“Taranta Project” è il titolo del nuovo album di Ludovico Einaudi

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Taranta ProjectUscirà tra pochi giorni – precisamente il cinque maggio – “Taranta Project”, il personale viaggio di Ludovico Einaudi dentro le tradizioni musicali del Salento. Si tratta di un sunto di quell’insieme di espressioni (estremamente sfaccettate) che Einaudi riconduce alla direzione artistica del famoso Concertone di Melpignano – il grande evento che chiude il festival itinerante La Notte della Taranta, che si svolge dall’inizio degli anni Duemila in vari paesi della Grecìa salentina – di cui il musicista e compositore torinese è stato maestro concertatore nel biennio 2010-2011. A ben vedere – come d’altronde ci ha abituati Einaudi attraverso molte delle sue produzioni – l’area salentina non è l’unico riferimento di questo lavoro. O meglio, lo è nella misura in cui rappresenta un contenitore elastico, uno spazio mobile, strutturalmente inclusivo, nel quale riescono a posizionarsi anche espressioni di tradizioni musicali differenti, oppure interpretazioni differenti (e spesso agli antipodi) degli stili più tradizionali in quell’area. Ce lo dimostra il fatto che Einaudi ha voluto costruire il disco attraverso l’apporto non solo di alcuni degli artisti più affermati della scena salentina – come, ad esempio, Antonio Castrignanò, Enza Pagliara, Alessia Tondo, Mauro Durante del Canzoniere Grecanico Salentino – ma anche di alcuni musicisti di fama internazionale e provenienti da esperienze musicali formalmente differenti. Tra questi ricordiamo il chitarrista inglese Justin Adams (che ha collaborato con Robert Plant, Brian Eno, Tinariwen ed è tra gli animatori dell’interessante progetto Gambia Griot Juldeh Camara, grazie al quale ha vinto, nel 2007, il Songlines Cross-Cultural Collaboration Award), il suonatore di kora senegalese Ballaké Sissoko e Mercan Dede, suonatore di “ney”, il flauto tradizionale turco, ma anche dj, compositore e direttore d’orchestra.