Roberto Beneventi: jazz e tango fonti immense alle quali attingere

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Roberto BeneventiFisarmonicista dal playing finemente speziato e compositore profondamente introspettivo, Roberto Beneventi è un musicista a tutto tondo, che ama spaziare dal jazz al tango, dal jazz manouche alla musica mediterranea, dalla musica balcanica a quella mitteleuropea. Con questa intervista racconta le sue esperienze umane e artistiche più significative.

Quando e come hai scoperto la fisarmonica?

Da subito, visto che mio padre, fisarmonicista amatoriale, la suonava tutti i giorni. Sono cresciuto con questo suono e me ne sono innamorato.

Perché è diventato il tuo strumento del cuore?

In verità ho avuto la batteria come primo strumento del cuore, ma l’ho abbandonata perché sentivo l’esigenza di creare melodie e di poter disporre, in un unico strumento, anche della parte ritmico-armonica. A 8 anni ho iniziato seriamente a studiare la fisarmonica.

Sei un fisarmonicista autodidatta oppure hai intrapreso gli studi conservatoriali riguardanti questo strumento?

Sono cresciuto in un piccolo paese di montagna, in provincia di Modena. All’epoca, ancora, non esisteva la cattedra di fisarmonica nei conservatori (le prime furono istituite nel 1992). Ho avuto la fortuna di avere un grande maestro a pochi chilometri da casa, il bravissimo Walter Ranieri, che mi ha insegnato tantissimo grazie al suo talento, alla sua competenza e alla sua esperienza (è stato il fisarmonicista di Charles Aznavour e Juliette Greco). Mi ha fatto conoscere musicalmente Astor Piazzolla a 8 anni, Miles Davis, Jo Privat, Yvette Horner, Tony Murena e altri ancora. È stato un vero shock, ovviamente positivo. Successivamente ho continuato a studiare Armonia, Composizione e Direzione d’Orchestra con il M° Ettore Ballotta a Bologna, che per svariati anni è stato direttore d’orchestra e arrangiatore per la RAI e per Mina.

Quali sono state le difficoltà prettamente tecniche legate alla fisarmonica che hai dovuto affrontare durante il tuo percorso di studi?

Sinceramente non ho riscontrato difficoltà tecniche. Ho sempre vissuto un rapporto molto naturale con questo strumento. Ovviamente lo studio è stato sempre costante, come oggi del resto.

Sei un compositore passionale e introspettivo. Come descriveresti le caratteristiche dei tuoi brani originali?

Intimistici, istintivi ed emotivi.

Figuri come fisarmonicista e compositore nel gruppo Note Noire, quartetto incardinato su un’ammaliante commistione che abbraccia jazz manouche, musica mediterranea ed eurocolta, in cui non mancano colorazioni appartenenti al latin jazz afrocubano. Qual è la genesi di questa peculiare formazione?

Il gruppo è nato nel 2005, dalla collaborazione tra il chitarrista Tommaso Papini, il chitarrista parigino Joris Viquesnel e il contrabbassista Mirco Capecchi. L’idea era di far convergere brani di repertori eterogenei, suoni e forme delle tradizioni zingare che hanno percorso l’Europa nel ‘900. Dalle czardas ungheresi al valse musette, passando per lo swing, le hora rumene, i canti albanesi, tutte le musiche del Mediterraneo in un gruppo, dove risuonano il rebetiko greco e il jazz manouche di Django Reinhardt, le danze dei gitani, i suoni dei Balcani, in cui le traiettorie nomadi incrociano quelle delle musiche mitteleuropee. Dunque, Joris è tornato a vivere in Francia, così sono subentrato insieme al violinista Ruben Chaviano.

Qual è stata l’esperienza più significativa che hai vissuto insieme a Note Noire?

Sicuramente i concerti alla “Royal Albert Hall” di Londra, al “Rhino Jazz Festival” di Lione e al “Longlake Festival” di Lugano. Sono state esperienze meravigliose.

Esiste un genere musicale specifico che pensi possa rappresentarti di più umanamente e artisticamente?

Certamente il jazz e il tango. Sono stati fondamentali durante la mia formazione. Presentano moltissimi aspetti in comune e sono una fonte immensa alla quale attingere.

Quale ruolo ricopre la fisarmonica nel panorama musicale contemporaneo?

Oltre che nel settore della musica “ballabile”, la fisarmonica si sta riscoprendo sempre più protagonista in svariati contesti. Ci sono tanti giovani che si avvicinano a questo strumento con la necessità e la voglia di scoprire e ampliare nuovi linguaggi come il jazz, il tango, la musica etnica, il jazz fusion, il latin jazz, la musica classica e quella contemporanea. Questi sono solo alcuni tra i generi musicali in cui la fisarmonica si sta guadagnando ampio spazio e grande attenzione.

Stai lavorano a nuovi progetti discografici?

Al momento sto continuando a scrivere per il mio progetto “Note Noire”, in prospettiva di un futuro disco, che probabilmente ci vedrà coinvolti in una collaborazione con un’orchestra d’archi.