Uno strumento amato da intere generazioni, utilizzato dai maggiori gruppi musicali degli anni 60 (Rokes, Nomadi, Equipe 84, solo per citarne alcuni), marchio diventato insomma un punto di riferimento per i musicisti dell’epoca, e non solo in Italia.
Non ci nascondiamo. La storia economica e produttiva nazionale di allora è costellata di personaggi come Oliviero Pigini. Ma lui, contrariamente a tanti imprenditori emergenti, scelse di vivere ai margini dei bagliori, cercando un profilo più umile e sempre vicino alle sue maestranze, non abbandonando mai la scrivania per dare luce a nuove idee, per progettare. Insomma un vero vulcano in continua eruzione.
Nato nel 1922 a Castelfidardo da una famiglia che dalla terra traeva le sue origini più profonde, ereditando dal padre, fattore di campagna, la natura forte e volitiva e dalla madre, di una antica stirpe di mugnai, il senso pratico degli affari, anche lui, come un po’ tutti all’epoca, muove i prima passi dal mondo della fisarmonica.
Ottimo disegnatore, pur studiando trova il tempo di dare una mano per approntare le decorazioni nel settore della fisarmonica con le prime esperienze lavorative presso la ditta Crucianelli. Al termine del secondo conflitto mondiale, tornato dal servizio militare, viene chiamato dallo zio Marino con le mansioni precedenti.
Ma nella sua mente si inerpica un obiettivo fisso: quello di mettersi in proprio. Parte come rappresentante di accessori per strumenti musicali. Poi ha una grande intuizione, sfuggita a molti, quando percepisce che dall’avvento americano del Rock and roll si stanno aprendo nuove frontiere per la chitarra elettrica.
Il “boom” della chitarra, influenzato dal successo del noto complesso inglese dei Beatles, fa superare facilmente le difficoltà economiche, dovute proprio alla crescita repentina ed all’espansione grandiosa. La EKO acquista un piano di priorità in campo mondiale e, sempre per il suo forte spirito d’iniziativa e le sue altre numerose doti di organizzatore, riesce anche a superare momenti difficilissimi come l’incendio della primavera del 1966 che distrusse il 90% dello stabilimento.
Mentre questo impero musicale cresce a vista d’occhio, diventando un punto di riferimento anche a livello internazionale tanto da fronteggiare sullo stesso livello i marchi storici dell’epoca (Framus, Hagström, Höfner), un infarto metterà fine a soli 45 anni alla vita di questo imprenditore emergente.
Negli anni ’80, Lamberto Pigini, fratello di Oliviero, riacquisterà il marchio EKO decidendo di affidarne il rilancio ad un management giovane e motivato, coinvolgendolo anche a livello societario.
In pochi anni la EKO torna agli splendori delle origini: non solo acquisisce l’importazione e la distribuzione dei maggiori marchi del panorama mondiale, ma riprende la fabbricazione di chitarre, acustiche ed elettriche, a livello industriale e a livello artigianale.
Oggi, la EKO si può considerare una delle più importanti e dinamiche aziende nel panorama degli strumenti musicali, sia in Italia che nel mondo.
A cinquant’anni dalla scomparsa, la figura del giovane imprenditore Oliviero Pigini, verrà ricordata con un nutritissimo programma il 10 e l’11 febbraio a Crocette di Castelfidardo, sua città natale, con una serie di iniziative. Da ricordare anche il francobollo appositamente emesso dalle poste del Lussemburgo. Si potranno altresì annullare altre cartoline realizzate dal Circolo Filatelico Matassoli.