La musica tra rabbia, gioia e generosità

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Domenico Tunno

Siamo giunti all’ultimo appuntamento con la nostra rubrica dedicata al Nuovo Centro Didattico Musicale Italiano. In questi mesi abbiamo cercato di raccontarvi le esperienze, le idee, i metodi didattici e i convincimenti degli insegnanti titolari delle principali e, in alcuni casi, più longeve tra le scuole private legate al NCDMI. Come più volte abbiamo ricordato, la scelta iniziale è ricaduta su coloro che facevano e fanno ancora oggi parte del Consiglio Direttivo di questa meritoria e lodevole istituzione, nella convinzione che sarebbe stato un servizio utile per tutti voi conoscere le riflessioni e le analisi di quanti si trovano a vivere quotidianamente i primi passi nel mondo della musica di moltissimi bambini e ragazzi. Proporvi una sorta di racconto a puntate attraverso le interviste pubblicate di volta in volta su questo magazine, ci è sembrato essere il modo più diretto e leggibile per descrivere il mondo della didattica musicale in Italia.

È evidente che quanto emerso negli incontri che abbiamo avuto in questi due anni non ha la pretesa di restituirvi una verità incontestabile. Siamo convinti che gli spunti e le proposte presentate possano invece considerarsi una base di informazioni molto nutrita, un tassello necessario (anche se non sufficiente) per avere un quadro più generale e completo dei programmi di insegnamento e dei metodi adottati per favorire un maggiore sviluppo della cultura musicale tra i più giovani. In questo numero vi proponiamo l’intervista a Domenico Tunno. Buona lettura.

Tra le realtà legate al Nuovo Centro Didattico Musicale Italiano, la sua ci è stata segnalata tra quelle più attive e dinamiche. Può spiegare ai nostri lettori come è nata e da quando esiste la scuola che lei attualmente dirige?
La mia scuola nasce nel 1995 e dal 1999 collabora con l’associazione marchigiana. La sede principale è a Sibari ed altre sedi sono sparse nel territorio dell’Alto e Basso Jonio Cosentino in Calabria. La genesi avvenne per “gioco” e per “rabbia” perché tutto avrei pensato di fare da grande tranne che l’insegnante. Ma dal 1996 in poi l’insegnamento è diventato il mio unico “passatempo” quotidiano. Infatti, dopo un periodo fatto di tante ore di studio giornaliere su uno strumento a “bassi sciolti” molto pesante, poco ergonomico e assolutamente inadatto al mio corpo, ho avuto delle gravi conseguenze alla spalla (che ancora oggi mi porto dietro) che non mi hanno permesso di continuare gli studi costringendomi per diversi anni a non toccare più lo strumento e, successivamente, a passare dalla fisarmonica a “tasti” a quella a “bottoni”. Così, spinto dalla voglia di combattere e dalla rabbia per l’ingiustizia subita, ho lavorato con il massimo impegno allo scopo di creare una scuola seria e affidabile che potesse aiutare a maturare i giovani talenti della mia regione.

Lei fa parte anche del Consiglio Direttivo del NCDMI. Gli scopi e gli obiettivi dell’Associazione sono i riferimenti principali per lo svolgimento della vostra attività?
Ho deciso di entrare a far parte del consiglio direttivo del NCDMI per contribuire a migliorare la didattica della fisarmonica e dell’organetto, con la creazione di moderni e più congeniali programmi di studio che sappiano meglio soddisfare le aspettative e le esigenze degli studenti e che siano più specifici in relazione al tipo di strumento utilizzato (cioè “a tasti”, “a bottoni”, “bassi sciolti”, “bassi standard”) e ai diversi generi di musica(classico, variètè, ecc..).

L’intervista completa Domenico Tunno  è disponibile sul sito di Ars Spoletium.