“Da anni il mio interesse” – spiega Carlo Sampaolesi – “è focalizzato sulla collaborazione per la creazione di nuova musica, processo che mi ha portato a espandere la conoscenza delle possibilità timbriche e i limiti del mio strumento. In questo progetto, animato dalla volontà di estendere le possibilità timbriche ed espressive della fisarmonica in un programma che unisce la componente strumentale a quella artificiale e viva dell’elettronica, ho avuto la fortuna di lavorare a stretto contatto con i compositori, costruendo e modellando i brani intorno all’interesse comune ad un’estetica musicale basata sul suono, l’energia e lo spazio.
Il suono e lo spazio s’intrecciano in un tempo sospeso. Lo animano, lo scavano e creano regioni instabili in cui la realtà è fatta risuonare in modi sempre diversi. Il tempo occupa questo volume e viene deformato, mutando anch’esso in un gioco precario e reciproco. La percezione primitiva dei suoni diventa la chiave principale d’ascolto e la Musica nasce dall’immersione senza filtri nel mondo degli avvenimenti acustici. L’ascolto trasporta il pubblico in realtà e universi al di fuori dell’immaginazione umana. L’esperienza del concerto vuole essere un momento totalizzante e immersivo, in cui il pubblico viene traghettato nell’immaginazione di realtà diverse e immaginarie.