“Beatles” è il titolo del nuovo libro di Ernesto Assante e Gino Castaldo

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Beatles Assante e CastaldoÈ uscito per l’editore Laterza il nuovo libro di Ernesto Assante e Gino Castaldo, i due giornalisti musicali di Repubblica. Il volume si intitola semplicemente Beatles ed è un nuovo contributo che i due autori dedicano al quartetto di Liverpool. Un contributo importante che va ad aggiungersi alla lunga lista di libri e saggi scritti sui Beatles, ma anche un ulteriore sguardo critico che Assante e Castaldo dedicano alla parabola degli inventori del pop, dopo molte “lezioni” all’Auditorium Parco della Musica di Roma e alcune produzioni multimediali, che hanno, più o meno, coinciso con la celebrazione, nel 2012, dei cinquant’anni dalla formazione del gruppo inglese. In quell’occasione i due giornalisti avevano prodotto uno speciale molto interessante sui luoghi dei Beatles – speciale composto di scritti e video, questi ultimi organizzati come delle vere e proprie “escursioni” tematiche sulle varie tappe e fasi della carriera dei Beatles – e avevano poi curato The Beatles Revolution, un volume collettivo al quale contribuirono Michele Serra (con lo scritto “Quando il mondo aveva bisogno di sentirsi nuovo”), Filippo Ceccarelli (“Il mondo intorno alla musica), Vittorio Zucconi (“La conquista dell’America dei giovani irrequieti”) e Gabriele Romagnoli (“Cambiare le regole, cambiare le parole”). In questo nuovo volume Assante e Castaldo entrano più nel profondo, analizzando, con una meticolosità che appartiene in egual misura al musicofilo e allo studioso, gli elementi musicali in relazione a quelli sociali e culturali. E definendo così uno scenario più articolato, entro il quale le produzioni beatlesiane assumono un valore più compiuto, storicizzabile e comprensibile. Le parole degli autori suggeriscono di guardare allo sviluppo di quei pochi anni (la parabola dei Beatles si è sviluppata e spenta tra il 1962 e il 1969) nel riflesso più ampio della rivoluzione culturale che stava marcando una divergenza irreversibile con il passato. E di considerare la produzione musicale e, in generale, espressiva dei Beatles come un segno e, allo stesso tempo, un fattore determinante di quella rivoluzione epocale. Come si può leggere in un breve estratto del testo, Assante e Castaldo sono in grado di cogliere i passaggi fondamentali di questa breve ma significativa parabola, per riconsegnarli ai lettori nel loro spessore storico, ancor prima che musicale e culturale: “mentre le classifiche di tutto il mondo sono piene dei singoli e degli album dei Beatles, il gruppo viaggia per fare concerti ovunque e a fine agosto è di nuovo in America, per un mese. Il giornalista Al Aronowitz, amico di Bob Dylan, organizza a New York un incontro tra il folksinger e i Beatles, che sarà decisivo per la storia della musica pop: servirà infatti ad avvicinare due mondi che venivano considerati lontani, quello del folk revival americano e quello del beat inglese. Ed effettivamente pochi mesi dopo le cose cambiano, almeno per due dei protagonisti, John Lennon e Bob Dylan. Dylan opera la svolta rock, prende una Fender Stratocaster e si libera dei rigori dell’ortodossia folk a Newport, facendo irritare il suo padrino Pete Seeger. John Lennon comincia a scrivere canzoni diverse, nei suoni e soprattutto nei testi”.