Un trio delle meraviglie che parla fluentemente il “jazzese”
Duke Ellington / Charlie Mingus / Max Roach – MONEY JUNGLE
Etichetta discografica: Blue Note (Tone Poet)
Anno produzione: 2020 (RISTAMPA)
di Stefano Dentice
Dal fortunato e fruttuoso incontro di tre stelle del firmamento jazzistico mondiale, non poteva che venire alla luce un autentico capolavoro, una vera e propria pietra angolare intitolata Money Jungle, gemma preziosa autografata da tre colossi della storia del jazz, tre illustri personaggi che hanno influenzato migliaia di generazioni di musicisti del nostro tempo (e non solo) soprattutto per linguaggio, pronuncia e grammatica di questo genere musicale. Ebbene sì, si tratta di Duke Ellington al pianoforte, Charlie Mingus al contrabbasso e Max Roach alla batteria. La United Artists Records, in collaborazione con la Blue Note Records, pubblicò quest’opera discografica nel lontano 1963, in una versione LP contenente sette brani originali figli dell’ubertosità compositiva di Edward Kennedy “Duke” Ellington, ovviamente meglio conosciuto solo come Duke Ellington, eccezion fatta per il celeberrimo Caravan, perla partorita a quattro mani insieme al ferace trombonista portoricano (naturalizzato statunitense) Juan Tizol, con Irving Mills autore del testo, mentre Money Jungle, Les Fleurs Africaines (African Flower), Very Special, Warm Walley e Solitude (musica di Ellington e testo di Eddie DeLange-Irving Mills) completano la tracklist. In realtà, Money Jungle è stato oggetto di diverse edizioni: la prima volta nel 1987, griffato Blue Note, con l’aggiunta dei brani inediti A Little Max (Parfait) in due versioni, Switch Blade, Rem Blues, Backward Country Boy Blues e un’alternative take di Solitude, la seconda volta, nel 2002, sempre con il marchio Blue Note, con l’inserimento di altre quattro tracce (Rem Blues, Money Jungle, Switch Blade e Solitude). Infine, nel 2020, ecco la ristampa dell’originale LP datato 1963. Money Jungle, brano eponimo, pullula di intriganti asperità armoniche cesellate in particolar modo da Ellington ed enfatizzate dai geniali intarsi contrabbassistici di Mingus, entrambi supportati dal comping incalzante e stimolante tessuto da Roach. Il climax di Les Fleurs Africaines (African Flower) è rarefatto, crepuscolare. Qui si snoda una costante conversazione fra gli ottantotto tasti del piano del “Duca” e le abbacinanti linee architettate da Charlie Mingus, il tutto illuminato da un toccante afflato. In Wig Wise, lo sfavillante mood mette l’argento vivo addosso. Qui il playing di Ellington è intriso di maliarde blue notes che lui snocciola a grappoli, sostenuto dal puntuale ed efficace costrutto ritmico intessuto dal tandem Mingus-Roach. L’esotico tema di Caravan è ipnotico, introdotto dai tamburi di Max Roach. Duke Ellington dà vita a un eloquio policromatico, a tratti tensivo. Money Jungle rappresenta l’inclito paradigma della coesistenza fra tre personalità artistiche a dir poco differenti, ma tutt’altro che agli antipodi come si potrebbe immaginare. Infatti, secondo alcuni interessantissimi aneddoti legati alla registrazione di questo disco, Mingus altercò con Max Roach tanto da rifiutarsi di proseguire la sessione, ma grazie al carisma e alle spiccate doti persuasive di Ellington decise di non abbandonare lo studio. Inoltre, il contrabbassista riferì in seguito del suo nervosismo nel corso dell’intera durata dell’incisione, non soltanto a causa degli scontri verbali con il batterista, ma anche per i suoi problemi professionali relativi a un suo concerto alla “Town Hall”. A un certo punto, conservò il contrabbasso nella custodia con l’intenzione di andar via dalla sala d’incisione, però il “Duca” riuscì a convincerlo a rimanere. Fu lo stesso Duke Ellington, successivamente, a riportare il dialogo con Charlie Mingus. Il bassista disse al pianista: «Amico, non posso suonare con questo batterista!» Ellington rispose: «Perché? Cosa sta succedendo?» La risposta di Mingus fu: «Duke, ti ho sempre ammirato e stimo quello che hai fatto musicalmente, ma dovrai trovarti un altro bassista». Questo, per l’appunto, a testimonianza della gestazione turbolenta e complicata dell’album. Duke Ellington paciere e posseduto dallo spirito dello swing, nel senso più stretto del termine, Mingus tutto genio e sregolatezza, personaggio dal carattere bizzoso (per usare un eufemismo) e spontaneamente incline alla sperimentazione, Max Roach antesignano del bebop, fra i primi batteristi in assoluto a codificare il drumming connesso a questo stilema. Dunque, tre teste e tre anime diverse, ma che alla fine della storia confluiscono tutte in un’unica direzione per servire la musica, come sempre, regina trionfante e indiscussa.
Duke Ellington, Charlie Mingus, Max Roach, Money Jungle
Etichetta discografica: Blue Note (Tone Poet)
Anno produzione: 2020 (RISTAMPA)
GUARDA IL VIDEO