Vent’anni fa, nel 1993, moriva il musicologo e studioso Ruggero Chiesa. Nato a Camogli nel 1933, apparteneva a quella generazione di musicisti pionieri che diedero impulso e vitalità straordinari alla rinascita della chitarra.
Chiesa ci raccontava dei suoi studi musicali, compiuti quando la chitarra in Italia non si insegnava nei conservatori, quando chi studiava chitarra doveva, come lui, seguire corsi di armonia per corrispondenza, e copiarsi a mano le musiche che riusciva con difficoltà a reperire. Furono i chitarristi della sua generazione a introdurre le sei corde nei conservatori italiani, e Chiesa fu il primo docente dello strumento al Conservatorio di Milano, dal 1963.
Chiesa ha operato su più fronti: ha insegnato, ha pubblicato musiche inedite, poco conosciute o didatticamente rilevanti, ha fondato Il Fronimo, rivista trimestrale che viene ancora oggi pubblicata. Ognuno di questi ambiti operativi era per lui parte di un puzzle sinergico di attività, entro le quali c’eravamo anche noi, i suoi allievi.
Io ho studiato con Chiesa dal 1980 al 1986, anno del mio diploma al conservatorio. Persona gentile, attenta, molto disponibile, lo ricordo come uomo che amava profondamente e senza tregua il suo lavoro. Ruggero aveva il senso della dignità dello strumento. Per questo combatteva sempre le diffuse tentazioni di dilettantismo. Inoltre, non censurava nei giovani il desiderio e il bisogno di innovare, di trovare una propria via, di esprimersi con una propria voce.
Chiesa aveva un senso molto forte del valore della sua e della nostra professione. Da due anni insegno anch’io in conservatorio (Istituto Superiore di Studi Musicali di Terni) e mi rendo conto di quanto sono debitore a Ruggero anche sul terreno della didattica: in particolare per una coscienza della gradualità dei repertori da proporre agli studenti e per la qualità dei brani proposti allo studio e all’esecuzione.
Persona sostanzialmente riservata, rifletteva anche nel suo modo di insegnare un senso vivo del peso delle tradizioni. Era al contempo un entusiasta, un sostenitore della forza della musica e della sua importanza per il nostro vivere e per la nostra società.
Lo ricordo, a distanza di vent’anni, con grande riconoscenza e affetto.
Il chitarrista Emanuele Segre ha eseguito concerti a New York, Los Angeles, Boston, San Francisco, Parigi, Londra, Amsterdam, Vienna, Salisburgo, Praga, Berlino, Tel Aviv, Rio de Janeiro, Madrid, Roma, Istanbul, Varsavia, Seul, Tokyo, ecc.
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