È quindi seguita in prima assoluta Elegia del compositore Danilo Comitini, nato in Inghilterra e formatosi in Italia, al Conservatorio di Pesaro, dove si è diplomato e dove tuttora mantiene contatti. Nell’introdurre l’esecuzione il conduttore Stefano Catucci ha descritto la composizione “una forma di preghiera che non è legata a una confessione religiosa e che è stata scritta pensando alla Cappella Paolina, forse il primo pezzo che viene dedicato a questo spazio dalla fine del XVII e inizio del XVIII secolo”.
Il programma veniva completato dal brano Shuo, di Chen Yi, compositrice e violinista tra le più importanti della Cina di oggi, naturalizzata statunitense e, nel 2006, finalista del Premio Pulitzer per la musica con la sua composizione Si Ji. La Direttrice Perrotta ha commentato: “Suonare alla Cappella Paolina, a chiusura della settimana in cui si celebra la Giornata Internazionale della Donna, è stato un onore immenso”. Dall’evento risulta comunque un grande onore pure per la città di Pesaro, rappresentata al Quirinale del Vicesindaco Daniele Vimini, la quale vede confermata la sua identità di “Città creativa della musica” UNESCO nonché di “Capitale della cultura 2024”, e anche per il Conservatorio Rossini, avendo la direttrice Perrotta studiato, oltre che con prestigiosi maestri e all’European Conducting Academy di Vicenza, anche con il maestro Manlio Benzi, ordinario della cattedra di direzione d’orchestra al Conservatorio pesarese, mentre la pianista Roberta Pandolfi, co-fondatrice e direttrice artistica dell’Orchestra Olimpia, si è diplomata al “Rossini” dopo avere seguito i corsi del maestro Giovanni Valentini.
La compagine, fondata a Pesaro nel 2018, ha debuttato nel 2019 al Teatro Rossini di Pesaro in occasione della Giornata internazionale della Donna. Tuttavia, i suoi obiettivi vanno ben al di là della musica.
Impegnata nella difesa dei diritti umani, la formazione pesarese ha intessuto stretti contatti con l’Orchestra Zohra di Kabul, unica formazione femminile sorta in uno stato islamico. Ahmad Naser Sarmast, musicologo, attivista per i diritti umani, nel 2010, ha fondato a Kabul l’Istituto Nazionale Musicale Afgano (ANIM) il cui primo ensemble è stata la Afghan Youth Orchestra (AYO). Questa è composta da ragazze e ragazzi tra i quattordici e i venti anni, il cui scopo è preservare e promuovere il ricco patrimonio musicale afghano usando strumenti tradizionali locali (il sitar, il rubab, le tabla, il sarani, la dhamboura) e strumenti musicali europei (gli archi, i legni, il pianoforte). E dalla componente femminile dalla AYO è emersa l’Orchestra Zohra.
Da quando i «figli di Dio», cioè i talebani, hanno riconquistato nel 2021 Kabul, tutto questo non esiste più. L’Istituto è stato chiuso, gli strumenti musicali distrutti. La musica è considerata immorale. Non solo… La musica in Afghanistan è tornata a essere un crimine ed è stata bandita dalla vita sia pubblica che privata. Fruendone, sia da ascoltatori che da suonatori, si rischia il carcere.
Grazie all’intermediazione del noto violoncellista statunitense Yo-Yo Ma, che ha chiesto aiuto al Qatar, è iniziato un lungo braccio di ferro diplomatico con i talebani per ottenere il lasciapassare per l’intera orchestra e i loro familiari. Attraverso cinque diversi voli, i musicisti, molti dei quali ancora ragazzi, sono atterrati prima in Qatar, dove hanno ricevuto in dono nuovi strumenti musicali, e poi in Portogallo. Tutta la comunità musicale afghana è stata dunque costretta all’esilio e, tramite l’aiuto del governo portoghese, l’orchestra si è ricostituita a Lisbona. Superate non poche difficoltà organizzative, l’Orchestra Olimpia ha svolto, insieme alla Afghan Youth Orchestra di cui fanno parte anche le componenti dell’Orchestra femminile Zohra, un concerto il 9 gennaio 2024 al Teatro Rossini di Pesaro trasmesso da Rai Radio3. Era presente Ahmad Naser Sarmast. AYO e Olimpia sono state guidate dal portoghese Tiago Moreira Da Silva e da Francesca Perrotta, direttrice di Olimpia. Il titolo dello spettacolo – Musica per la libertà – è stato scelto per ricordare una delle libertà negate in Afghanistan: quella di fare musica. Un patrimonio musicale antico di oltre un millennio è diventato impraticabile. Olimpia, dunque, persegue “la promozione dei valori democratici, i diritti umani, la parità di genere, il rispetto per le diverse culture musicali».
Roberta Rodolfi, in una dichiarazione al “Resto del Carlino”, così sintetizza il programma del complesso musicale femminile pesarese: “Orchestra Olimpia nasce per cercare di dare al nostro percorso artistico un ulteriore significato veicolando messaggi legati alla valorizzazione delle donne nel lavoro musicale, ma anche l’attenzione al sociale, alle problematiche delle altre donne nel mondo, degli altri musicisti, del diritto allo studio dei bambini e dei giovani in Italia e nel mondo”. In un’intervista ad “Utopia”, Francesca Perrotta ha detto: “Attraverso la musica vogliamo veicolare messaggi nei quali crediamo, i diritti alla musica, alla cultura, i diritti delle donne, e di tutte le persone”.
Ce n’è abbastanza per cogliere quanto vasti siano gli orizzonti di queste musiciste che non limitano il proprio impegno all’arte, ma attraverso l’arte danno vita a un vero e proprio motore sociale. Questo fa capire come l’invito di Mattarella vada ben oltre l’apprezzamento musicale e l’atto di cortesia verso una realtà pesarese. La collocazione del concerto eseguito da una formazione composta da sole musiciste è avvenuto a ridosso del discorso pronunciato l’8 marzo dal Presidente e nel contesto della “giornata internazionale della Donna” nel corso della quale egli ha evidenziato che “donne e arte, o meglio, donne dell’arte, è il tema che abbiamo scelto per questa giornata della donna 2024. Un argomento che vuole sottolineare il contributo femminile nell’immaginazione, nella creatività delle arti”. E l’Orchestra Olimpia ha offerto apprezzata e concreta testimonianza delle parole del Presidente. Mattarella ha poi ulteriormente sottolineato come quello della donna nell’arte sia “un contributo di grande importanza – e troppo spesso trascurato o, talvolta, addirittura ignorato – in uno dei settori fondamentali per la vita stessa dell’umanità. È facile constatare che la donna, nella pittura, nella musica, nella letteratura, è stata, a lungo, feconda e continua fonte di ispirazione, celebrata, dipinta, raccontata. Ma, a ben vedere, lo è stata prevalentemente come oggetto, come motivo di ispirazione della creazione artistica. Ben di rado come soggetto operante. Ispiratrice di capolavori, ma raramente artefice e realizzatrice”.
L’Olimpia e le sue dirigenti sono invece “soggetti operanti”. E non solo nell’arte musicale come la loro articolata e benemerita testimonianza dimostra.
Nelle foto:
1. Il Presidente Mattarella e la figlia Laura insieme alla Orchestra Olimpia
2. La pianista Roberta Pandolfi
3. La direttrice Francesca Perrotta ed il presidente emerito Giorgio Girelli nella Cappella Paolina