Scopriamo i talenti della nuova generazione: il croato Ivan Šverko

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Ivan SverkoIvan Šverko è un fisarmonicista/concertista croato tra i più promettenti della sua generazione. Ha iniziato a studiare presso la scuola di musica Ivan Matetić Ronjgov per poi perfezionarsi con alcuni dei più bravi docenti in circolazione. Ha partecipato a tutti i concorsi più importanti conseguendo dei risultati eccellenti; nel 2010, si è iscritto nella classe del Maestro Mika Väyrynen presso la Sibelius Academy (Helsinki, Finlandia).

A 11 anni, a dispetto della tua giovane età, hai iniziato a viaggiare per il mondo, a partecipare ai concorsi e agli eventi più importanti. Qualche rimpianto?

Non ho rimpianti! Io credo che il ruolo dei concorsi nella mia educazione e nella mia formazione musicale ha contribuito notevolmente a mantenere il mio livello motivazionale elevato. Partecipare ad un evento internazionale, per un giovane “aspirante” musicista, aiuta a sviluppare le proprie capacità. Il contatto diretto con il pubblico, la possibilità di confrontarsi e relazionarsi con altri musicisti, assistere ai concerti, trarre l’ispirazione per un nuovo brano musicale da mettere in repertorio, ottenere un feedback dai tanti bravissimi docenti che frequentano questi ambienti…

Per me il risultato finale conta e pure tanto, ma non credo sia vitale vincere sempre! La musica non è una scienza perfetta e immutevole. Dovremmo quindi discutere sull’oggettività dei giudizi in una materia già di per sé astratta e personale come lo è la musica. Ad ogni modo anche le classifiche di merito fanno parte del gioco e, in un concorso, non si possono evitare. Ritengo che il ruolo dei concorsi, oggi, sia preparare i giovani a diventare degli interpreti di successo.

Hai avuto l’opportunità di collaborare con uno dei più rinomati compositori croati: Mladen Tarbuk. Cosa ricordi di quell’esperienza?

Ho avuto questa opportunità dopo aver vinto il Concorso Internazionale multi-strumentale Ferdo Livadić. È stato un grande onore eseguire “la premiere un brano” di un così illustre compositore e, a mio parere, si tratta di un’opera molto importante per la fisarmonica croata contemporanea. Il pezzo richiede bravura tecnica e interpretativa perché raccoglie in sé molte componenti contemporanee come dodecafonia e serialismo, ma in una forma musicale “familiare” – per esempio, il secondo movimento, Tango, è un perfetto connubio tra i linguaggi musicali tradizionali e moderni.

Non ci sono mai abbastanza nuovi brani originali per fisarmonica. Gli autori e il pubblico stanno iniziando a riconoscere la “ricchezza” e la versatilità dei nostri strumenti e questo mi rende molto felice. Persuadere un compositore a scrivere un pezzo per fisarmonica aiuta anche l’inserimento della stessa nei circuiti tradizionali della musica classica, contribuendo, quindi, al consolidamento della carriera artistica dei giovani studenti.

Cosa ne pensi dell’attuale approccio agli studi in Croazia, come ci si orienta negli ambienti didattici fisarmonicistici?

Penso che in questo periodo vada abbastanza bene. La fisarmonica viene insegnata a livello accademico nella mia città, Pula, dall’inizio degli anni novanta e ha generato un bel movimento tra le nuove generazioni e tra i giovani insegnanti che si stanno orientando in maniera più decisa verso i repertori di musica classica e contemporanea. Detto questo, va comunque puntualizzato che ci sono ancora margini di miglioramento per far si che, anche in Croazia, si possano raggiungere i più alti livelli di sviluppo. I docenti hanno bisogno di interagire con le scuole straniere, di adottare le più recenti metodologie didattiche e di aprirsi ai nuovi repertori contemporanei. Dovrebbero, inoltre, incoraggiare i propri allievi ad essere più “attivi” a livello internazionale e non solo entro i confini del paese. Le scuole di fisarmonica croate hanno ottimi fondamentali, ma dobbiamo mantenere il passo con l’enorme ripresa del nostro strumento in continua evoluzione, non possiamo permetterci di rimanere una società chiusa e autosufficiente. Vorrei comunque sottolineare anche i cambiamenti positivi che si stanno già verificando, in una situazione attuale che, a mio parere, sembra essere molto promettente.

Perché la fisarmonica è uno strumento così speciale per te?

Io credo che la fisarmonica abbia delle capacità tecniche e sonore uniche alle quali sia difficile rimanere indifferenti. Ho iniziato a suonarla all’età di nove anni per puro caso. Mia sorella maggiore, due anni prima, aveva iniziato a prendere lezioni di violino e anche a me piaceva suonare qualcosa. I miei genitori hanno “inciampato” su una vecchia fisarmonica e, nello stesso periodo, ho avuto la fortuna di conoscere un grande talento come il maestro Valter Bašić. Ha fatto un lavoro fantastico mostrandomi tutte le potenzialità di questo strumento che, nel giro di pochi anni, mi ha letteralmente conquistato. Uno dei suoi grandi meriti è non aver fissato alcun limite su quello che avrebbe dovuto essere suonato a una certa età, non mi ha parlato mai di cose troppo difficili! Ho eseguito pezzi molto impegnativi nella fase iniziale e questo non è mai stato un peso per me, perché ero super motivato. I bambini motivati possono progredire molto più velocemente di quanto la saggezza comune sembra dettare, ecco perché è di fondamentale importanza avere un insegnante capace fin dai primi giorni di scuola. Comunque, io sono molto contento di quello che ho fatto, ho perseverato negli studi e ho scelto la fisarmonica per il mio futuro e per la mia carriera artistica. Mi piace quando vedo la gente positivamente scioccata e attratta da questo strumento!

Quali sono i tuoi progetti in cantiere?

I prossimi progetti includono diversi concerti nell’ambito dei festival musicali in Croazia e all’estero con il duo Nota Mi, insieme a Mia Cojbasic, tra cui quello alla Concert Hall di Helsinki, ovvero il più importante teatro finlandese e, a quanto mi risulta, sarò tra i primi fisarmonicisti ad esibirmi in quel contesto. È certamente un grande onore e una responsabilità avere la possibilità di essere lì! I progetti solisti imminenti includono la mia partecipazione con l’Ensemble Cantus nella sala concerti Vatroslav Lisinski di Zagabria, dove eseguirò le 4 Estancias di Mladen Tarbuk e le esibizioni con la Dubrovnik Symphony Orchestra alla fine di quest’anno con il Concerto per Bandoneon e Orchestra di Astor Piazzolla. Al momento sto lavorando anche sulle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach che io spero di suonare e registrare molto presto.