Paolo Ponzecchi. Musica, creatività, formazione: il Futuro è Oggi

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Paolo PonzecchiDimensione artistica e formazione musicale: due ambiti dai contenuti sempre dialoganti, come sfaccettature interattive di una dimensione unica, di una creatività riconosciuta patrimonio prezioso dell’Essere Umano; ambiti che negli ultimi anni abbiamo visto viaggiare ora separati, ora in sinergia, e verso i quali vorremmo sempre sentire l’attenzione e la responsabilità delle persone e delle istituzioni. Ne parliamo con Paolo Ponzecchi, presidente dell’Associazione Italiana delle Scuole di Musica (AIdSM), vice presidente della European Musicschool Union (EMU) e direttore della Scuola Comunale di Musica “G. Verdi” di Prato.

All’attività di musicista di Paolo Ponzecchi, pianista e insegnante, si accosta ben presto l’interesse verso quanto attiene alla organizzazione e alla gestione professionale del mondo musicale (con studi specialistici dedicati), a testimoniare uno sguardo attento alla “responsabilità” che in fondo ogni musicista si sente, ed una poliedrica visione in cui incrociano ed interagiscono arte, musica, cultura, educazione e società.

Paolo Ponzecchi, musicista, insegnante, impegnato da sempre anche nella progettazione artistica, da diversi anni direttore della Scuola Comunale di Musica di Prato… sono molti gli interrogativi intorno alla visione personale che può sviluppare un musicista attivo in questi ambiti professionali. E allora: qual è la sua idea di quella che dovrebbe essere (e forse è?) la formazione artistico-musicale? Quanto la personale esperienza di musicista e insegnante risulta determinante in questa visione?
La mia attività di musicista ed insegnante si realizza e si completa attraverso il confronto tutti i giorni con i colleghi musicisti, dirigenti scolastici, amministratori, politici. Ma è soprattutto con gli allievi che realizzo il senso della mia professione. I ragazzi ci impongono di mettere a punto quotidianamente nuove strategie per dare efficacia al nostro lavoro. Non soltanto aggiornando le competenze – processo indispensabile –  o disponendo di una solida preparazione accademica, ma anche avendo un atteggiamento di curiosità, di ascolto per provare a comprendere il panorama in rapida evoluzione. Nella mia storia personale – ho iniziato a suonare il pianoforte all’età di cinque anni – la musica è arrivata prima della scuola, attraverso la mia famiglia che mia ha educato alla passione per la musica classica e al jazz.
Per la formazione musicale dei cittadini la vera scommessa sarà riconoscere, nella scuola pubblica, già dalle scuole materne, un ruolo crescente alle discipline artistiche valorizzando le varie abilità, legate alle diverse intelligenze. Non lo vedo un processo né facile, né breve, vista la nostra tradizione culturale, ma forse un giorno i nostri figli riusciranno a cantare e suonare uno strumento con la stessa naturalezza con la quale si colora un disegno con matita.

In quanto direttore della Scuola Comunale di Prato, Lei si occupa sia degli aspetti didattici che di una apprezzata programmazione artistica. Quale programmazione artistica per una scuola di musica? Quale e perché, la relazione tra queste due dimensioni?
La stagioni concertistiche che organizziamo come scuola di musica sono nate principalmente con l’intento di coinvolgere i nostri allievi e le loro famiglie. Siamo convinti che l’esperienza dell’ascolto della musica dal vivo sia molto importante nella formazione musicale. (…)

L’intervista completa a Paolo Ponzecchi è disponibile sul sito di Ars Spoletium.