Ed è proprio verso questi maestri che la manifestazione ha inteso rivolgere il più sentito omaggio. Innanzitutto con un incontro coordinato da Beniamino Bugiolacchi e da Ivano Battiston, in cui gli intervenuti hanno avuto modo di ricordare il passato. Quindi, con un concerto sul tema “Fisarmonica: passato, presente, futuro” al quale hanno preso parte alcuni nomi che hanno fatto e stanno facendo la storia di questo strumento come Paolo Gandolfi, Romano Benetello, Ivano Paterno, Alessandro Dei, Francesco Gesualdi, Pietro Adragna, Roberto Caberlotto, Gilberto Meneghin e lo stesso Battiston. Gervasio Marcosignori purtroppo era assente per motivi familiari. La giornata ha visto la presenza anche del Museo Internazionale della Fisarmonica di Castelfidardo e dei principali costruttori di fisarmoniche fidardensi. Grandi apprezzamenti ha avuto la relazione storica sulle Armoniche tenuta da Ivano Paterno del Conservatorio di Castelfranco Veneto. L’ingresso della fisarmonica in Conservatorio è stata una importante occasione di evoluzione e diffusione di questo strumento. I progetti didattici fisarmonicistici del “Cherubini” si sono sviluppati fin da subito verso molteplici direzioni e si è cercato contestualmente di favorire le collaborazioni cameristiche sia fra gli allievi della stessa classe, sia con allievi di altre discipline strumentali. “Le fisarmoniche del Conservatorio di Firenze” e diversi ensemble costituitisi nel corso degli anni all’interno dell’Istituzione, hanno divulgato il suono della fisarmonica non solo nei musei e nelle scuole di Firenze ma anche in tutta la Toscana e addirittura fuori regione. La scuola di fisarmonica del Conservatorio di Firenze è stata anche promotrice d’incontri con i più prestigiosi rappresentanti del movimento della fisarmonica da concerto a livello internazionale. Dobbiamo menzionare innanzitutto il compianto Salvatore di Gesualdo, figura di rilievo della scuola italiana, nonché compilatore, insieme a Fausto di Cesare e Sergio Prodigo, dei programmi ministeriali del vecchio ordinamento. Quindi, Hugo Noth, Stefan Hussong, Joseph Macerollo, Francesco Visentin e Giorgio Dellarole. Dalla Scuola di Firenze sono uscite decine di fisarmonicisti, oggi affermati concertisti e vincitori di concorsi internazionali, nonché docenti nelle scuole e nei conservatori di musica italiani. Se la fisarmonica fino a qualche decennio fa era solo il primo strumento, in ordine cronologico, di tanti pianisti, compositori, direttori d’orchestra e di conservatorio, oggi si accinge a diventare il primo e unico strumento per tanti suoi cultori che lo vedono riconosciuto sia a livello scolastico – istituzionale, sia per quanto riguarda la sua integrazione nel mondo musicale. Ad attrarre molti giovani verso questo “arnese” è forse la sua caratteristica più spiccata: la possibilità di manipolare e plasmare il suono con un mezzo sonoro che sembra fondersi con l’esecutore stesso. I bisogni di soddisfare le pulsioni emotive e di ritrovare gli archetipi dell’istintività, nell’epoca dello «sciocco – velocissimo» e impersonale computer, sembrano aver trovato nella fisarmonica un mezzo privilegiato.