Prima di entrare nello specifico del brano, cosa ti ha spinto a cimentarti nello studio di questo strumento così nobile e particolare?
Ho iniziato a suonare il violoncello quando avevo 4 anni. In realtà, all’inizio ero affascinata dal contrabbasso, ma ero troppo piccola e non riuscivo nemmeno ad abbracciarlo. Così, i miei genitori mi hanno proposto il violoncello e da subito è stato amore a prima vista: mi ha colpita il suono, così caldo e umano, che quasi sembra parlare. Alfred, il mio violoncello (sì, gli ho dato un nome perché per me è quasi una persona!), è il mio compagno di viaggio: non mi abbandona mai e mi permette di esprimere parti di me che solo la musica tira fuori.
La conseguenza di questa tua scelta musicale presuppone un esercizio costante e quasi totalitario sui repertori di musica colta. Nel calderone delle più variegate proposte musicali, che genere ti piace ascoltare e a chi ti ispiri per le tue composizioni?
Guarda, ascolto davvero di tutto! Sono super curiosa e non mi faccio influenzare dai pregiudizi: un giorno mi metto qualcosa di molto suggestivo, altre volte ascolto canzoni più “tamarre”. Tra i miei idoli c’è sicuramente Elisa, che per me è un mito sia per la voce, sia per le parole, e Olivia Rodrigo che è potentissima e anche ironica quando serve. Poi, adoro Agnes Obel, perché anche lei fa cose bellissime col violoncello. Nella mia musica c’è un mix: la base classica (ovviamente), ma anche pop, rock e un po’ di cantautorato. Amo sentire influenze diverse: mi piace lasciarmi contaminare e portarle nel mio modo di scrivere.
Il tuo curriculum parla chiaro e la tua visibilità è abbinata sì al celebre strumento ad arco, ma anche ad una sfilza di riconoscimenti conseguiti come cantautrice. Come ti vedi in questo doppio ruolo e quali sono gli obiettivi che ti sei posta?
Per me, essere cantautrice e violoncellista è tutt’uno: non riesco a separarli, sono due anime che si completano e si danno forza a vicenda. Il violoncello è il filo conduttore che accompagna la voce. Il mio obiettivo più grande è continuare a crescere sia come musicista, sia come persona, portando sempre nelle canzoni dei messaggi positivi: qualcosa che possa essere di aiuto o di ispirazione a chi ascolta. Se poi riuscissi un giorno a vivere di musica, che sia componendo, suonando o anche insegnando il violoncello, sarebbe il mio sogno diventato realtà.
Il tuo ultimo singolo tratta di un tema tanto attuale quanto complicato, soprattutto se analizzato con gli occhi di una quindicenne… Come si ripercuotono nello stato d’animo di una teenager gli aggiornamenti in tempo reale dai vari fronti di guerra?
Le immagini di guerra che vediamo ogni giorno sui social sono tantissime: ci colpiscono, a volte ci “anestetizzano” un po’, perché siamo abituati a vederle sempre. Eppure, per me, alcune ti colpiscono dritto nello stomaco: è stata proprio la foto di una bambina in guerra ad ispirarmi Oltre il rumore. Da lì, ho sentito il bisogno di trasformare quella sensazione in musica, per lanciare un messaggio di pace e uscire dall’indifferenza. Credo che trasformare il dolore in creatività sia una forma bellissima di resistenza.
Se a decidere le sorti del pianeta fossero gli adolescenti anziché i navigati politicanti e mercenari avremmo, probabilmente, un mondo più “armonioso”… La storia ci racconta tutto l’opposto, ma potrà mai il bene comune prevalere sugli interessi dei singoli? Potranno le opinioni dei giovani come te contribuire a cambiare lo status quo e ad instaurare una società più giusta e coesa?
Penso proprio di sì! Forse è vero che i giovani hanno un’idea più “idealista” della società, d’altronde siamo cresciuti a pane e internet. Magari non abbiamo ancora le armi politiche degli adulti, ma abbiamo energia, entusiasmo e tanta voglia di cambiare le cose. Se riusciamo a parlare apertamente di temi importanti, a fare rumore tutti insieme, possiamo davvero essere una spinta per una società più giusta. La musica, per me, è proprio questo: un modo per dare voce al cambiamento.
Il tuo appeal, musicalmente parlando, sembra non risentire della tua giovanissima età, tanto da catturare le attenzioni (e la collaborazione) di artisti ben più navigati. Sul singolo se ne contano venti, tra i quali Cisco, Kento, Roberta Giallo e Yo Yo Mundi… Cosa li ha convinti a sposare il progetto
Secondo me, li ha convinti il messaggio della canzone: Oltre il rumore non è solo un brano mio, ma una vera e propria playlist collettiva che unisce arte, musica e parole con lo scopo di promuovere la pace. Sono venti gli artisti coinvolti, ognuno con il suo stile e le sue idee, ma siamo riusciti a fare squadra. Quando il messaggio è forte e condiviso, le barriere svaniscono: sono super orgogliosa, sia di loro che del risultato finale!
Ho iniziato a tredici anni, dopo un’esperienza molto forte con il cyberbullismo. A Natale, ricevevo messaggi bruttissimi su una vecchia chat di classe, ma invece di farmi abbattere, ho buttato fuori tutto scrivendo, prima piccoli racconti e poi, pian piano, musiche e canzoni. La prima vera canzone nata da tutto questo è stata Nuvole, che rappresenta proprio la voglia di non farsi schiacciare dalle cose brutte, ma usare la creatività per rialzarsi.
La sfrontatezza dei tuoi quindici anni ti aiuterà, probabilmente, a gestire anche le ansie da palcoscenico… Che rapporto hai con il tuo pubblico?
L’ansia prima di salire sul palco c’è sempre! Ma poi, quando parto con la prima canzone, diventa tutto più naturale. È bellissimo quando vedo qualcuno cantare insieme a me o commuoversi: mi fa capire che quello che scrivo arriva davvero. Alla fine, è questo che mi piace: vivere un momento insieme. È la cosa più bella!
Qual è il tuo rapporto con i social? Li trovi utili per l’ascesa artistica di una giovane musicista/cantautrice?
Uso tanto i social, sì, anche se cerco di non farmi sopraffare dalla “corsa ai numeri”. Per me, i social sono un canale pazzesco per far conoscere i miei progetti, incontrare altri musicisti e condividere quello che faccio ogni giorno. Mi piace usarli per raccontarmi davvero, senza maschere, e per parlare in modo diretto con le persone che mi seguono.
La più banale delle domande… Cosa c’è Oltre il rumore? Vista la tua prolificità dobbiamo attenderci dell’altro a stretto giro di posta?
Oltre il rumore parla di andare oltre la superficie, superare le difficoltà e trovare la bellezza anche dove sembra impossibile. Per il futuro, assolutamente sì: sto già lavorando ai nuovi brani. Non voglio fermarmi, ho tantissime storie ancora da raccontare!
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