Artista poliedrico scomparso un anno fa – il 3 aprile 2024 – alla bella età di 94 anni, oltre alla scultura e alla pittura, Edgardo Mugnoz (www.edgardomugnoz.it/) ha sempre coltivato un’innata passione e predisposizione per la musica, che si è concretizzata nel corso dei decenni in vari ambiti.
GLI INIZI
Ancora adolescente, agli inizi degli anni ’40, nel pieno della seconda guerra mondiale – dunque in un periodo difficile sotto molti aspetti – cominciò a dedicarsi allo studio della musica che lo aveva affascinato sin dalla più tenera età. Iniziò a suonare con una fisarmonica della ditta Frontalini di Numana, dove abitava con la famiglia, azienda presso la quale il padre Antonio era impiegato come accordatore; una realtà tra le più note del settore che di lì a poco avrebbe costituito, con la Soprani e la Scandalli, la celebre Farfisa. In seguito, anche Edgardo lavorerà nella stessa azienda, prendendo anche lezioni di fisarmonica dal capo fabbrica Liberato Drenaggi, musicista-operaio che, per un certo periodo, fu anche direttore della “Fisorchestra Frontalini”, ensemble che all’epoca godette di una certa fama anche perché utilizzava strumenti particolari (alcuni dei quali oggi custoditi presso il Museo della Fisarmonica di Castelfidardo) – prodotti chiaramente dalla stessa azienda – delle fisarmoniche “fuoriserie” che cercavano di riprodurre il suono dei principali strumenti di un’orchestra sinfonica.
Era il 1973 quando dalla fervida e instancabile mente di Edgardo nacque l’idea di creare, a Villa Musone di Loreto, attiva e operosa frazione all’ombra del celebre santuario mariano, una “scuola-laboratorio” del tutto gratuita, aperta a tutti i bambini e adolescenti desiderosi di addentrarsi nel mondo dell’arte e ricevere le prime nozioni di musica, disegno e scultura.
Iniziò così un’intensa attività didattica durata poi vari decenni. All’epoca erano ancora rare le scuole di musica o di danza, civiche o private; non erano entrati in voga i vari corsi di nuoto, di calcio, le palestre, ecc. e i bambini, dopo aver svolto i compiti di scuola, avevano tanto tempo libero a disposizione. In Italia, tra l’altro, si stava vivendo il tempo dell’austerity, per cui, il generoso e creativo “esperimento” del M° Mugnoz, fu accolto con molto favore dagli abitanti della frazione, gran parte dei quali vi iscrissero i propri figli. In breve tempo la “scuola” fu frequentata da decine di ragazzini di età compresa fra i 6 e i 13 anni. In realtà, più che di una scuola vera e propria si trattava di un “circolo artistico-ricreativo” dove i bambini si divertivano a suonare, disegnare, creare…
Per rendere il più possibile accessibile a tutti l’approccio alla musica, il Maestro scelse di adottare due strumenti relativamente semplici ed economici, facilmente reperibili nella zona di Castelfidardo, patria degli strumenti musicali: la melodica (o clavietta) – una piccola tastiera a fiato – e la “pianola elettrica” (antesignana delle attuali tastiere elettroniche), strumenti che proprio in quel periodo stavano prendendo piede, anche e soprattutto nell’ambito della didattica musicale.
Negli anni a seguire, coadiuvato dai figli Alessandro e Miriam, aprirà anche corsi di organo elettronico, tastiera elettronica, pianoforte e organetto, introducendo – ma anche formando nei casi più fortunati – all’arte dei suoni diverse generazioni di giovani, e non solo, di Loreto e dintorni (provincie di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno). Nel corso degli anni prestigiosi musicisti – concertisti, compositori e professori di conservatorio – furono commissari d’esame e consiglieri della scuola Mugnoz, tra questi ricordiamo: Adamo Volpi, Bio Boccosi, Gervasio Marcosignori, Adalberto Guzzini, Giuliano Viabile, Sergio Scappini, Ivano Battiston, Ferruccio Premici, ecc.
Agli inizi degli anni ’80, con i figli Alessandro e Miriam, creò il Quintetto – poi Quartetto – “Adamo Volpi”, con i quali, oltre a vincere diversi Concorsi nazionali, svolse un’interessante attività concertistica e di ricerca con lo scopo di “nobilitare” lo strumento fisarmonica, facendone conoscere ed apprezzare anche l’aspetto cameristico. Era questo il periodo in cui lo strumento si apprestava ad entrare nei Conservatori di Stato italiani. L’ensemble si ispirò all’inizio al noto “Quintetto di Varsavia” diretto dal polacco Lef Puchnowski (dal quale successivamente il nostro quartetto poté beneficiare di una indimenticabile audizione/lezione), ma poi il riferimento principale fu il classico quartetto d’archi attraverso lo studio di fondamentali partiture di autori quali Haydn, Mozart, Beethoven, Borodin, Dvořák…
LE COMPOSIZIONI – LA MATURITÀ
Edgardo ha sempre coltivato anche una spontanea vena creativa, componendo canzoni e liriche (ricordo “Il dono di un sorriso”), diversi brani per fisarmonica, soprattutto danze, operine didattiche (Cenerentola e La piccola fiammiferaia) e vario materiale pedagogico.
Dalla metà degli anni ’90 s’interessò sempre più allo studio della fisarmonica diatonica (organetto) tornando, in un certo senso, alle origini del proprio primo strumento. Iniziò quindi a comporre – e a suonare – significativi ed impegnativi brani originali, i quali saranno prossimamente pubblicati sulle principali piattaforme on line.
Inoltre, con il figlio Alessandro, iniziò ad elaborare un’opera didattica che pone il popolare strumento in una nuova e più ampia prospettiva. Nel 2009 viene pubblicato così il primo frutto di questo lavoro: il Metodo di base per Fisarmonica Diatonica a 8 bassi edito dalle edizioni Ars Spoletium
(http://www.arspoletium.com/store/products/metodo-di-base-per-fisarmonica-diatonica-a-8-bassi/)
Una selezione di brani, tratti dalla “Antologia didattica” di tale opera, saranno a breve disponibili sulle principali piattaforme digitali.