Giorgio Dellarole si racconta tra repertori, progetti discografici e masterclass

Il Docente valdostano presenta anche il suo ultimo CD "Johann Sebastian Bach – Preludi e fuga e danze"

Concertista e docente di Conservatorio, Giorgio Dellarole è un saldo punto di riferimento per ciò che concerne la musica antica adattata alla fisarmonica. Pubblicato recentemente dall’etichetta Limen, il suo ultimo CD in cui interpreta sei Preludi e fuga dai due libri del Clavicembalo ben temperato e due Suite francesi di Bach. Per parlare di questo e di altro, lo abbiamo incontrato.

In una sorta di forbice che spazia dal tardo-Rinascimento al Classicismo quali sono, a tuo modo di vedere, i compositori e le opere più adattabili ed eseguibili con il nostro strumento?

Penso che si possa eseguire con la fisarmonica una buona parte del repertorio tastieristico antico, ma ritengo fondamentale agire con consapevolezza. La libertà dello strumentista di scegliere, adattare al proprio strumento e interpretare ha senso solo se è solidamente basata sulla conoscenza delle opere e dei compositori. Per quanto mi riguarda, quando ho iniziato a lavorare a fondo sulla musica antica, quasi trent’anni fa, ero molto più selettivo di quanto lo sia ora. Cercavo di essere rigoroso (per quanto lo si possa essere con uno strumento moderno come la fisarmonica), di scegliere brani che non richiedessero particolari interventi di adattamento e limitavo il mio raggio d’azione al tardo-Rinascimento e al Barocco, affrontando raramente alcuni repertori, come la musica cembalistica francese per esempio, che ritenevo troppo idiomatica, troppo legata allo specifico strumento di destinazione. Con il tempo ho capito, però, che l’idea di “adattare” (“accomodare” o “appropriare” per usare dei termini d’epoca) era parte importante della pratica musicale antica, come dimostrano tutte le trascrizioni che gli stessi compositori (compresi i tastieristi francesi) facevano dei propri lavori e dei brani altrui. Non si trattava di eseguire i brani con un nuovo strumento o con un nuovo organico strumentale, cercando di suonare tutte le note dell’originale, ma di adattare profondamente le composizioni, procedendo con grande libertà. L’unico vincolo era quello di rispettare le intenzioni dell’autore e il carattere del brano. Con questa idea sto quindi cercando di allargare il mio repertorio e, poco alla volta, di intervenire in maniera più profonda sulle composizioni che adatto alla fisarmonica. In generale, comunque, suono più musica cembalistica che organistica e cerco di orientare le mie scelte con criteri prevalentemente musicali, senza eccedere nel virtuosismo fine a sé stesso. Negli ultimi anni, mi sono concentrato molto su Johann Sebastian Bach e su Domenico Scarlatti (con il quale, anche in virtù del lavoro con Emilia Fadini, ho un feeling particolare) e ho un po’ tralasciato la musica seicentesca a favore di qualche incursione nel repertorio galante e classico. Nel prossimo futuro, probabilmente, cercherò di lavorare ancora di più su questo repertorio e in particolare vorrei esplorare la produzione tastieristica di Cimarosa, un autore che Emilia mi suggeriva spesso di suonare, ma che non ho ancora avuto occasione di affrontare.

Il periodo tra il Seicento e il Settecento è stato, forse, il più prolifico, quello che ha consegnato alla storia alcuni tra i più grandi musicisti quali Bach, Vivaldi, Pergolesi, Händel, Scarlatti, Mozart … tanto per citare solo alcuni “big”. L’elenco sarebbe ancora lunghissimo, ma in un’ipotetica “hit parade” chi, secondo te, ha veramente cambiato il modo di fare musica?

Bisognerebbe capire quali parametri adottare per giudicare. Mozart è stato probabilmente più innovatore di Johann Sebastian Bach, ma l’impronta lasciata da Bach è, forse, più profonda. Se ci limitiamo all’ambito tastieristico credo che Domenico Scarlatti abbia davvero dato una svolta importante, ispirando, soprattutto con gli Essercizi del 1739, l’unica raccolta di Sonate da lui pubblicata, i contemporanei, Bach compreso. Esplorazione completa della tastiera, virtuosismo sfrenato, effetti mai visti, incroci e sovrapposizioni delle mani… forse solo Paganini sul violino ha avuto un effetto paragonabile. E lo dimostra il fatto che, mentre la maggior parte dei compositori settecenteschi venivano dimenticati per essere poi riscoperti in epoca moderna, Scarlatti restava sempre in repertorio. Trattato con superficialità, incompreso, anche sottovalutato, ma sempre studiato, adattato e riproposto.

Prendiamo in considerazione i soli compositori di musica da tasto che hanno scritto per organo, clavicembalo, clavicordo e fortepiano. Pensi che uno strumento espressivo come la fisarmonica avrebbe potuto influenzare la verve artistica dei grandi del passato? La maggior parte delle tastiere antiche aveva un’estensione inferiore a quella dell’attuale pianoforte e, se consideriamo le possibilità dei registri traspositori e sommiamo i due manuali, anche a quella della moderna fisarmonica da concerto. Che cosa avrebbe potuto combinare il genio tedesco con una fisarmonica in mano e con tutte le combinazioni di ottave e di registri?

Sono convinto che i compositori sei-settecenteschi avrebbero apprezzato la fisarmonica. La “meraviglia”, l’idea di stupire e di creare emozioni, imitando, con tutti gli strumenti, comprese le tastiere, la vocalità e la natura era profondamente radicata nella mentalità dell’epoca e uno strumento “colorato” e maneggevole come la fisarmonica sarebbe piaciuto agli autori barocchi. Penso che Johann Sebastian Bach sarebbe stato almeno incuriosito dalla fisarmonica e forse le avrebbe dedicato qualche lavoro importante. Sicuramente, amava trascrivere e cercare nuovi colori, esplorando le possibilità timbriche degli strumenti e delle tastiere in particolare, come dimostrano, per esempio, i suoi adattamenti al cembalo e all’organo dei concerti italiani di Vivaldi, Albinoni, Marcello e altri.

È fresco di uscita il tuo ultimo CD. Dopo le Sonate di Scarlatti edite da Da Vinci, adesso è la volta di Limen, che pubblica sei Preludi e fuga dai due libri del Clavicembalo ben temperato e due Suite francesi. È sempre molto rischioso interpretare determinati repertori stimolando i commenti dei cosiddetti “puristi”, ma tu, almeno sotto questo punto di vista, sembri veramente inattaccabile… Parlaci di questo progetto.

Devo confessare che i “puristi” e gli specialisti non mi preoccupano molto; forse temo di più i giudizi dei colleghi fisarmonicisti e dei pianisti. Negli anni, ho avuto a che fare con moltissimi musicisti e musicologi specializzati nel repertorio antico e l’accoglienza verso la fisarmonica è stata quasi sempre ottima. Le esecuzioni “informate” della musica barocca non sono più esclusiva degli strumenti storici (che rimangono comunque quelli più adatti e fedeli) e l’attenzione si è spostata sul linguaggio. In buona sostanza: se si parla la lingua del compositore, allora lo strumento diventa uno “strumento”, un mezzo e non è più così decisivo che si tratti di uno strumento antico o moderno. La registrazione dei Preludi e fuga e delle Suite (https://www.limenmusic.net/2024/04/22/novita-discografica-giorgio-dellarole-bach-preludi-e-fuga-e-danze/) è stata un lavoro lungo e travagliato. L’idea di partenza, nel 2019, era stata quella di registrare due CD con l’integrale delle Suite francesi ed, eventualmente, un ulteriore disco con una dozzina di Preludi e fuga dai due libri del Clavicembalo ben temperato. Poi alcune vicissitudini e, soprattutto, il Covid mi hanno costretto a una serie di rinvii e quando si è concretizzata, finalmente, la possibilità di andare in studio avevo ormai maturato la convinzione che sarebbe stato meglio concentrarsi su brani che davvero si adattassero in maniera convincente alla fisarmonica. E quindi, al contrario di alcuni colleghi che addirittura hanno proposto delle esecuzioni integrali dei 48 Preludi e fuga del Clavicembalo ben temperato, ho deciso di fare una selezione e di produrre un’unica registrazione antologica. Tengo molto a questo lavoro, che ho preparato con Emilia Fadini e mi è sembrato doveroso dedicarlo a lei, che è stata la mia guida per quasi vent’anni. Emilia ci ha lasciato nel 2021 e i brani del CD sono gli ultimi che abbiamo affrontato insieme. Ho poi perfezionato il lavoro con Marco Farolfi, con il quale sto proseguendo la collaborazione e preparando alcune grosse novità.

Visto che hai parlato di novità, a questo punto siamo curiosi: cosa bolle in pentola? Quali progetti concertistici e discografici hai?

Per quanto riguarda il repertorio solistico, proseguirò il lavoro su Johann Sebastian Bach e spero, entro la fine del 2024, di riuscire a proporre in concerto le Variazioni Goldberg, oltre a un programma dedicato al Bach “italiano”. Recentemente, però, sono tornato ad affrontare le Sonate di Scarlatti, che non eseguivo da anni e alle quali ho già dedicato due registrazioni e devo dire che ho provato la sensazione di “tornare a casa” in un certo senso. Visto che non ho mai smesso di leggere nuove Sonate e che le eseguirò più volte in concerto nei prossimi mesi, non è escluso che io decida di registrare un terzo CD con questi brani. Per quanto riguarda l’attività cameristica, pur essendo sempre aperto verso le eventuali novità, ho intenzione di concentrarmi su due direzioni: il duo con Sławomir Zubrzycki e la sua viola organista e la collaborazione con l’ensemble barocco L’Astrée di Torino. Per quanto riguarda il duo, ho avuto l’occasione, grazie agli amici e colleghi Maciej Zimka e Wiesław Ochwat di Cracovia, di suonare con Zubrzycki nello scorso dicembre e di scoprire il suo meraviglioso strumento. Si tratta di un brevetto di Leonardo Da Vinci, elaborato dal mio collega (che ne ha già costruiti tre esemplari sempre più perfezionati), che si presenta come un clavicembalo, ma le cui corde, invece di essere pizzicate, sono sfregate da rulli o da una cinghia azionati dal piede dell’esecutore. Il suono è cangiante e ricorda a volte il cembalo, a volte l’organo e, più spesso, un gruppo d’archi. L’assieme con la fisarmonica è davvero straordinario e non vediamo l’ora di proporre il nostro nuovo programma che spazia da Bach, a Händel, a Krebs e ad altri compositori. La collaborazione con l’Astrée è piuttosto recente e, per il momento, si è concretizzata in un concerto in Trio con il violinista Francesco d’Orazio e con il clavicembalista Giorgio Tabacco, che abbiamo proposto anche durante l’ultima edizione del PIF di Castelfidardo. L’obiettivo è quello di allestire e di eseguire con l’intero ensemble e con due fisarmoniche accordate a 415 con il temperamento “Vallotti” i tre concerti di Johann Sebastian Bach per due clavicembali e orchestra (BWV 1060-1061-1062). La ditta Scandalli sta per terminare un nuovo modello di fisarmonica con il temperamento antico, che verrà consegnato tra poche settimane a me e all’amico e titolare della ditta Mirco Patarini e saremmo felicissimi di avere la possibilità di eseguire i capolavori bachiani in una veste inedita.

Dal 12 al 23 agosto, a Maiolati Spontini in provincia di Ancona, sarai uno dei docenti delle masterclass di musica antica organizzate dall’Accademia Dorica. A chi si rivolge questo percorso formativo e chi sono i colleghi che ti affiancheranno?

È stato un invito graditissimo quello ricevuto da parte del Direttore Artistico dell’Accademia Dorica Cristiano Delpriori. Mi ha proposto di inserire, tra i corsi estivi dell’Accademia denominati Early Music Experience, (https://www.accademiadorica.it/it/summer-experience/) una masterclass di fisarmonica affiancata ai corsi di strumenti antichi tenuti da musicisti del calibro di Christophe Coin, Luca Giardini, Roberta Invernizzi, Enrico Gatti, Marc Vanscheeuwijck e altri. Penso che sia la prima volta che la fisarmonica è inserita in un contesto così prestigioso legato alla musica antica e mi piacerebbe molto che ci fosse una buona partecipazione. L’occasione è ghiotta: i costi sono contenuti in relazione all’offerta e ci sarà la possibilità di ricevere lezioni frontali e di collaborare con gli altri studenti in vari gruppi cameristici. Inoltre, gli allievi più meritevoli potranno essere selezionati per produzioni e concerti dall’Accademia Dorica.

Concerti, attività didattica in Conservatorio, masterclass nelle Accademie europee… Troverai anche il tempo di riprendere a scrivere qualche articolo per Strumenti&Musica? Magari parlando del recente lavoro su Johann Sebastian Bach…

Prometto che da giugno in poi riprenderò a scrivere. Il lavoro discografico su Bach mi ha permesso di approfondire la mia conoscenza e mi ha stimolato molto e mi piacerebbe tornare a condividere i miei pensieri con i vostri lettori.

 

(foto di Alessandro Giambartolomei)

 

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