“Non una scelta ma un modo di essere”. Questa è la musica di Biondini

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luciano biondini articolo_1Concerti in tutto il mondo, partecipazioni a festival musicali, trasmissioni televisive e programmi radio, pubblicazioni e collaborazioni di spessore con musicisti riconosciuti a livello internazionale. Luciano Biondini, classe 1971, è oggi uno dei fisarmonicisti più apprezzati.

1. Luciano Biondini ha iniziato a suonare la fisarmonica da bambino e, dopo una formazione classica, si è avvicinato al jazz. Come è avvenuta questa scelta e perché?

Pur avendo studiato prevalentemente musica classica ho sempre amato improvvisare, mi sono sempre divertito a variare tutto ciò che suonavo mettendoci dentro il mio modo di sentire. Questo penso sia il motivo principale del mio percorso musicale, non dovuto ad una scelta ma a un modo di essere che nel jazz è l’elemento essenziale.

2. Sin da giovanissimo Luciano Biondini ha vinto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali: Trophée Mondial de l’Accordéon, Premio Internazionale di Castelfidardo, Premio Luciano Fancelli, Premio Internazionale di Recanati, per citarne alcuni. Quali sono i ricordi più belli e nostalgici di quegli anni?

Credo innanzitutto la spensieratezza con la quale sono cresciuto e le belle amicizie nate e vive ancora oggi.

3. Da un piccolo paese dell’Umbria è riuscito a diventare un artista sensibile e creativo, un musicista capace di vincere premi riconosciuti a livello mondiale, un fisarmonicista con importantissime collaborazioni all’attivo. Quali sono i traguardi di cui va più fiero e cosa invece vorrebbe ancora ottenere in campo professionale?

Al di là dei premi la cosa di cui vado più fiero è avere la possibilità di esprimere la mia essenza, fare il musicista e vivere a pieno questa dimensione è un privilegio, non lo sento nemmeno un lavoro ma una grande opportunità di conoscere il significato della libertà.

4. Le sue collaborazioni sono note: Gabriele Mirabassi, Ivano Fossati, Rabih Abou-Khalil, Enrico Rava, solo per citarne alcune. Per ragioni di tempo e spazio le chiedo di scegliere un solo musicista tra tutti e un piacevole aneddoto della vostra esperienza professionale insieme?

Tutti sono importanti, ho la fortuna di collaborare con musicisti straordinari, anche umanamente; questa è una grande opportunità di crescita per me. Recentemente ho passato un giorno intero da solo in studio con Ennio Morricone per registrare delle musiche da film, mi ha colpito molto la sua semplicità di uomo e ricordo con piacere quando durante una pausa è uscito dallo studio e dopo 5 minuti è ritornato con una confezione di pasticcini da mangiare insieme.

5. Lei è un artista completo: con la sua fisarmonica si è esibito in concerto nei teatri ma ha anche all’attivo partecipazioni in trasmissioni televisive e radiofoniche. Molti musicisti prediligono il contatto diretto con il pubblico spesso snobbando i nuovi media. Lei cosa ne pensa?

Il problema non sono i media ma come vengono utilizzati; fare un concerto per me significa suonare la propria musica davanti a un pubblico che è venuto per tale ragione. Se vieni chiamato in una trasmissione televisiva c’è il rischio che ti venga detto ciò che devi suonare, il come e il quanto. Questa è già una grande differenza, non si è liberi di esprimersi come in un concerto dove peraltro la componente pubblico fa il resto.

6. Luciano Biondini si è esibito nei Festival di tutta Europa incluso il Festival dei Due Mondi, la prestigiosa manifestazione che si svolge, da oltre 50 anni, a Spoleto, sua città natale. Troppo spesso in Italia si parla di eventi artistici messi in pericolo da tagli e misure restrittive. È fiducioso nel futuro?

Purtroppo dipenderà tutto dai buoni propositi di chi ci governerà in futuro, certo è che una buona parte bisognerebbe farla anche noi, l’arte in genere va considerata una ricchezza alla quale non si può rinunciare, cercare di difenderla significa difendere la nostra libertà.

7. Come descriverebbe la sua musica e quali messaggi contenuti in essa spera che arrivino alle generazioni presenti e future?

Collaboro da anni in vari progetti, tutti diversi musicalmente tra di loro, mi piace integrare la mia musicalità dentro a mondi apparentemente distanti ma non lo sono in effetti. Ciò che li lega in questo caso è il concetto musicale, lo spirito di dialogo che permette di avvicinare nature differenti e le plasma, come nella vita, apertura al diverso, capacità di scoprire le ricchezze dell’altro e farle proprie.

8. A cosa sta lavorando in questo momento e quali sono i lavori in cantiere se può anticiparlo a Strumenti&Musica?

È appena uscito un CD in duo con il trombettista Fabrizio Bosso dal titolo “Face to Face” per l’etichetta Abeat Records, poi un altro con Rita Marcotulli al piano e Javier Girotto al sax, si intitola “Variazioni su tema” distribuito dall’Egea. Tra qualche mese andrò di nuovo in studio per il secondo CD in trio con il tubista Michel Godard ed il percussionista Lucas Niggli, uscirà in autunno per l’etichetta svizzera Intakt Records, il primo CD, sempre per la Intakt è uscito l’anno scorso e si intitola “What is there what is not”.