Racconti e sorrisi dalla Russia. Intervista a Alexander Selivanov

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alexander-selivanovIl fisarmonicista russo Alexander Selivanov è un musicista apprezzato in tutto il mondo; ha raggiunto importanti traguardi da solista e con il duo Una Sinistra accompagnato da Yulia Americova. Oggi è un insegnante attento alle emozioni oltre che alla tecnica, un concertista apprezzato impegnato in un Tour Russo fino ad Aprile e poi in un progetto che lo vede protagonista con il Maestro Mirco Patarini.

1. A 19 anni si esibisce per la prima volta in un concerto tutto suo e solo pochi anni dopo vince la Coupe Mondiale. Come è cambiata la sua vita?

Prima di quel concerto a 19 anni ho avuto un passato ricco di studi, esibizioni e concorsi che caratterizzavano la mia vita da quando ho iniziato a suonare a 7 anni. Quel primo concerto solista fu per me come un esame dopo 9 anni di esperienze locali con la fisarmonica nelle piccole città della Russia centrale. Subito dopo mi trasferii a Mosca per studiare con il Maestro Semionov nella famosa Accademia di Musica di Gnessin e quello fu un periodo di grandi cambiamenti per la mia vita e la mia carriera. I musicisti che ho conosciuto, i contatti presi, le collaborazioni di successo con persone, scuole, gruppi e orchestre sono le cose più importanti e quelle che mi hanno consentito di crescere maggiormente come musicista professionista. Dai 19 ai 25 anni ho studiato musica classica, contemporanea e popolare, perciò quello che sono ora è iniziato in quel periodo, prima della Coupe Mondiale. Dopo la vittoria è cominciata una nuova fase, non potevo essere più solo un allievo bensì un insegnante.

2. Nel 2004 vinse la Coupe Mondiale e qualche anno dopo partecipò nuovamente alla competizione ma come giurato. Quale ruolo è stato più difficile da interpretare e perché?

Mi stavo preparando da molti anni per vincere la Coupe Mondiale mentre non ho avuto tempo per studiare da giurato! Tuttavia, l’anno dopo aver vinto il titolo per Ensamble con Yulia Americova, era il 2008, partecipai alla Coupe Mondiale come giurato e ricordo perfettamente che la cosa più difficile era lottare per rimanere sveglio durante le esibizioni dopo un viaggio tanto lungo e un tale fuso orario! Ero un membro di giuria clemente perché sapevo esattamente cosa sentivano i candidati avendolo provato io stesso solo un anno prima. A parte gli scherzi, essere un membro di giuria in un concorso per fisarmonicisti è sempre stato un problema. Come nelle competizioni sportive, il vincitore deve aver fatto tutto al 100%: interpretazione, espressione, ritmo giusto dei pezzi… Errori in uno di questi aspetti comportano la mancata vittoria. Io avrei voluto ascoltare un concerto intero e non concentrarmi su un vincitore senza difetti e corretto al 100%.

Quanto alla votazione, ho sempre cercato di trovare il giusto equilibrio tra regolarità tecnica e giusta musicalità. Per me è molto importante che un fisarmonicista, a prescindere dal livello e dall’età, suoni con conoscenze professionali di stile, forma, sentimento musicale e non solo con la tecnica. Ogni singolo, piccolo e brillante dettaglio di una esibizione artistica professionale per me è importante.

3. Lei è un grande amante della musica classica ma quali sono esattamente le sue fonti di ispirazione?

Credo la natura, i viaggi e le belle persone che incontro. Ad esempio l’Italia e gli italiani, “l’Italiano Vero”! Mi piacciono gli abitanti del vostro paese, i panorami, la storia e torno sempre a casa molto ispirato dai miei viaggi in Italia.

4. Cosa ne pensa del futuro della fisarmonica nella musica classica? Lo strumento verrà isolato o integrato agli altri, specialmente per quello che concerne la musica da camera?

La fisarmonica non è uno strumento idoneo ad un solo stile e non è mai stata isolata dalle altre arti musicali. Quando parliamo della fisarmonica possiamo riferirci a diversi generi musicali dove questa è popolare e mi riferisco al classico, alla musica leggera, al folk… So che i colleghi apprezzano la musica classica e lo stile accademico delle esibizioni; sono musicisti professionisti, pianisti, violinisti ecc, e so anche che le performance classiche di fisarmonica sono avvincenti per quel pubblico “classico” specifico ed è dunque fondamentale che un fisarmonicista di alto livello suoni musica classica. Se un musicista ha una formazione classica di livello può suonare senza problemi il repertorio classico con la fisarmonica esprimendo i suoi sentimenti e le sue conoscenze attraverso le tante possibilità che lo strumento mette a disposizione.

Per ora credo che siamo sulla stessa lunghezza d’onda con i musicisti sinfonici classici; ci stiamo integrando sempre di più e mi auguro che le generazioni future seguiranno questa strada rafforzando il ruolo della fisarmonica sui palcoscenici classici dagli assolo di Bach e Mozart a Shostakovich e Stravinsky fino alle contaminazioni con il piano, i fiati e gli archi. Sono certo che la fisarmonica porterà nuova vita alla musica classica grazie a delle caratteristiche che nessuno strumento musicale classico dispone. Parlo dei timbri del suono, del mantice flessibile e della vasta gamma di note.

5. Oggi lei è un musicista famoso in tutto il mondo ma anche un insegnante rinomato a livello internazionale. Al di là della tecnica, cosa insegna i suoi studenti?

La ringrazio per avermelo chiesto! Col il termine tecnica io intendo la conoscenza della musica e il modo personale di ogni studente di trasformare le sue capacità musicali… teoria, storia della musica, filosofia, esperienze e influenze artistiche, nella miglior esibizione possibile e che io percepisco come il risultato perfetto di un mix di tradizioni, stile del pezzo ed energia data dal contatto fra il musicista e il pubblico. Ogni esecutore sul palco è interessante se ha qualcosa da dire, magari di innovativo, di fantasioso anche per un pubblico che lo ha già sentito esibirsi più volte. È ovvio che un fisarmonicista deve avere specifiche conoscenze tecniche e sapere quando e quale tasto va premuto, ma deve anche sapere esattamente cosa vuole comunicare spingendo quei tasti.

Penso che ogni musicista dovrebbe far tesoro delle esperienze musicali delle passate generazioni e conoscere la storia nazionale della musica e dell’arte. In Russia, un musicista che ha una cultura musicale internazionale viene considerato un “accademico” o un classico, a prescindere che suoni musica classica, folk o jazz. Io cerco di insegnare ai miei studenti come diventare “accademici”.

6. Qual’è la situazione degli insegnanti e degli istituti in Russia? Quali sono le maggiori differenze, nello studio della musica, con l’Italia?

Dai tempi della Repubblica Sovietica abbiamo avuto un sistema di formazione musicale perfetto, cosa che stiamo perdendo oggi: migliaia di scuole di musica per bambini dai 7 ai 15 anni, centinaia di licei musicali per ragazzi dai 15 ai 19 anni e una o due università o istituti musicali in ogni grande città per fornire 5 anni di istruzione superiore. Dal 1991 abbiamo perso, passo dopo passo, questo sistema formativo che in pochi anni è cambiato per uniformarsi al sistema europeo di educazione musicale. Quindi la differenza più grande è che avevamo una formazione professionale dai 7 ai 23/25 anni in 3 diversi step (scuola, liceo e università o conservatorio). Questo sistema “circolare” consentiva agli studenti di apprendere, sin dalla scuola, teoria e pratica della musica per poi approfondirla al liceo ad un livello più alto e completare definitivamente l’apprendimento al conservatorio chiudendo il cerchio di studi. Fino ad oggi il 99% degli studenti accede a borse di studio mensili e studia gratuitamente.

7. Per quanto riguarda la produzione di fisarmoniche, lei pensa che in Russia la situazione sia stabile o in sviluppo?

Potrei definire stabile il mercato dei modelli professionali molto costosi. Non crescente tuttavia. Rispetto all’economia russa, la produzione delle fisarmoniche dipende dal prezzo del gasolio, del dollaro, dell’euro e dal budget statale. Tutte le case produttrici di fisarmoniche vivono meglio quando ricevono ordini dalle scuole statali. Al momento l’azienda più grande è “AKKO” nella città di Voronezh; produce strumenti con un’ampia scelta di modelli. Due aziende più piccole producono strumenti a Mosca con il famoso marchio “Jupiter”. Entrambe cercano di sviluppare il loro business di collaborazioni internazionali importando parti o interi strumenti. La fabbrica più antica, a Tula, produce strumenti più economici ad eccezione di qualche pezzo a bottoni con bassi sciolti e poche fisarmoniche diatoniche. Se l’economia del paese crescerà, spero riusciranno a mantenere le loro tradizioni e le tecniche di costruzione avvalendosi dell’esperienza degli artigiani russi. Il problema sono le nuove generazioni di artigiani, difficili da trovare e far crescere, poiché i giovani non vogliono spendere uno o due anni a studiare per specializzarsi in questo genere di cose.

8. L’ultima domanda vorrei riservarla a Una Sinistra, la fortissima collaborazione che la vede protagonista con Yulia Americova. Come nasce questo nome e quali sono i vostri prossimi appuntamenti insieme?

Generalmente usiamo due modi differenti per spiegare il significato di Una Sinistra. Innanzi tutto deriva dall’espressione italiana presente negli spartiti di pianoforte (mano destra, mano sinistra) e che indica con quale mano suonare le note. Per noi Una Sinistra è la mano sinistra, ma anche la tastiera sinistra della fisarmonica, quella del piano e quella degli strumenti del nostro duo che ha una mano sinistra: una sinistra. Un altro significato, più scherzoso, proviene dal detto russo “lo faccio con la sola mano sinistra” per puntualizzare che si compie un’azione con estrema facilità. Noi sosteniamo di suonare tutta la nostra musica solo con la sinistra!

I prossimi concerti del duo saranno quelli del nostro Tour russo in Marzo e Aprile mentre uno dei progetti più interessanti del momento sono i concerti e seminari che terremo nelle piccole città della remota Russia con il nostro collega Mirco Patarini. Sarà l’occasione per presentare il nostro nuovo repertorio e ci auguriamo che Mirco si unirà a noi per un’esibizione in trio!