Il suo brano, 9 13 18 24, destinato al repertorio concertistico, nasce da un’interessante ricerca intorno alle sonorità fisarmonicistiche, cui ho in parte contribuito come esecutore fino alla sua registrazione. Il lavoro di Nastari ruota, talvolta in maniera non immediatamente evidente all’ascolto, attorno all’uso dell’ironia come mezzo per descrivere e rappresentare il contesto contemporaneo. Proprio in relazione a quest’idea è nato il pezzo 9 13 18 24, per fisarmonica sola, in cui la ciclicità è uno degli elementi strutturali. Nel brano si fa uso di pochi gesti strumentali, che vengono sapientemente sfruttati per costruire una trama talvolta al limite dell’alienante.
Ironicamente, ciò che tutti abbiamo conosciuto è stato provvidenzialmente positivo per alcuni, tra cui Nastari: impegnato da alcuni anni in una relazione a distanza con la scultrice Federica Zianni – tra l’altro autrice dell’opera riprodotta sulla copertina del disco – si è trovato improvvisamente chiuso in casa con lei. Una situazione desiderata, dunque accolta con gioia, anche perché imprevista, che era tuttavia in aperto contrasto con l’emozione dominante nel mondo circostante: ed ecco che si manifesta esplicitamente l’idea di Fabrizio di usare l’ironia per riflettere il contesto in cui vive: “[…] era paradossale provare felicità per questa situazione personale mentre fuori era in corso la pandemia”. A livello di materiali il brano è articolato su poche note (Re, Mi, Fa, La e Si con alcune alterazioni transitorie) e con pochi gesti. La scelta delle altezze, che sono la traslitterazione di alcune lettere dei nomi di Fabrizio e Federica, rivela un legame molto profondo tra autore e opera, mentre l’uso di una varietà limitata di gesti strumentali è da ricondurre alla necessità di scegliere solo alcuni tra i pressoché infiniti gesti possibili con la fisarmonica. Nastari, infatti, sottolinea l’importanza del “provare ad assimilare i gesti e lo sforzo che questi gesti richiedono […]. La fisarmonica ha moltissime possibilità e c’è il rischio di volerle sfruttare tutte insieme, ma questo rischierebbe di non far apprezzare a dovere le singole caratteristiche dello strumento. Meglio scrivere più brani, ognuno dei quali focalizzato su alcune caratteristiche”.
Le due qualità della fisarmonica evidentemente più interessanti per l’autore del brano sono la possibilità di eseguire contemporaneamente suoni alle estremità opposte della tessitura, e la capacità dello strumento di emettere suoni tenuti che siano anche immediatamente variabili dinamicamente. È la combinazione di questi due elementi, in effetti, a costituire l’intero brano, fin dalle prime battute, dove una terzina all’estremo acuto e grave in fff si trasforma rapidamente in una serie di ribattuti in pp, poi persino in ppp. Da questa alternanza di piani dinamici e di tessitura trae origine e si articola un crescendo di tensione, che, tuttavia, come dicevamo, non viene mai risolta, ma che rende il brano così interessante tanto per l’esecutore quanto per l’ascoltatore.
Nel prossimo articolo osserveremo più da vicino il brano di Roberto Ventimiglia, Gar schöne Spiele spiel’ ich mit dir, per fisarmonica, violino, e violoncello.
ACCORDION WAVES suona italiano
Fabrizio Nastari – 9 13 18 24 – per fisarmonica