Eric Clapton aveva collaborato direttamente solo nel 2006 con il chitarrista di Tulsa, Oklahoma, dopo uno straordinario incontro, avvenuto nel 2004 al Crossroad festival. L’occasione è stata “Road to Escondito”, il disco dedicato a Billy Preston, straordinario tastierista scomparso nel giugno di quell’anno e che aveva suonato con tutti i più grandi (tra cui Beatles e Rolling Stones) della scena rock internazionale. Il disco ricevette apprezzamenti straordinari sia da parte del pubblico che della critica, arrivando a vincere un Grammy Award come miglior album di blues contemporaneo.
Con “The Breeze” Eric Clapton – che, insieme a Simon Climie, è anche il produttore dell’album – ci invita in un mondo colpevolmente inascoltato, ma che ha molto da dire. Come hanno scritto alcuni critici, lo stile di Cale coincide con il suo carattere e la sua anima inquieta. È uno stile libero dai formalismi più diffusi, ricco di riferimenti alle tradizioni sonore americane (blues e folk, ma anche country e rock), che Cale riesce ad assorbire, mescolare e interpretare in modo originalissimo, imperniato su un “provincialismo sano” e indipendente che, sulla scia della sua tecnica chitarristica (il suono soffuso, il tocco deciso e ritmato), lo mantiene inalterato, anche nelle nuove rappresentazioni che ne hanno dato Eric Clapton & Friends.
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