“Ethnic Italian records”: la musica dei migranti italiani negli USA

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FugazzottoÈ stato recentemente pubblicato dalla casa editrice Editoriale Documenta un volume nel quale sono confluiti anni di ricerche sulle musiche dei migranti italiani negli Stati Uniti tra la fine dell’ottocento e i primi anni del novecento. Il titolo del volume è “Ethnic Italian records. Analisi, conservazione e restauro del repertorio dell’emigrazione italo-americana su dischi a 78 giri”. L’autrice è Giuliana Fugazzotto – etnomusicologa specializzata in informatica applicata all’etnomusicologia – la quale ha ricomposto nel corposo lavoro (circa 250 pagine) un repertorio non solo vasto e differenziato (composto di oltre tremila documenti sonori), ma poco studiato dalla tradizione scientifica internazionale. Uno degli aspetti più interessanti del volume – dal quale, come si può immaginare, emergono dati fondamentali sul profilo storico e sociale non solo dei migranti ma anche del contesto in cui si sono inseriti – risiede nel fatto che le registrazioni, nella maggior parte dei casi conservate su dischi 78 giri, sono state interamente digitalizzate, oltre che evidentemente catalogate e analizzate. Questo, oltre a permettere l’accesso a documenti in molti casi difficili da trovare, apre di fatto uno spazio di studi fondamentale (basti pensare che solo nei primi tre decenni del novecento sono stati prodotti negli Stati Uniti oltre settemila documenti sonori legati alle musiche popolari italiane). Uno spazio che si configura come complesso e articolato: se da un lato l’adozione dei repertori tradizionali ha delle evidenti implicazioni di tipo culturale e identitario per i migranti, dall’altro lato lascia emergere l’influenza che questi repertori hanno avuto anche su alcune produzioni musicali locali. Come si può leggere, infatti, in alcuni passi delle note di presentazione del volume, la ricerca “consente per la prima volta di delineare i gusti musicali, le tendenze stilistiche, le problematiche socio-culturali della comunità italo-americana nel Primo Novecento e di documentare il processo di contaminazione e fusione dei repertori tradizionali a contatto con la cultura a stelle e strisce”.

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