La composizione per la didattica è un ambito molto delicato, in cui è estremamente difficile trovare un equilibrio tra la semplicità della scrittura e la qualità del pensiero che la origina. È nell’esperienza di qualsiasi musicista, infatti, lo studio di brani, che, se da un lato, effettivamente, risultano “utili” all’acquisizione di nuove competenze tecniche, dall’altro si rivelano estremamente poco interessanti dal punto di vista musicale. L’equilibrio fra queste due istanze è ovviamente rappresentato in maniera eccelsa, ad esempio, dalle due raccolte di Etudes di Chopin. La didattica fisarmonicistica, storicamente non è mai stata ricca come quella di altri strumenti, né per quantità, né per qualità, tanto è vero che, spesso, ha preso in prestito dal pianoforte quella porzione di tecnica comune a tutte le tastiere (dunque scale o arpeggi, ad esempio). L’ideale sarebbe, quindi, un insieme di brani che fossero caratterizzati da una scrittura strumentale propria, che sfruttassero i linguaggi della contemporaneità e, allo stesso tempo, potessero essere alla portata di strumentisti a diversi livelli del percorso di formazione.
Non a caso, il Nuovo C.D.M.I., per il progetto Accordion Waves suona italiano, ha pensato di affiancare a brani della letteratura da concerto (come ad esempio Sequenza XIII [Chanson] di Luciano Berio) anche brani più semplici, didattici, nella convinzione che la difficoltà tecnica dovrebbe essere l’unico confine tra queste due categorie. Troppo spesso, infatti, capita di entrare in contatto con raccolte di studi per principianti, che sacrificano la profondità musicale in favore di una semplicità tecnica. Questa soluzione compositiva è piuttosto ingenua per la verità, perché non necessariamente la profondità musicale è accompagnata da un’equivalente complessità tecnica. Riprendendo l’esempio degli Etudes di Chopin, è evidente come non tutti richiedano lo stesso impegno tecnico, sebbene tutti siano estremamente interessanti e piacevoli all’ascolto.
I tre lavori con cui prosegue il nostro viaggio all’interno di Accordion Waves suona italiano sono, per l’appunto, brani didattici, che, pur nella tendenziale semplificazione tecnica, esprimono elementi tipici del repertorio contemporaneo (come l’oscillazione del mantice, ad esempio).
Fabrizio Causio, che ha conseguito il Diploma Accademico di II livello in Discipline Musicali – Fisarmonica col massimo dei voti e la lode sotto la guida di Patrizia Angeloni presso il Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina, oltre ad essere un musicista sensibile e attento alla produzione contemporanea dedicata al suo strumento, è anche docente di Educazione Musicale presso la Scuola Secondaria di Primo Grado. Non stupisce, dunque, che questi brani, semplici ma interessanti, arrivino dalla penna di un concertista che è anche a stretto contatto con chi al concertismo deve ancora arrivare.
Nella musica di Matarese, in effetti, non è difficile trovare dei riferimenti a questa attenzione ritmica: Marco, infatti, è appassionato di musica folk, in particolare celtica.
Il quartetto di Simone Faliva, Mercurio di Conegliano, nell’incisione realizzata da Massimo Galliano, Asia Fraccaro, Tommaso Bolzonella e Althea Rossa, è un brano decisamente interessante dal punto di vista didattico. Le quattro parti, infatti, non sono pensate in riferimento ai fondamentali tecnici della fisarmonica, e configurano, quindi, un brano quasi modulare, eseguibile anche da altri strumenti. L’assenza di indicazioni di articolazioni, dinamiche e registri è una caratteristica peculiare e assolutamente insolita: l’idea è di porre gli esecutori di fronte alla libertà più completa, in modo che possano cimentarsi con più o meno complessi problemi di interpretazione musicale. All’interno del pezzo sono presenti diverse fugaci citazioni dal repertorio didattico fisarmonicistico, contaminate, però, da significative dissonanze. Simone Faliva, classe 1978, è attualmente Professore Ordinario di Informatica Musicale presso il Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova.
ACCORDION WAVES suona italiano
Fabrizio Causio – Dialogues for one e Dialogues for two
Marco Matarese – Impressioni Sonore
Simone Faliva – Mercurio di Conegliano