Intervista di Romano Viazzani a Ksenija Sidorova (prima parte)

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Ksenija Sidorova FisarmonicaKsenija Sidorova si è trasferita a Londra dalla Lettonia per studiare fisarmonica presso la prestigiosa Royal Academy of Music. Fin dagli inizi ha dimostrato un talento e una forza da non sottovalutare. Ha conseguito con ottimi risultati un diploma post-laurea, vincendo molti premi importanti e collaborando con i migliori artisti del mondo della musica classica, tra cui Nicola Benedetti, Thomas Gould e Milos Karadaglic.

Incontro Ksenija una mattina, nel bel mezzo del suo fitto programma di appuntamenti. Siamo in un delizioso caffè, il St. John’s Wood a Londra.

Ksenija, la prima volta che ti ho incontrato eri alla Royal Academy, avevi circa diciotto anni…

Ne avevo sedici…

Sedici anni! Mio Dio! A sentirti suonare non sembravi così giovane! Ho capito subito che saresti diventata una fisarmonicista di alto calibro, probabilmente la prima nel Regno Unito, parola di fisarmonicista Britannico. Hai mai pensato che potesse accadere tutto questo?

Grazie mille per le tue belle parole. In realtà io non lo pensavo assolutamente. Avevo il desiderio di arrivare o per lo meno di raggiungere piccoli obiettivi, ed ho lavorato sodo per questo. Se avessi pensato al successo non sarebbe accaduto nulla, ne sono sicura.

Ma è stato sicuramente quello a cui hai puntato…

Sì, e c’è ancora tanto lavoro da fare (ride).

Cosa ti ha spinto a studiare a Londra? Che cosa offre il Dipartimento di fisarmonica della Royal Academy of Music di Londra e più in generale la città a una giovane studentessa di fisarmonica?

Beh, venire a Londra è stato un caso fortuito, perché all’epoca proprio non sapevo dove avrei voluto studiare. Sarebbe potuta essere la Russia, perché la musica per fisarmonica lì è particolarmente affermata, ma le tasse sarebbero state alte, perché, anche se sono di origini russe, il mio passaporto è straniero, e questo è un problema.

Poi uno dei miei amici ha spedito un demo che avevo registrato quando avevo sedici anni a Owen Murray. Il quale mi ha mandato un’email in cui mi invitava a suonare all’Accademia. All’inizio ho pensato che si trattasse di un invito a un master-class, poi invece si è rivelato essere un vero e proprio esame: ecco come inizia la storia del mio arrivo a Londra. Le mie competenze linguistiche erano buone, avrei potuto scrivere un saggio, le mie competenze musicali, compreso il solfeggio e anche le mie capacità di ascolto e comprensione non erano male, così mi sono presentata all’esame. Come tu sai, quando si è sotto stress si può dare il meglio. In seguito ho ricevuto una lettera di invito da parte dell’Accademia. In un primo momento non l’ho presa sul serio: l’ho letta più volte e alla fine mi sono resa conto che era vero, che mi avevano preso! Così i miei genitori hanno iniziato a mettere da parte i soldi per permettermi di andare e, nonostante qualche problema, ce l’ho fatta. Credo che Londra sia il luogo ideale per ogni strumentista. Per un fisarmonicista è fantastico, perché gli studenti sono una piccola nicchia e, per questo, sono sempre molto seguiti dagli insegnanti. Tu lo sai, gli insegnanti sono tutti molto impegnati e tutti hanno, grazie a Dio, concerti, cose da fare, quindi penso che tutti gli studenti di Owen, passati, presenti e futuri potranno godere di un fitto calendario di eventi divertimenti ma anche difficili a cui partecipare. È una sfida e l’ho accettata con grande gioia. In Lituania non ho potuto approfondire i miei studi nel campo della musica contemporanea, perché non era molto conosciuta e divulgata, e sono proprio contenta di averla approfondita qui. La decisione di mandarmi qui è stata presa dai miei genitori. Ora considero Londra come la mia casa.

Così Londra come città ti ha dato…

Oh enormi opportunità! Opportunità di andare a un concerto prima di tutto, innumerevoli concerti. Tutti vengono qui o ci passano venendo o andando in America, grandi persone, artisti e musicisti fenomenali. Si può andare a numerose mostre a cui potersi ispirare. Questa è una grande cosa. Mi sento molto fortunata di poter stare qui.

Già parlavi fluentemente l’inglese anche se non eri mai stata a Londra?

Sì, perché i miei genitori erano degli appassionati e in epoca sovietica non hanno avuto l’opportunità di imparare le lingue come facciamo ora. Mi hanno insegnato l’inglese perché volevano veramente darmi qualcosa di più.

Parlo anche un po’ di tedesco e sto cercando di approfondirlo. Poi parlo anche lettone e russo. Ho fatto molte lezioni di inglese prima di venire qui; mi piacerebbe leggere quel saggio che ho scritto per il mio provino perché mi piacerebbe sapere come l’ho scritto! (ride)

Mi ricordo che parlavi un inglese perfetto anche allora, non mi sembra che facessi una gran fatica…

La fatica più grande è stata abituarsi ai modi gergali e all’accento. La prima volta che ho preso il taxi per andare in Accademia era in realtà una delle prime volte che viaggiavo all’estero. Fino al quel momento avevo visitato l’Italia e la Lituania per partecipare a degli eventi di fisarmonica, ma il Regno Unito era qualcosa di speciale, un posto incredibile. Ricordo di aver chiesto al tassista di guidare passando davanti al Big Ben e lui mi ha chiesto che cosa fosse, ovviamente avrei dovuto dire The Houses of Parliament. Lui non capì e non passò di lì.

Mi ricordo che un giorno prendendo di nuovo il taxi dissi: “Andiamo alla Royal Academy of Music”, e lui rispose qualcosa che non capii, probabilmente era scozzese ed era davvero difficile capirlo. È stata davvero dura.

Poi mi sono abituata, d’altra parte avevo 16 anni e a quell’età è tutto più facile.

Ora, se dovessi spostarmi da qualche altra parte sarebbe più difficile. È un passo duro da compiere… devi veramente credere in qualcosa di profondo e motivante per poterlo compiere.

Quando sei giovane ti basta saltare e nuotare!

Yeah, tenti senza indugi.

Hai un talento spaventoso, una tecnica fenomenale, una potenza accompagnata da un raro coraggio, sensibilità femminile, e disponi di profondità emotiva – una combinazione che non sempre è comune nei fisarmonicisti . Riassumendo potrei dire che hai una personalità favolosa e la silhouette di una modella! Questa combinazione aiuta ad avere successo o si incontrano pregiudizi?

Penso che sia un problema comune ormai nel mondo della musica, e in generale nel mondo delle arti; proprio ieri stavo leggendo il blog di Norman Lebrecht sulle conduttrici…

Sì, ho visto…

… Nicky [Nicola Benedetti] è stata intervistata dalla BBC e stava dicendo che ci sono ottime violiniste, come Alina Ibragimova, Vilde Frang, Anne-Sophie Mutter. Avrebbe dovuto citare anche se stessa, in realtà, ma non lo ha fatto, perché è una persona molto umile. L’artista deve lottare affinché il pubblico veda ciò che di vero c’è in lui, questo fa parte del pacchetto: alcune persone ti giudicano dal tuo aspetto, è il successo che porta questo, loro non badano alle tue capacità musicali e a cosa sai fare, ma quello che conta è ciò che accade quando ti ascoltano e chiudono gli occhi, perché quando chiudono gli occhi e non succede nulla, allora sì l’artista si deve preoccupare. Quando si registra un disco è solo audio, perciò cerco di fare del mio meglio per catturare il pubblico. Ad ogni modo questo non è il punto principale. Il punto principale è un altro. Se davvero si vuole avviare una carriera musicale, ci si deve preoccupare della longevità, quindi si devono accentuare tutte le migliori abilità musicali in proprio possesso, cercando di non essere sempre accondiscendenti, perché questo funziona solo fino a un certo punto.

Le persone invecchiano e cambiano. Si diventa musicisti più maturi, più consapevoli, si iniziano ad avere altre abilità. La bellezza aiuta, non lo nego, ma cerco di accentuare le mie abilità. Comunque con la fisarmonica sono coperti tutti gli aspetti! (ridono)

Esattamente, non si può indossare una t-shirt bagnata per esempio come Vanessa-Mae…

… Che recentemente ha avuto molto successo alle Olimpiadi!

Era lei?

Sì! Nella ski-ing

No! Vanessa Mae?! Con il violino o senza? (scherza)

(Ride) Sì, e ed è arrivata in finale!

Era la prima volta che ammettevano le donne al trampolino. Prima era ritenuto troppo pericoloso.

… Slalom gigante… era nella squadra cinese, credo…

[controllo Wikipedia] Lei è inglese, metà thailandese metà cinese ed è nata a Singapore! Avrebbe potuto sciare per ognuno di loro!

Probabilmente suona troppo la fisarmonica! (Ridendo)

Sì, come Yuri Medianik, spero di intervistarlo in futuro per Strumenti&Musica, è un vero talento sia alla fisarmonica che al violino.

Sì, ho avuto l’occasione di sentirlo in estate, quando è venuto a Riga per partecipare a un programma di Tango. Grande. Un musicista a tutto tondo, fenomenale.

Anche Martynas Levickis, un tuo vecchio compagno di classe, ha goduto di un successo incredibile con il suo album, numero uno nelle classifiche britanniche lo scorso luglio. Le vostre strade si incrociano molto in questi giorni?

Suoniamo da tantissimo tempo… “vecchi compagni di classe”… (ride).

Per quanto tempo siete stati insieme?

Credo che ci siamo laureati circa due o tre anni fa. È molto poco, davvero.

Sì lo è.

Purtroppo non lo vedo da molto tempo, ma siamo in contatto su Facebook.

Quando l’ho intervistato mi ha detto che avete fatto qualcosa insieme in Lituania?

Sì, perché lì c’è un festival che dedica una settimana di programmazione alla fisarmonica. In Lituania il nostro strumento è molto più diffuso che in Lettonia e infatti ci sono tanti studenti e meravigliosi insegnanti. C’è una grande associazione e lui è il direttore della settimana della fisarmonica. Mi ha invitato insieme ad alcuni fisarmonicisti provenienti dalla Polonia in occasione di quella settimana. Abbiamo organizzato un grande concerto in una grande chiesa e c’era un è pubblico molto numeroso. Penso che stia ottenendo ottimi successi in ogni campo, perché è particolarmente preparato, sia nell’organizzazione di concerti che come concertista.

Abbiamo parlato durante l’intervista di come, ovviamente, siamo un demodé. E del fatto che magari qualcuno, sentendo il suo album, possa non rendersi conto che si sia formato alla Royal Academy e che abbia suonato brani anche molto, molto, impegnativi.

Sì, non è un percorso facile e lui ha un programma davvero difficile.

Penso che sia molto positivo che due come voi siano sotto i riflettori dei media qui nel Regno Unito al momento, e che stiate raggiungendo molte persone che non hanno forse mai…

… Pensato di comprare un album di fisarmonica…

… Sì… le persone vi hanno visto alla BBC. Alcuni dei miei giovani studenti che parlano un po’ “street slang” dicono che Martynas è un “tipo tosto”, che per noi uomini comuni significa che è molto bravo!

(ride) Sì, è incredibile la copertura tv che ottiene e il numero di persone che raggiunge.

E poi ci sei tu, anche se percorri una strada meno popolare, il tuo successo è comunque sempre sorprendente.

Beh, io penso che il tutto sia successo perché ha partecipato a Lituania Got Talent, ed è stata una sua idea. Ha lavorato molto su tutti gli arrangiamenti, cercando di non farli troppo banali.

In realtà ha fatto davvero bene perché ha lavorato in maniera originale. Tutto è molto ben suonato e di buon gusto. Si può dire ci sia sostanza lì. Forse qualcuno che non ha avuto la sua stessa formazione può suonare gli stessi pezzi, ma in modo meno raffinato.

Ognuno sceglie i propri percorsi, quello che sente più congeniale. Martynas ha grande fascino e una forte personalità quando è sul palco.

Mia figlia Adelaide dice: “Mi piacciono i suoi gesti rapidi fra i capelli ‘shoom shoom shoom’, mentre suona”. Mi fa ridere.

Ah, sì, ma ora ha un nuovo look con i capelli lisci, un look elegante.

Adesso sembra Toralf Tollefsen. Ho confrontato le loro immagini sulla mia pagina facebook. C’è anche Peter Dranga che sembra Walter Beltrami.

Hai messo una doppia foto? (Ride) Chi ti sembro io?

Beh, non ci sono state molte famose fisarmoniciste con cui poterti confrontare! Dobbiamo cercare una fisarmonicista dal 1940. È come se fossero reincarnati!

Devo vederle…

Ho ascoltato le tue recenti registrazioni. Devo dire che sono suonate e registrate superbamente. Il tuo album solista raccoglie nello stesso tempo il classico e il contemporaneo. Io lo definirei un vero tour de force. Flashing by Nordheim è per me un chiaro esempio di come tutti dovrebbero suonare questo tipo di repertorio. Il modo in cui lo hai eseguito e registrato è davvero sorprendente. Sei entrata in sintonia con il brano e questo permette all’ascoltatore di farlo suo fino in fondo. Tutto ciò è fondamentale nella musica contemporanea.

Qualsiasi cosa tu credi, qualsiasi emozione tu provi, la crederà e la proverà anche l’ascoltatore.

Il tuo Scarlatti è incredibile, come anche Bach. Spettacolari sono anche alcune Variazioni di Mozart su A vous je maman, che la maggior parte delle persone nel Regno Unito conoscono come la filastrocca Twinkle, Twinkle Little Star. Poi il Schnittke Revis Fairy Tale, Berio, il filosofico Takehashi, per finire con Five Tango Sensations di Piazzolla. È un album molto ricco.

Grazie. L’ultima era in realtà il concerto con l’Orchestra Nazionale del Galles della BBC…

… Che io ho appena ascoltato.

Ebbene tutti questi pezzi erano stati creati per un approccio recitato. Non mi aspettavo di essere “ricoperta” da recensioni. Il Daily Mail ha dato cinque stelle, così come anche The Independent, e tanti altri che non mi aspettavo affatto, lo hanno molto apprezzato. È stata una bella occasione registrare per questa piccola etichetta, Champs Hill, che è nel West Sussex, con un bel produttore che ora è amministratore delegato della società; nonostante la sua giovane età è un grande esperto di musica con un fantastico orecchio. Quando l’ho conosciuto ho pensato: non avete intenzione di ascoltare il mio Berio, vero? Poi, quando ho iniziato a suonare è venuto fuori con dei commenti che sono stati anche ottimi suggerimenti per cambiare alcune cose nella mia testa e poi nell’esecuzione dei brani. In realtà è stata lampante una delle prime opere contemporanee che ho fatto alla Royal Academy. E quando sono arrivata avevo paura che avrei dovuto suonare tutti quei pezzi e ogni volta che Owen mi proponeva un brano io dicevo: “è contemporaneo?”.

Era la tua risposta, o meglio la tua domanda!

Sì, ho bisogno di conoscere il livello di contemporaneità! Ero solita chiedere “che cosa è questo?” E “che cosa è questo?” È un pezzo perfetto per lavorare sul suono e sulla tecnica del mantice, perché c’è tutto dentro, è come un “etude massiccio”. Mi sono divertita a suonarlo perché mi ci sento davvero a mio agio. Tutto il repertorio che ho registrato riflette la mia anima, quindi sono contenta che sia andata così bene. Poi c’era anche la possibilità di registrare Five Tango Sensations, anche se era solo un movimento. Alcuni degli altri movimenti non sono stati inclusi, ma spero in futuro di poterli inserire, magari con il Quintetto Sacconi, una delle giovani formazioni che ha un fitto calendario e sale sempre sold out. La prima volta che li ho incontrati abbiamo dovuto registrare immediatamente, tanto che non abbiamo avuto tempo di provare, ma abbiamo scoperto un’intesa così perfetta da suonare insieme in numerosi concerti.

Brilliant! E senza prove, diretti alla registrazione!

Non so come ho fatto. Ora, ci penserei dieci volte prima di provarci. Per fortuna, nel mio viaggio di musicista ho incontrato queste persone meravigliose, come te, persone scanzonate, che possono fare solo critiche costruttive, che sono molto importanti, perché è sempre necessario guardarsi intorno ed essere attenti a quello che si fa.

Mi stai facendo piangere…

(Ride) No!

Poi c’è la tua partecipazione nell’album di Nicola Benedetti. Quanto spesso si arriva a lavorare con questi grandi star come Benedetti e Karadaglic?

Beh, io ho avuto la possibilità anche di essere nel disco di Milos (Karadaglic). Abbiamo incominciato la nostra collaborazione ancor prima che iniziasse a lavorare al suo primo disco. È strano, perché l’ho vista sbocciare come un fiore, stava accadendo davanti ai miei occhi e io la vedevo crescere e diventare una star. Lei è una che ha sempre preso dagli altri, con molta umiltà. È una musicista fenomenale, molto sensibile. Dopo la registrazione dell’album ha inciso Latino Pasion, in cui c’era una versione di Libertango e così le dissi: “Tesoro, c’è la fisarmonica in Libertango”. E così, disse, “Ok proviamo a fare qualcosa”. Poi abbiamo ricevuto l’invito a partecipare al Classical Brit Awards in TV e abbiamo deciso di preparare un arrangiamento per l’occasione. Dopo un’ora era tutto pronto e subito disse che voleva ri-registrare l’album e l’ha fatto, questa volta chiamandolo Latino Gold. Io sono in quest’ultima versione. Ricordo bene le sue parole: “Sono così felice di averti qui, avremmo dovuto fare in questo modo fin dall’inizio”. Dopo tutto ha creduto in me. E Nicky (Benedetti) mi fu presentata dal produttore dei miei due album, Alex Van Ingen, e non appena ha aperto la porta del suo appartamento, dove abbiamo provato, mi è sembrato di conoscerla da una vita. Lei è una di quelle persone veramente cordiali, una persona super-gentile, una persona molto rara…

Si vede che è molto intelligente…

È molto intelligente, molto sincera ed è una lavoratrice. Non si stanca mai!

In realtà mi hai battuto sul tempo, perché qualche anno fa ho avuto un piccola ensemble di tango con Simon Mulligan, Yaron Stavi e Melody Castellari, tutti musicisti brillanti, e avevamo bisogno di un violinista, qualcuno bravo, di alto profilo. E pensai a Nicola Benedetti. Però era troppo tardi… Ksenija! Ma sono davvero contento per te…

(Ride). È stato in occasione della registrazione di quell’album sulla musica da film, poi abbiamo iniziato a frequentarci al di fuori del lavoro, così come amici, poi lei mi ha invitato a suonare in un altro album, The laste decade, il suo ultimo lavoro, nel quale abbiamo registrato La danza ungherese n. 5 di Brahm e Czardas di Monti. È semplicemente incredibile aver avuto la possibilità di incontrarla ed essere stata ricambiata, così ora ci teniamo in contatto.

E ti esibisci insieme con lei?

Ho fatto un tour con lei per l’album Silver violin in ottobre-novembre. Ora si trova in India.

Sì, ho sentito parlarne ieri sera alla radio. È con il compositore scozzese James MacMillan. Sta crescendo molto nella musica indiana, a quanto pare.

Sì. Tra gli interessi di Nicky c’è anche il suo amore per i bambini, le piace lavorarci insieme. Lei dedica molto del suo tempo di lavoro ad Outreach. Io ho appena iniziato. Fin dall’età di sedici anni è stata sotto i riflettori e quello che ammiro è come ha affrontato la sua notorietà. Non si è mai fatta ammaliare dalla carriera pop, anche se avrebbe tutte le carte in regola per farlo. Lei si preoccupa veramente della sua immagine e come sarà nel corso degli anni, perciò cerca sempre di fare un lavoro di qualità. Io invece, per il momento, sto solo imparando a lavorare, ad ogni modo sono felice perché è un ottimo ambiente.