Davanti ad un’aula gremita di studenti di composizione, il pomeriggio del 25 febbraio ha visto Corrado Rojac descrivere con dovizia di particolari l’organologia della fisarmonica da concerto e presentare alcuni significativi frammenti del repertorio dello strumento. È stata poi la volta di Luca Avanzi, che ha affascinato gli studenti esplicando con precisione estrema pressoché tutti gli effetti usati nella letteratura oboistica contemporanea. L’esibizione dei due si è conclusa con l’esecuzione di alcuni frammenti di “Porte”, brano per oboe e fisarmonica del compositore turco Yigit Ozatalay, che il giorno seguente avrebbe avuto la sua prima esecuzione in Turchia.
Il giorno seguente, infatti, Corrado Rojac e Luca Avanzi si sono esibiti nella splendida sala da concerto dell’Istituto italiano di cultura della stessa città. In programma il De profundis di Sofia Gubajdulina, eseguito dal fisarmonicista triestino e la Sequenza per oboe di Luciano Berio, interprete l’oboista milanese. L’emozione tra i fisarmonicisti in platea era grande: è stata la prima volta, infatti, che la fisarmonica da concerto si esibiva in una serata di musica seria in Turchia, e il De profundis veniva quindi eseguito in Turchia per la prima volta. Dopo l’esecuzione del citato “Porte”, Luca Avanzi ha concluso il concerto affiancato dalle percussioniste turche Emy Salsgiver e Cecil Kuran nel celebre “Dmatheen” di Iannis Xenakis
La tournée dei due musicisti si è conclusa con un’altra masterclass, stavolta all’Università “Bilgi” della stessa città. La presentazione degli strumenti, accanto alle necessarie nozioni organologiche, ha toccato anche il repertorio dei due strumenti nella musica elettronica. L’appuntamento si è svolto infatti nello studio di registrazione dell’università e l’interesse dei nuovi sviluppi della musica contemporanea specie nell’ambito del “live electronics” in Turchia è molto grande, come è grande l’interesse per tutta la musica contemporanea seria in generale, da cui anche le tre giornate di studio in compagnia dei due musicisti italiani. I tre appuntamenti hanno avuto un successo strepitoso.
Istanbul è sempre stata un ponte tra l’Oriente e l’Occidente: gli sviluppi di simili contatti culturali probabilmente porteranno a nuove, inimmaginabili suggestioni artistiche.