Alessandro Mugnoz, fisarmonicista, compositore, didatta, e certamente ben noto ai lettori di questo magazine, propone un testo assai ampio ed esaustivo sui temi chiaramente focalizzati nel titolo e nel sottotitolo del libro edito da Ephemeria. E lo fa, come sottolinea Patrizia Angeloni nella sua presentazione, “Tra le pieghe della grande storia” rinvenendo “un caleidoscopio in cui si riflettono innumerevoli, irrinunciabili sfaccettature e una sorta di arte quotidiana che, lungi dall’essere minore, dialoga con cultura, costume e società, e incrocia la storia della musica ora rivelandone radici, ora facendosi specchio e risonanza, ora configurandola, in un reticolo di relazioni da cui emergono le più particolari metamorfosi organologiche di una famiglia di strumenti tanto affascinanti quanto i musicisti e gli artigiani che hanno dato loro vita”.
Al lettore vengono offerti, infatti, diversi piani di lettura, che s’intersecano tra loro, nessuno appannando l’altro: la grande storia, coi moti risorgimentali, fa capolino nel libro fin dalle prime battute della sua introduzione, così come il rapporto scienze/religione, le grandi Esposizioni Universali, la letteratura e le arti visive di un tempo, il XIX secolo, che presagisce, fin dai primi «vagiti», trasformazioni radicali, alcune delle quali giungeranno a compimento nell’era successiva. La musica, poi, naturalmente, e i suoi protagonisti. Tra gli artigiani c’è chi costruisce i precursori della fisarmonica, tra i musicisti, più o meno noti, c’è chi li sperimenta: Louise Reisner, Sigismund Neukomm, Samuel Wesley, Clara Schumann, Hector Belioz, César Franck, Vincent D’Indy, Franz Liszt (tra gli altri) scrivono pezzi per accordéon, physarmonika, seraphine, harmonium, harmoniflûte, harmoniphone, ecc. Tutti “arnesi musicali”, scrive Mugnoz, che hanno in comune almeno tre elementi: una tastiera, un mantice e, soprattutto, le ance libere, ovvero “il cuore dello strumento, la fonte sonora caratterizzante il ‘sound’ […]”. Questi tre elementi, per la prima volta, “vengono combinati opportunamente (e diversamente) tra loro” dando vita a una serie di nuovi strumenti, che, dai primi decenni dell’Ottocento, entrano nella cultura musicale europea “dapprima in punta di piedi e poi sempre più concretamente”.
Strumenti, uomini e donne, partiture, tabelle, fotografie (alcune davvero straordinarie), tavole, bibliografia, discografia, indici ragionati, note e approfondimenti (a cura di Corrado Rojac e Ivano Paterno) si susseguono e si alternano in una serie di rimandi multimediali, ipertestuali e interdisciplinari, che fanno del libro di Alessandro Mugnoz uno strumento di lavoro e di conoscenza indispensabile che non può… anzi, NON DEVE mancare nella biblioteca dei fisarmonicisti, di tutti i musicisti e di chiunque, «semplicemente», ami la musica, la sua storia e quella dei suoi strumenti.
Alessandro Mugnoz è nato a Loreto (AN) ed è figlio d’arte. Ha conseguito i Diplomi di Musica corale e direzione di coro (Bologna) e di Fisarmonica (Pesaro). Ha, inoltre, frequentato corsi di Composizione, Organo elettronico, seminari di Musica jazz e di Didattica musicale multimediale, prendendo parte a corsi e lezioni di perfezionamento con alcuni trai più apprezzati Maestri della fisarmonica come Volpi, Puchnowski, Bonnay, Marcosignori e Di Gesualdo. Svolge attività concertistica come solista e in gruppi cameristici. Intensa è l’attività didattica e di compositore, trascrittore e revisore; collabora con diverse riviste (tra le quali “Strumenti&Musica Magazine”). Da circa un vent’anni si occupa di ricerca storica e musicologica. Dal 2008 al 2014, è stato Presidente del Nuovo CDMI. Nel 2022, è stato nominato Direttore del Museo Internazionale della Fisarmonica di Castelfidardo.
Alessandro Mugnoz (con i contributi di Ivano Paterno e Ivano Rojac), I precursori della Fisarmonica contemporanea. Dalla civiltà musicale ottocentesca agli inizi del Novecento con uno sguardo al presente
Editore: Ephemeria, Macerata
Anno di edizione: 2022
Pagine: 484, ill., bross., € 48,00