Mysterious Jazz – Delitti in jazz e in blues (terza parte)

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MYSTERIOUS JAZZ

Delitti in jazz e in blues

(terza parte)

 

Ci avete fatto caso? Da qualche tempo, in Scandinavia gli scrittori di gialli crescono come funghi dopo un temporale. C’è da pensare che in quelle terre ghiacciate ci siano più autori di crime story che alci. In Scandinavia sono nati anche tanti fantastici jazzisti, ma qualche commissario di carta – e qualche morto ammazzato su cui indaga – preferisce John Coltrane ai propri compatrioti. Kurt Wallander, il tristissimo commissario della tristissima Ystad (Svezia) inventato da Henning Mankell, per esempio, trova, a casa della vittima di un omicidio, un vinile di John Coltrane[I]. Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - Wallander)E del rivoluzionario sax-tenorista di Hamlet (North Carolina, U.S.A) è innamorato un collega di Wallander, Erik Winter, commissario di Göteborg. Il suo è un amore assoluto e incondizionato. Il personaggio di Åke Edwarson non tradisce il proprio idolo nemmeno col pensiero e di lui preferisce le performance più audaci: A Love Supreme (1964/65), Meditations (1966) tra le altre. D’altronde, Coltrane ha lasciato un’impronta indelebile sul jazz scandinavo, esibendosi più volte in quell’estremo Nord. In Svezia, nel 1963, ha inciso Live in Stockholm. L’approccio di Winter ai casi di omicidio è lo stesso di Coltrane alla musica: “Se voglio risolvere questo caso” dice tra sé e sé il commissario vichingo mentre ascolta The Father and The Son and The Holy Ghost “devo pensare in modo dissonante, asimmetrico, perché qui niente è corretto. Questo lavoro è una ricerca, come questa musica che sto ascoltando è una ricerca”[II]. Anche in Norvegia qualcuno ritiene che il jazz sia indispensabile alla detection. In questo caso si tratta dello scrittore Jo Nesbø. Per diletto Nesbø fa anche il rocker, ma quando si tratta di scrivere gialli ha bisogno di ascoltare del jazz per concentrarsi e tirare fuori tutta la propria creatività. I suoi musicisti preferiti? Chet Baker, Miles Davis e… John Coltrane, naturalmente.Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - John Coltrane)

Di tutt’altro genere sono gli incontri col jazz di un gigante della letteratura poliziesca: il commissario Maigret. Maigret il jazz sembra più subirlo che amarlo. Lo incontra nei locali che è costretto a frequentare suo malgrado per svolgere le indagini su qualche omicidio. È nella convulsa Parigi notturna che risuonano le note del jazz, nei night club equivoci, dove piccoli e grandi delinquenti si danno appuntamento per pianificare qualche crimine. Lì, “la musica jazz filtra attraverso le tende di velluto che mascherano l’ingresso della sala[III]” o è cantata da donne come Tania, che in Maigret al Night club[IV] alterna la professione musicale a quella di spogliarellista. Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - Maigret)D’altra parte, il più «piccolo borghese» tra gli eroi del giallo come potrebbe amare la musica del diavolo e i suoi ambienti più tipici? Jules Maigret è un uomo «normale» che, conclusa un’indagine che lo ha condotto nei luoghi e tra gli animi più sordidi, è felice di tornare alla propria vita rassicurante, “alla voce della signora Maigret, all’odore dell’appartamento, con i suoi mobili e i suoi oggetti tutti al loro posto”[V].

Di tutt’altra pasta è fatto Nestor Burma, detective molto privato e molto noir. Il suo papà è Léo Malet, giornalista, poeta, scrittore, frequentatore assiduo di André Breton e degli altri surrealisti. Burma somiglia un po’ ai private eye americani, cinici e disincantati, con un pizzico di sfortuna e tanta simpatia. Nel corso delle sue indagini vaga da un quartiere all’altro di Parigi e incontra spesso jazz e jazzisti. A volte anche in formato cadavere. È il caso del batterista assassinato in La notte di Saint-Germain-Des-Prés[VI] (1955), che ha da tempo abbandonato la musica preferendole il furto e il traffico di droga: “È noto che certi musicisti di jazz sono affezionati alla marijuana…” afferma Burma. Ma non sembra scandalizzarsene. Il morto è steso sul proprio letto. In terra una pila di dischi in cima alla quale ne spicca uno di Dizzy Gillespie. Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - Dizzy Gillespie)Nestor non ha una casa ordinata dove rifugiarsi la sera, né, tantomeno, esiste una rassicurante signora Burma pronta a sfornare manicaretti per il suo eroe. Il nostro detective, la sera, quando stacca dal lavoro, continua a frequentare gli stessi ambienti che bazzica per motivi professionali. Per esempio, la Cave Bleue dove: “relegata su una piccola pedana, si scatenava una formazione di jazz mista, metà bianca e metà nera, che minacciava non solo di far crollare i calcinacci dalla volta, ma la volta stessa. Dominante su tutto, una tromba suonava una nota incredibilmente acuta. Quando il musicista staccò le labbra dal bocchino del suo strumento, qualche intenditore si mise ad applaudire freneticamente. Non aveva torto. Era stata una buona performance. Quel tipo era meglio di Armstrong”[VII].

Erede di Burma (ma un pizzico anche di Maigret) è Fabio Montale, personaggio italo-francese dell’altrettanto italo-francese Jean-Claude Izzo. Montale vive a Marsiglia come il suo autore ed è un poliziotto del tutto particolare, “più educatore di strada nei quartieri difficili che sbirro”, come recita la nota in quarta di copertina del primo romanzo[VIII] della trilogia di cui è protagonista. Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - Jean Claude Izzo)Nei meandri della Marsiglia marginale, tra migranti algerini, malviventi italiani e lepenisti francesi, Montale indaga sulla morte di un vecchio amico di gioventù finito nel giro sbagliato, sulla scomparsa del figlio di una lontana cugina di cui un tempo era stato innamorato[IX] e sui legami tra politica, mafia e alta finanza[X]. Nell’ultimo romanzo della serie, Montale ha lasciato la polizia, nauseato dalla corruzione e dal razzismo imperanti, e indaga per conto di un’amica giornalista che ha ficcato il naso dove, secondo qualcuno, non avrebbe dovuto. Pubbliche o private che siano, le inchieste – e la vita – di Montale sono sottolineate dal jazz e dal blues: una volta si addormenta ascoltando il piano di Thelonius Monk, un’altra ascolta Sam Lightnin’ Hopkins, un’altra ancora è protagonista di un romanzo che porta lo stesso titolo di un brano di Miles Davis: SoleaMysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - Sam Lightning Hopkins)

Il sole di Marsiglia è, invece, solamente un miraggio per Nick Miller, sergente di polizia, che indaga tra le nebbie e sotto la pioggia di Londra. Uno dei romanzi di cui è protagonista s’intitola addirittura Ammazzando sotto la pioggia e narra di un serial killer che uccide solamente quando fa cattivo tempo. A Londra, praticamente, una strage… L’autore di questi romanzi così umidi – di pioggia e di sangue, brrrrrrr – è Harry Patterson[XI], da non confondere col semi omonimo James, americano di Washington D. C. Tra l’ombrello e la rivoltella, entrambi d’ordinanza, Nick trova sempre spazio per il suo pianoforte. I suoi cavalli di battaglia sono The Lady Is A Tramp e Blue Moon e suona così bene che un’amica dice di lui che lo “si prende per Oscar Peterson”. Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - Oscar Peterson)

Gli strumenti musicali possono trasformarsi anche in strumenti di morte, lo sapevate? Noooo?! Be’, provate a sdraiarvi sotto un pianoforte o a suonare una chitarra elettrica mentre fate il pediluvio e poi saprete dirmi… Anche la voce di certi cantanti può fare del male seriamente. Ascoltate un album di Toto Cotugno, per esempio, o, anche, solamente un paio di sue canzoni… Come va? Ancora vivi? Una tromba, poi, se «suonata» in testa, può essere letale. Ne sa qualcosa un certo signor Fellsinger, trombettista jazz per diletto, che dopo aver aiutato un amico ingiustamente condannato per omicidio ed evaso da San Quintino, riceve il proprio strumento dove non avrebbe voluto. Lo racconta David Goodis nel 1952, nel romanzo Giungla umana. Per i pochi lettori che non vi avessero soggiornato, San Quintino si trova a San Francisco ed è lì che possiamo incontrare anche August Riordan, personaggio dei romanzi di Mark Coggins con doppia professione: detective privato e contrabbassista jazz.

Restiamo in California, ma torniamo a Los Angeles dopo un mese di assenza. È qui che si muove Toby Peters, l’investigatore privato di Stuart Kaminsky, un po’ Humphrey Bogart e un po’ Woody Allen. Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - romanzo di Stuart Kaminsky)Peters, che ha un fratello poliziotto che non lo sopporta e che lo prende spesso a pugni, vive negli anni ’40 ed è coinvolto in vicende impossibili, divertenti e ricche di suspense al tempo stesso. Gli fanno da comprimari i più grandi nomi del cinema, dello spettacolo, della politica, della cronaca e della cultura di quell’epoca. Peter Lorre, Bela Lugosi, i fratelli Marx, Errol Flynn, Mae West, Howard Hughes, Ian Fleming, Albert Einstein, Al Capone, Salvador Dalì, Bertolt Brecht, George Raft, Gary Cooper, Ernest Hemingway, Veronica Lake, Joe Louis, Franklin Delano Roosevelt si trasformano tutti in personaggi di Kaminsky, meticoloso nella ricostruzione di ambienti, situazioni e personalità, che conosce profondamente anche perché alla carriera di scrittore unisce quella di docente di Storia del cinema all’Università dell’Illinois. In un’ambientazione simile non poteva certo mancare il jazz. Toby Peters ha una preferenza esplicita per Glenn Miller e per Chattanooga Choo Choo, ma nelle sue avventure s’imbatte, anche e spesso, in molti altri musicisti, in carne ed ossa o su disco: Dina Shore canta Rhapsody, Tommy Dorsey suona This Love Of Mine, l’orchestra di Harry James interpreta I’ve Heard That Song Before e poi Benny Goodman, Irving Berlin, Bing Crosby, Jimmy Dorsey, Cole Porter.

Un altro grande scrittore – anche lui di Los Angeles – che ama farcire i propri romanzi di personaggi realmente esistiti è James Ellroy. Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - James Ellroy)In American Tabloid, per esempio, John Edgar Hoover, la famiglia Kennedy, Frank Sinatra, Rock Hudson, Jimmy Hoffa e Howard Hughes appaiono accanto a personaggi di fantasia in una sorta di romanzo inchiesta sull’ascesa al potere di JFK. Anche in White Jazz, ambientato negli anni ’50, c’è Howard Hughes, il business tycoon più discusso e rappresentato della storia. Il romanzo è raccontato in prima persona dal tenente David Klein, poliziotto corrotto, pronto ad uccidere chiunque ficchi il naso nei suoi affari privati e disponibile con chiunque sia disposto a pagarlo. Un lato positivo, però, c’è anche in Klein. Il tenente ama il jazz che, insieme ad una bottiglia di bourbon, è il solo mezzo capace di mettere in circolo i suoi pensieri. Seguendo una pista lungo le strade di Los Angeles, s’imbatte in locale in cui suona Art Pepper, Mysterious jazz delitti in jazz e in blues (terza parte - Art Pepper)il sassofonista che in questi anni, tra un’entrata e un’uscita dal carcere per problemi di droga, si esibisce spesso in città: “Parcheggio, entro. Poca luce; niente biglietto d’ingresso o supplemento al tavolo. Quattro bianchi sul palco, illuminato da dietro. Sax, contrabbasso, piano, batteria: quattro pulsazioni ritmiche, non è proprio musica, e neanche rumore. Urto un tavolino e faccio cadere per terra qualcosa. Una brocca d’acqua. Comincio ad abituarmi al buio. Una bottiglia di bourbon, un bicchiere. Prendo una sedia, guardo, ascolto. Un assolo di sax. Gemiti, ansiti, impennate sonore. Mi verso un bicchierino. Giù. È caldo[XII]”.

Sì, è caldo. Non solo il bourbon del tenente Klein. È stata una giornata torrida. Come quelle che fanno da scenario a tante crime story. Ma, come in ogni hard boiled che si rispetti, una pioggia notturna, ora, sta scendendo a lavare le ferite dell’anima di ogni detective che si rispetti. Batto le ultime righe dell’articolo. Il ghiaccio è finito. Il bourbon anche. Non mi resta che indossare l’impermeabile bianco alla Bogart e scendere al bar per comprarne una bottiglia. E mentre chiudo la porta dietro di me, il sax tenore di Lester Young suona dallo stereo le ultime note struggenti di On The Sunny Side Of The Street.

 

NOTE

[I] Henning Mankell, Muro di fuoco, Venezia, Marsilio, 1998.
[II] Åke Edwarson, Il passo della morte, Milano, Giallo Mondadori, 1999, p. 113.
[III] Georges Simenon, La rivoltella di Maigret, Milano, Mondadori, 1957, p. 16.
[IV] G. Simenon Maigret al Night club, Milano, Mondadori, 1954.
[V] Cit. in Ernest Mandel, Delitti per diletto, Milano, Interno Giallo, 1990, p. 66.
[VI] Léo Malet, La notte di Saint-Germain-Des.Prés, Roma, Fazi Editore, 2003.
[VII] Ibidem, p. 12.
[VIII] Jean-Claude Izzo, Casino totale, Roma, E/O, 2002.
[IX] J-C. Izzo, Chourmo, Roma, E/O, 2000.
[X] J-C. Izzo, Solea, Roma, E/O, 2001.
[XI] Harry Patterson, Ammazzando sotto la pioggia, Milano, Giallo Mondadori, 1969, p. 81.
[XII] James Ellroy, White Jazz, Milano, Mondadori, 2012, pp. 62-63.

 

PER APPROFONDIRE

BIBLIOGRAFIA

Fonte indispensabile per la stesura di questo articolo è stato il libro di Franco Bergoglio, Sassofoni e pistole, Roma, Arcana Jazz, 2015.
Per approfondire il rapporto tra musica jazz e letteratura poliziesca, suggerisco di visitare il blog dell’autore all’indirizzo https://magazzinojazz.wordpress.com/

RICCI, Laura, Paraletteratura. Lingua e stile dei generi di consumo, Roma, Caocci, 2013

RIMONDI, Giorgio, La scrittura sincopata, Milano, Bruno Mondadori, 1999.

SOITOS, Stephen F., The Blues Detective: A Study of African American Detective Fiction, Amherst, Univerity of Massachussets Press, 1996.

SORIANO, Osvaldo., Triste, solitario y final, Torino, Einaudi, 1973.

ULANOV, Barry, Storia del jazz in America, Torino, Einaudi, 1950.

 

LINK AUDIOVISIVI

https://www.youtube.com/watch?v=tSGUPsAeL34&list=PLyMcPOG2VKI8CaG8nyZhsnIoWtkS_ZT5H

https://www.youtube.com/watch?v=YIE8pOuqMsk