Come ha ricordato George Massenburg – produttore discografico, ingegnere e membro del consiglio della Fondazione – “fin dagli anni Quaranta lo standard di registrazione è stato il nastro magnetico, un supporto molto vulnerabile soprattutto all’umidità. La maggior parte degli archivi sonori sono conservati su nastri analogici, che hanno subito danni ingenti con l’inondazione che ha devastato New Orleans nel 2005, a seguito dell’uragano Katrina”. Massenburg rammenta gli sforzi fatti per recuperare gli archivi – dove sono depositate soprattutto registrazioni jazz – danneggiati a New Orleans, così come le operazioni di recupero dei documenti depositati nelle biblioteche e nelle stazioni radiofoniche. Difatti, “non sappiamo quali oggetti siano importanti fino a quando non riusciamo a guardare dentro le collezioni, ad ascoltarle e identificare ciò che contengono”.