“Ramo de fiori” è il titolo del nuovo disco jazz de La Macina

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La Macina e GangLa storia de La Macina – il collettivo di musica popolare marchigiana attivo dal 1968 – coincide con la voce roca e possente di Gastone Pietrucci, l’“aedo” che ne anima le attività fin dagli esordi. Da alcuni anni Pietrucci, che è sempre riuscito a far confluire le suggestioni delle musiche di tradizione orale delle Marche in una riproposta accurata e convincente, ha intrapreso una strada poco solcata in Italia da altri progetti che si muovono nell’ambito delle musiche popolari. L’inizio di questo processo corrisponde con “Nel tempo e oltre cantando”, il disco del 2004 in cui La Macina e i Gang – band marchigiana di ispirazione punk e folk rock nata verso la fine degli anni Settanta – ripropongono, con nuovi arrangiamenti, i brani di entrambe le formazioni. Il risultato è interessante perché i brani del repertorio popolare marchigiano assumono una veste nuova e, in alcuni casi, anche un profilo politico inaspettato. Quest’anno Pietrucci ritorna con un disco “jazz-trad”. Il titolo è “Ramo de fiori” ed è stato prodotto in collaborazione con il Samuele Garofoli Quartet, un ensemble di jazzisti formato da chitarra, batteria, contrabasso e tromba. I dieci brani popolari si configurano, in questo modo, attraverso un nuovo profilo e la convergenza tra gli elementi estemporanei delle musiche di tradizione orale e i codici improvvisativi del jazz apre uno scenario inaspettato, caratterizzato da un’affinità strutturale che vale la pena indagare anche da un punto di vista musicologico.

 

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