La Fisarmonica Classica tra storia, innovazione ed ergonomia

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La Fisarmonica Classica tra storia, innovazione ed ergonomia
di Claudio Jacomucci
 
Articolo tratto dal libro “Mastering Accordion Technique, a new approach to accordion playing based on the Alexander Technique”, di Claudio Jacomucci e Kathleen Delaney, 2013 – ISBN 978-88-91108-37-1)

 

Claudio JacomucciGià dal Medioevo si usavano strumenti a tastiera allacciati al corpo del musicista.

Questi organi in miniatura possedevano una serie variabile di canne, uno o due mantici ed un unico manuale solitamente con un’estensione inferiore alle due ottave.

L’invenzione del primo organo portatile ad ance (Kirsnik-Kratzenstein, 1780) consentì la creazione di una serie di strumenti con un’estensione più ampia (Harmonium, Physharmonika e Orgue Expressif), tanto che, agli inizi del XIX secolo, alcuni inventori furono in grado di costruire un meccanismo di tastiera-soffietto-somiere con ance libere in un unico corpo compatto e mobile, dando vita a strumenti come la Fisarmonica (Demian, 1829), Concertina (Wheatstone, 1829), Bandoneon (Band, 1840).

Mentre la maggior parte di questi strumenti ha mantenuto più o meno la sua configurazione originale ed è rimasta legata a generi di musica ben definiti, la fisarmonica si è evoluta notevolmente, spingendosi in molte direzioni. Dall’essere una piccola scatola con alcuni pulsanti, in grado di eseguire un paio di semplici accordi, la fisarmonica è diventata un complesso strumento polifonico e multitimbrico. Uno sconfinato numero modelli diversi, sistemi di tastiera, dispositivi meccanici, estensioni, registri sono stati sperimentati nel corso degli anni.

Quando si costruisce uno strumento si è di fronte ad una sfida che consiste nel cercare il giusto equilibrio tra la qualità del suono e i meccanismi, nell’ottenere la massima estensione delle tastiere, una grande varietà di registri e, al tempo stesso, contenere dimensioni e peso.

L’ergonomia, ovvero la scienza che si occupa dell’interazione tra individuo e tecnologia, si applica alla costruzione della fisarmonica da pochi anni. Questo approccio richiede una vasta conoscenza dell’uso e del funzionamento degli strumenti musicali in relazione all’anatomia umana.

Al giorno d’oggi, la fisarmonica con estensione completa più avanzata, la cosiddetta “fisarmonica classica”, ha due tastiere polifoniche, con un’estensione di sette ottave (Mi1 – Do# 8), quattro registri e 15 combinazioni al manuale destro, 3 o 4 registri con diverse combinazioni al manuale sinistro.

Inoltre, il manuale sinistro possiede un dispositivo meccanico (convertitore) che permette di commutare il manuale polifonico nel manuale dei bassi ed accordi precostituiti (Stradella Bass).

La maggior parte degli studenti di Conservatori e Accademie di tutto il mondo, così come la maggior parte dei concertisti, suona questo tipo di strumento, che è stato anche indicato come lo standard della fisarmonica classica dall’International Accordion Society.

La maggior parte delle opere originali per fisarmonica contemporanee sono principalmente composte per fisarmonica a bottoni.

Questo strumento complesso, ma al tempo stesso compatto, è dotato di una tastiera cromatica a bottoni (file di terze minori). Le caratteristiche isomorfe di questo sistema di tastiera permettono una visualizzazione rapida e semplice delle configurazioni, di conseguenza, semplifica la diteggiatura, evita l’iper-estensione delle dita e riduce la flessione, l’estensione, l’abduzione e l’adduzione del polso.

Il manuale destro è collocato in avanti, staccato dal corpo del musicista, per evitare una posizione ritratta del braccio e dunque l’irrigidimento della spalla. Anche la leggera pendenza della tastiera (con angolo decrescente verso il bordo esterno) permette un allineamento più naturale del polso e del gomito.

Esistono sistemi diversi di disposizione dei bottoni. I più comuni sono C-Griff (do in prima fila) e B-Griff (do in terza fila). Dal mio punto di vista, il sistema C-griff consente un adattamento più naturale della mano, mentre il B-griff costringe il polso ad un’adduzione troppo pronunciata e porta ad accavallare le dita.

Anche le fisarmoniche con la tastiera tipo pianoforte al manuale destro sono piuttosto diffuse, tuttavia questo sistema non è efficace come nel pianoforte o nell’organo, dove entrambe le mani suonano sullo stessa tastiera. Un pianista può sfruttare tutte le potenzialità della tastiera tradizionale proprio perché fa “co-operare” le mani sullo stesso manuale, unendole, sovrapponendole ed incrociandole quando gli intervalli sono troppo grandi per una mano sola o quando sono alle prese con strutture polifoniche complesse. Nella fisarmonica a piano, la mano destra è sottoposta ad uno stiramento delle dita eccessivo anche per raggiungere le configurazioni più comuni, costringendo il polso ad una costante tensione. Pur essendo molto grandi e poco maneggevoli, le fisarmoniche professionali a pianoforte hanno un’estensione piuttosto limitata.Mastering Accordion Technique

Il pioniere della fisarmonica classica italiano Salvatore Di Gesualdo diceva che “la fisarmonica classica è un medium” in grado di coniugare le caratteristiche tecniche e timbriche di tutti i suoi predecessori ed affini. La sua versatilità ci permette di reinterpretare la letteratura degli strumenti a tastiera antichi come l’organo portativo, il clavicembalo, l’organo e l’armonium, di rivisitare e rielaborare il suo repertorio tradizionale con l’influenza di stili moderni e, soprattutto, di ampliare i propri orizzonti incrementando la letteratura originale contemporanea.

La costruzione della fisarmonica si è evoluta enormemente ed è costantemente in movimento verso standard più elevati, anche se molti fisarmonicisti amano celebrare e glorificare certi tipi di “scatola di legno” rispetto ad altri, per preservare l’identità e l’orgoglio di un particolare “strumento”. Certamente sono consapevole che gli strumenti non sono solo oggetti, ma sono il risultato di un progresso storico, culturale, sociale e musicale. D’altra parte penso che non è lo strumento che fa il musicista, ma anzi il contrario.

I veri musicisti sono in grado di suonare qualsiasi tipo di “oggetto sonoro”. Sono in grado di ottenere un suono meraviglioso dal peggior strumento, ma è anche vero che un grande musicista può elevare la raffinatezza della sua arte e portarla ad una sublime sfera solo suonando un strumento ben concepito e ben riuscito in tutti i suoi aspetti.

In ogni caso, per quanto riguarda gli argomenti di questo libro, il perseguimento di assoluta efficienza, sia negli aspetti tecnici e tecnologici dell’interpretazione musicale, è una questione di primaria importanza per affrontare e gestire un oggetto così grande e pesante durante l’enorme quantità di tempo che si trascorre studiando.

Gli insegnanti devono essere responsabili nel consigliare il tipo di strumento appropriato ai loro studenti soprattuto nella fase iniziale dell’apprendimento. Un strumento troppo grande, pesante o mal progettato può causare molti problemi come mal di schiena, collo, spalle e scoliosi, che , nel corso degli anni, possono diventare vere e proprie patologie.

 

Claudio Jacomucci