LUCIANO FANCELLI: MAESTRO DELLA FISARMONICA
Nato nel 1928 a Foligno, Fancelli è cresciuto in un periodo in cui la fisarmonica stava emergendo come strumento capace anche di espressioni complesse e profonde. Vissuto nell’età dell’oro dello strumento, egli appartiene a quella generazione, nata negli anni Venti del Novecento, che annovera fisarmonicisti-compositori come Wolmer Beltrami, Barimar (Mario Barigazzi), Peppino Principe, Gervasio Marcosignori, Felice Fugazza… Fuori dall’Italia citiamo senza pretese di esaustività Art Van Damme, Mat Mathews, Leon Sash, Carmen Carrozza, Marcel Azzola, André Astier, Joss Baselli, Yuri Kazakov, Fritz Dobler, Rudolf Wurtner. Purtroppo, però, la sua carriera, in piena fase ascensionale, fu interrotta bruscamente – poco più che ventenne – da una setticemia, a causa di un mal di gola mal curato. A volte ci si è chiesto: come si sarebbero evolute le geniali doti di Fancelli? Visto il repertorio che ci ha lasciato, non certo vastissimo, ma indubbiamente pregevole nella sua eterogeneità, la sua carriera si sarebbe indirizzata soprattutto sulla musica leggera, come molti suoi colleghi, magari ai livelli di Gorni Kramer – se non superiori? Oppure si sarebbe rivolta maggiormente al jazz… O, ancora, al “classico”, magari attraverso la composizione? Ovviamente, nessuno potrà mai dare una risposta, ma un aspetto appare certo: le musiche che ci ha lasciato testimoniano, indubbiamente, una sensibilità e anche delle capacità tecniche (vista l’età), fuori dal comune.
Artista a tutto tondo, Fancelli ha praticato anche la poesia e la pittura. Non dimentichiamo però le sue qualità come fisarmonicista dalle eccezionali doti tecniche e interpretative messe in luce nei primi concorsi nazionali del 1948. Nell’ottobre del 1949, vinse la categoria “solisti professionisti” al Festival Internazionale della fisarmonica di Stradella e, successivamente, ad Ancona, nel settembre del 1950. Interessante rammentare, che, in tali concorsi, le giurie erano presiedute da musicisti come Franco Alfano, Guido Farina, Pietro Argento…, mentre tra i concorrenti che “sfidavano” Luciano c’erano giovani musicisti come Aldo Ceccato (in futuro notevole direttore d’orchestra), Davide Anzaghi (poi compositore e stimato docente al Conservatorio di Milano) e anche Marcel Azzola.
Il Sinequanon Akkordeon Ensemble è formato principalmente da ex-allievi della Scuola di fisarmonica del M° Sergio Scappini, primo docente dello strumento in Italia (al Conservatorio di Pesaro e poi a Milano) che ne è stato il direttore artistico. Il gruppo ha al suo attivo numerosi concerti in Italia e all’estero, collaborando con varie realtà musicali/teatrali e, in particolare, con la Rete 2 della radio della Svizzera italiana. La loro interpretazione delle opere di Fancelli rappresenta un connubio perfetto tra rispetto dell’originale e una certa audacia nell’arricchire il corpus delle composizioni/trascrizioni fancelliane, con alcuni arrangiamenti innovativi e un paio di omaggi. I musicisti hanno saputo cogliere l’essenza del linguaggio musicale di Fancelli, restituendo la modernità e la freschezza delle sue composizioni ed enfatizzando le sue qualità più distintive: lo spiccato senso della melodia, alcuni spunti ritmici e, non ultimi, certi aspetti innovativi dell’armonia.
L’ALBUM
Oltre ai classici d’autore – Acquarelli cubani, 10 km al finestrino, Pupazzetti, Stranezze, Cartoni animati – Il lavoro offre i brani meno noti di Fancelli, come per esempio Helzapopping, nella trascrizione per fisarmonica sola di Adalberto Guzzini, Echi della Versilia (dal Carnevale di Viareggio), la mazurka Taxi, ma anche le canzoni, quindi le composizioni per voce e strumenti – di rarissimo ascolto, nella trascrizione per fisarmonica sola: Au revoir mademoiselle – valzer musette, Figlio ti ascolto – slow, Basta con le sambe, Non così – canzone slow.
Il gruppo, poi, non si limita a eseguire fedelmente le opere di Fancelli, ma aggiunge un tocco personale attraverso arrangiamenti di Sergio Scappini, per ensemble di fisarmoniche, che esplorano nuove possibilità espressive. Ecco, quindi, che gli strumenti del Sinequanon Akkordeon Ensemble si fondono in un dialogo musicale interpretando magistralmente Ciri (che apre l’Album) e Temi da concerto – composizione dell’ex collega Aldo Ceccato su temi di Fancelli – che chiude invece il disco.
Il programma è arricchito ulteriormente da due composizioni dedicate al musicista ternano: Omaggio a Fancelli di Sergio Scappini, per fisarmonica sola, e Portrait di Enzo Veddovi, eseguito dal gruppo.
CONCLUSIONE
Nell’interpretazione del Sinequanon Akkordeon Ensemble, la musica di Luciano Fancelli rappresenta, per certi aspetti, un ponte tra passato e presente, fra tradizione e innovazione. Questo connubio è una celebrazione della ricchezza della cultura musicale italiana e dell’immenso potenziale della fisarmonica come strumento di espressione artistica. Attraverso questo lavoro, il Sinequanon Akkordeon Ensemble non solo rende omaggio all’artista, ma contribuisce a mantenerne viva l’eredità, offrendo al pubblico moderno – e a tutti i fruitori delle piattaforme digitali – la possibilità di scoprire e apprezzare la genialità di uno dei più grandi fisarmonicisti-compositori del XX secolo.
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