo più amici del quartiere che insieme coltivavano la passione per la musica. Mentre si studiava si cercava anche di tirare su qualche soldo. In quei gruppi io suonavo pianoforte e tastiere, ogni tanto mi capitava di sostituire il cantante. La fisarmonica avrebbe avuto un sapore troppo “popolare” e noi eravamo in piena emulazione americana. Fu in questo giro che un amico si intestardì a chiedere per me un’audizione agli Studi Quattro1 di Claudio Mattone. Era tarda sera, in dicembre, non pensavo nemmeno che ci avrebbero ricevuti. Invece Mattone volle ascoltarmi. Eseguii un brano con un testo scritto dall’amico che mi accompagnava sulla musica della Czardas di Monti. Mattone divenne insieme con Franco Migliacci il mio produttore. Tutto comincia da lì.

3. “Ancora” diventa in fretta un successo straordinario e internazionale. Arriva la celebrità, la fama, la notorietà. Era preparato? Fu facile per lei gestire il successo cui molti oggi aspirano a qualsiasi costo?

Non potevo essere preparato. Non ho seguito la trafila consueta di audizioni e concorsi vari, non avevo nessuna cognizione del mezzo televisivo. Il giorno prima ero a casa, il giorno dopo direttamente sul palco di San Remo. Ho chiuso gli occhi fino alla fine e ho cantato sperando solo che finisse prestissimo. Finché sono stato a San Remo ero risucchiato in un vortice di cui ignoravo tutto e non mi sono reso conto di nulla. Ho cominciato a capire cosa stava succedendo una volta rientrato a casa qualche giorno dopo. Al mattino scendo come di consueto a prendere il giornale e mi vedo inseguito e accerchiato da una folla di sconosciuti: i fans!

4. Il mondo dello spettacolo, lo star system, il successo stesso spesso impongono compromessi, ritmi comandati, scelte obbligate. Come riuscì, lei che amava “solo” essere un musicista, ad affrontare tutto questo?

Nei primi due o tre anni non è stato facile. Era come essere imprigionato nel corpo di un’altra persona. Poi gradualmente mi sono ambientato e ho capito che potevo trovare la mia musica, la mia strada, il mio modo di stare sul palco, di rapportarmi con il pubblico.

5. Napoli trasuda dalla sua musica e dalle canzoni. La città, le persone, l’atmosfera partenopea non sono però le sue uniche fonti di ispirazione. Quali altre influenze l’hanno portata ad essere l’artista che è oggi?

Un artista è figlio del suo tempo, dei luoghi che ha vissuto, degli incontri che nella vita lo hanno segnato, della comunità che lo ha generato… Non potrei comunicare cose che non conosco. Però Napoli per me non è un cliché. È una radice. Io la sento nell’approccio melodico, nei suoni dei vicoli, del porto e del Mediterraneo ma certo sento anche la musica classica su cui mi sono formato; il jazz, il blues che hanno influenzato l’adolescenza, così come risento le emozioni personali che hanno generato una composizione… insomma è la mia vita nel suo insieme che ha deciso la musica che faccio oggi.

6. Parliamo di Essenze Jazz, un progetto che punta a scoprire e riscoprire la vera natura delle emozioni. Come è nato, chi vi collabora e cosa ha regalato personalmente a lei?

La mia generazione ha avuto la possibilità negli anni 80 di dare vita a una produzione musicale innovativa, sperimentale, creativa. Da più di dieci anni invece la musica pop è diventata plasticosa, ripetitiva, si è appiattita e conformata ai gusti delle masse televisive. Sentivo il bisogno di ritornare a un suono acustico, di rileggere la mia stessa produzione con i suoni che mi emozionano oggi. ESSENZE JAZZ nasce da questo bisogno. Ho cominciato con Stefano Sabatini, pianista jazz – collaboratore storico fin dall’83 – a riscrivere gli arrangiamenti, poi la scelta progressiva di questi musicisti straordinari: Enzo Pietropaoli/contrabbasso, Marcello di Leonardo/batteria, Daniele Scannapieco/sassofono, Lamberto Curtoni/violoncello.

ESSENZE mi regala il piacere delle loro composizioni estemporanee durante il concerto, l’intrigo della sorpresa, lo stupore di un dialogo musicale che avviene in diretta, la sensazione magica di rivivere in due ore tutte le esperienze musicali che ho attraversato fino a qui; la fortuna, dopo tanti anni, di continuare a sentire l’emozione della prima volta.

7. Quali sono i prossimi appuntamenti di Essenze Jazz?

Il 21 marzo a Roma al Teatro Sistina, il 7 luglio a Perugia al Teatro Morlacchi per Umbria jazz, il 30 Agosto a Ischia al Negombo… altri concerti nel calendario in via di definizione in questi giorni . E intanto lavoriamo al disco in cui fisseremo Essenze jazz.