Se il titolo prefigura già quella complessità di cui sopra (a partire dalla semplice constatazione che, ça va sans dire, in italiano il neutro non esiste), sia chiaro, anche, che il potenziale lettore non deve farsi ingannare dal termine “Glossario” del sottotitolo: chi si aspettasse uno snello strumentino per conoscere il significato di alcuni termini operistici o un manualetto di rapida consultazione per richiamare alla memoria nozioni dimenticate sappia che ha scelto la strada sbagliata. Questo libro non è un’ agile base di partenza, né un punto d’arrivo, ma un «luogo» di transito presso il quale soffermarsi, riesaminare le proprie conoscenze e «ripartire» per nuove riflessioni e ulteriori approfondimenti sia per l’autore che per il lettore, e senza che il secondo trascuri gli innumerevoli suggerimenti di lettura, ascolto e visioni offerte dal primo, perché “i libri più utili sono quelli in cui i lettori fanno essi stessi metà del lavoro”.
Emilio Sala è un musicologo di lungo corso e il suo intento, come recitano le note in seconda di copertina, è quello di provare, in ottanta voci che sono altrettanti saggi, “a ripensare l’opera accompagnando il melomane in un’avventura al di fuori della sua comfort zone nostalgica” […] spalancando “uno spazio aperto, ibrido, fluttuante, dove ogni cosa è rimessa in discussione”. A cominciare dall’accoglimento di quasi tutte le forme di teatro musicale dell’Occidente (l’operetta, il musical, ecc.) e dell’Oriente (il jingjiu cinese, il kabuki giapponese, il khōn thailandese o, ancora, il ta’ziyeh iraniano). Opera, dunque, percepita attraverso uno sguardo transculturale sia in senso storico, sia per quanto concerne la conoscenza dell’oggetto in sé, in un’ottica che la pone in uno «spazio» e in una situazione di passaggio. Opera come pluralità ed eterogeneità” in opposizione alla sua “dimensione identitaria” e nazionalistica (vedi il riconoscimento UNESCO dell’Opera “italiana”).
Nell’opera si fondono le frontiere dei mondi epico, lirico e drammatico, che Sala riconduce ai tre ordini lacaniani del reale, del simbolico e dell’immaginario e, “avvolta dai fantasmi dell’origine, travolta dalle sue dinamiche pulsionali, l’opera è un neutro plurale che trasforma l’après-coup” – ossia il guardare indietro a posteriori come momento di riorganizzazione dei significati personali alla luce di eventi successivi – “in drammaturgia: nella sua doppia temporalità il passato riemerge come un’illusione tipicamente moderna, come un futuro anteriore”.
Emilio Sala (Udine, 1959) insegna Musicologia all’Università Statale di Milano, dove si occupa di drammaturgia musicale, teatrale e cinematografica. È membro del board dell’Edizione critica delle opere di Giuseppe Verdi, del Comitato scientifico della Fondazione Rossini e dell’Edizione nazionale Giacomo Puccini.
Emilio Sala, Opera, neutro plurale. Glossario per melomani del XXI secolo
Editore: il Saggiatore, Milano
Anno di edizione: 2024
Pagine: 410, brossura, € 26,00