Possiamo definire – in via del tutto generica – una funzione di riposta come quella che associa ad un segnale di input (I) un determinato segnale di output (O). L’approssimazione più importante della funzione di riposta è la cosiddetta riposta lineare. In generale potremo perciò scrivere:
0 = Z ⋅ I 1)
in cui Z è la riposta lineare del sistema e prende il nome di Impedenza del Sistema. In generale, l’impedenza ha come effetto quello di produrre un’attenuazione e uno sfasamento del segnale di ingresso.
Ciò premesso, vogliamo determinare – dato un certo “impianto fonico e acustico di uno strumento” – la funzione di risposta dei meccanismi di selezione delle frequenze (tastiera/bottoniera e registri). A tal proposito rivolgeremo la nostra attenzione al pianoforte e alla fisarmonica. In pratica, per questi due strumenti, di cui si dà per scontata la conoscenza delle caratteristiche foniche e acustiche, vogliamo determinare come il meccanismo di selezione delle frequenze (tastiera/bottoniera e registri) associa ad un dato input il relativo output, essendo in questo caso l’input la nota selezionata dal suonatore attraverso la tastiera/bottoniera e i registri e l’output la frequenza restituita dal meccanismo che fa capo alla tastiera/bottoniera stessa. La frequenza restituita dal meccanismo di selezione delle frequenze può – a seconda del tipo di strumento (pianoforte/fisarmonica) – coincidere o meno con quella suonata dall’esecutore. Il meccanismo di selezione delle frequenze di questi due strumenti mette in relazione le dita del musicista con gli elementi vibranti (corde e/o ance) dello strumento.
Non sempre il meccanismo di selezione delle frequenze esiste materialmente. Ad esempio negli archi, che dispongono di quattro corde pre-accordate, tale meccanismo non c’è; infatti, è il suonatore che intervenendo di volta in volta direttamente sull’elemento vibrante (corda) con le proprie dita – variandone la lunghezza (accorciandola) – determina la frequenza della nota selezionata. Nel pianoforte, nella fisarmonica, ecc. a tale scopo esistono, invece, tastiere e/o bottoniere che agiscono, attraverso un meccanismo più o meno complesso, su un insieme di corde o ance preventivamente accordate.
Indicando perciò con x la variabile indipendente – ovverosia la frequenza selezionata dal musicista quando abbassa un qualsiasi tasto del pianoforte – e con y la variabile dipendente, cioè la frequenza selezionata dal meccanismo che fa capo alla tastiera stessa, potremo scrivere la seguente equazione:
y8(x) = x 2) ∗
nella quale x rappresenta – come detto – il valore della frequenza selezionata dall’esecutore tramite l’abbassamento di un qualsiasi tasto della tastiera del pianoforte (fig. 1).
La 2) rappresenta – nel piano x, y – l’equazione di una retta uscente dall’origine degli assi cartesiani e avente coefficiente angolare m pari ad uno, è perciò una retta inclinata di 45° (π/4) rispetto all’asse delle ascisse (ordinate). In definitiva, la funzione di risposta della tastiera del pianoforte è una retta uscente dall’origine degli assi cartesiani ed inclinata di 45° rispetto all’asse delle ascisse (ordinate).
Da notare che nel caso del pianoforte esiste una perfetta corrispondenza biunivoca tra quanto selezionato dall’esecutore e quanto “restituito” dal meccanismo di selezione delle frequenze.
* la 2) rappresenta l’equazione esplicita della retta: y(x) = m ⋅ x + q dove m rappresenta il coefficiente angolare della retta e q il segmento “staccato” della stessa sull’asse delle ordinate.
** Data una funzione y = f(x) essa si dice biunivoca quando ad un valore della variabile indipendente x associa uno ed un solo valore della variabile dipendente y e viceversa.
*** la funzione di risposta di cui all’equazione 2) poteva essere tracciata anche per punti ricorrendo all’equazione per due punti della retta. Consideriamo due punti P1 e P2 del piano x, y: P1 = (440, 440) e P2 = (880, 880) ricordando l’espressione dell’equazione per due punti della retta:
Si ottiene:
– In termini di impedenza possiamo dire che la costante Z in questo caso vale uno.