Gli italiani tornano ad acquistare gli strumenti musicali

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mercatino strumenti musicaliDopo un lustro di depressione, la notizia che ci arriva di un mercato degli strumenti musicali in Italia nuovamente con il segno più certamente contribuisce ad iniettare un po’ di fiducia fra gli operatori del settore.

Certo ci sono ancora variazioni più o meno marcate fra alcuni comparti, ma tendelzialmente le statistiche segnalano con un + 10% il momento positivo che arriva dal mercato interno.

Usciti totalmente dalla crisi? Non scherziamo. Ma è che dopo oltre un lustro di depressione, di segni quasi univocamente negativi, di aziende in sofferenza proprio perché in tempo di crisi i compratori hanno limitato gli acquisti degli strumenti musicali (un bene voluttuario), fa bene al cuore vedere che l’anno 2015 è nel segno della ripartenza.

Che ci fossero però alcuni sintomi positivi lo si era intuito già dalle valutazioni parziali del primo trimestre che giravano fra gli addetti ai lavori (+4,2) e dopo la performance del 2014 chiusosi con un +3,6%.

Caso fortuito o no? I dati appena diffusi fanno capire che potrebbe trattarsi definitivamente di una inversione di tendenza. Si riparte dunque da un mercato che nel 2015 ha superato di poco i 290 milioni. Poca cosa, direbbero i soliti scettici ricordando lo stesso mercato muoversi su cifre intorno ai 400 milioni. Ma con la crisi che ancora morde, il segnale è sicuramente più che incoraggiante.

Claudio FormisanoI dati dell’andamento globale del mercato sono stati forniti da un raggiante Claudio Formisano, presidente della Dismamusica, l’associazione italiana produttori e importatori di strumenti ed edizioni musicali che raccoglie e diffonde annualmente gli andamenti del mercato italiano.

Vediamoli allora questi dati che interessano 1300 tra aziende ed esercizi commerciali (all’incirca 8 mila occupati).

Emerge subito con un globale +9,1% che iniziano per alcuni prodotti a crescere le quantità dei pezzi venduti (siamo a 1.292.301).

Ai vertici le amplificazioni del suono (+27,3), i registratori (+29,6), le chitarre elettriche (+23,4), altri strumenti a plettro (+22,6) e tastiere portatili (+22,4). Sempre in segno positivo ma con percentuali nettamente più basse pure i pianoforti digitali (+6,1), synth e campionatori (+8,8), chitarre acustiche (10,3) strumenti a fiato (+7,4). Sono tornati a vendere anche gli strumenti ad arco sia acustici che elettronici, quelli per didattica di base ed i computer music. Da evidenziare un dato che arriva dalle vendite delle fisarmoniche con un +0,4 che però produce un -20,7 nel fatturato (dato peggiore fra tutte le voci della statistica).

Sono invece letteralmente crollate le vendite degli organi e clavicembali (con un preoccupante – 60,6 ma non crolla il suo fatturato), le armoniche a bocca (-15,9), arranger e composer con – 15,8. In calo del -10,1 anche gli amplificatori singoli per strumenti, i pianoforti acustici (-5,3) ed i microfoni (con un – 5,1).

Commentando i dati alla stampa il presidente di Dismamusica Formisano ha tenuto a precisare come “questo risultato, al di là della connotazione nell’economia del settore musicale, assume un significato di grande spessore se si considera che lo si è raggiunto in un momento di profondi cambiamenti del mercato, come ad esempio le vendite online venute da oltre confine che hanno certamente sottratto al mercato nazionale importanti porzioni di fatturato”.

Si riparte dunque da qui. Mentre le nostre aziende (con le ferie ormai alle porte) stanno già pensando alle loro strategie settembrine per conquistare nuove fette di mercato.

L’obiettivo è chiaro. Avere il segno più anche in questo 2016. Tre indizi, si dice in gergo giudiziario, fanno una prova. E se così fosse vorrebbe dire essersi lasciati finalmente alle spalle anni difficilissimi.