Eppure questo musicista, per almeno un quarantennio – ovvero dagli anni Venti agli anni Cinquanta/Sessanta – ha vissuto momenti di vera e propria popolarità e anche di notevole successo in vari ambiti della scena musicale.
Già fanciullo prodigio, Ferrari Trecate divenne un rinomato concertista – considerato dalla critica uno dei più grandi organisti italiani, poi anche accompagnatore al pianoforte di celebri strumentisti e cantanti lirici e anche direttore d’orchestra. Fu, al tempo stesso, un insigne didatta, “la scuola d’organo del Conservatorio di Parma, di cui fu poi direttore per un quarto di secolo, sotto la sua guida, s’impose subito per una vitalità e un’efficienza assolutamente rare” (cfr. A. Sardi de Letto, in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, 1996). Tenne anche, per incarico, le cattedre di composizione, pianoforte, canto e direzione d’orchestra. Fu vicepresidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, presidente dell’Accademia Filarmonica di Bologna (1955) e della sezione musicale del Consiglio superiore delle Belle Arti e, persino, presidente onorario del C.D.F. (Centro Didattico Farfisa), poi divenuto Centro Didattico Musicale Italiano (ora Nuovo C.D.M.I.).
Ferrari Trecate, però, non fu solo questo. Dotato, fin dall’infanzia, di un’inesauribile vena creativa, compose molta musica di vario genere, dedicandosi in particolare a un teatro musicale per ragazzi, ispirato a un immaginifico mondo fiabesco. Di questo particolare settore ricordiamo le opere Pierozzo (1922), Ciottolino (1922), Le astuzie di Bertoldo (1934), Ghirlino (1940), Buricchio (1948) e L’orso re (1950). Di lui si registrano significative opere anche nella musica vocale/corale, religiosa e profana, nella musica sinfonica, in quella cameristica e nella musica strumentale e compose numerosi pezzi – didattici e “da concerto” – per vari strumenti, ma, soprattutto, per pianoforte, organo/harmonium e fisarmonica, nobilitando quest’ultimo strumento in un’epoca ancora pionieristica della sua evoluzione tecnico-artistica.
Ma perché un musicista di tale livello è caduto, in buona sostanza, nell’oblio? Indubbiamente, le ragioni possono essere più d’una. Come scrisse il nipote in Luigi Ferrari Trecate, musicista per l’infanzia: una sfida persa in partenza?, pubblicato sul sito www.temaconvariazioni.it nel novembre 2014: “il comporre fu, per Ferrari Trecate, un’esigenza esistenziale, sorgiva, dettata da un’ispirazione assolutamente genuina e non reprimibile, connessa alla consapevolezza della propria peculiarità artistica” spesso ‘complementare’ e divergente “rispetto ai prevalenti orientamenti della musica contemporanea”; per cui la musica di Ferrari Trecate è “prevalentemente tonale e melodica […] pur in un contesto compositivo ricco e sapiente”. Una musica spesso “destinata specificamente all’infanzia, pur con l’intento di rivolgersi anche al pubblico adulto, resa con un linguaggio semplice, ma mai banale, comprensibile, ma esigente; […] che potesse costituire anche una concreta fonte di iniziazione educativa, oltre che artistica”.
Nonostante la sempre favorevole accoglienza del pubblico “la critica ha ‘etichettato’ la produzione musicale di Ferrari Trecate come tradizionalista, non sufficientemente innovativa e quindi […] di rilievo limitato”, in virtù di un’imperante concezione evolutiva dell’arte, in base alla quale la novità è sempre sinonimo di validità artistica. Ciò è probabilmente avvenuto “per la mancanza di un adeguato approfondimento complessivo ed in assenza di un indispensabile distacco da condizionamenti ideologici”.
A tal proposito occorre puntualizzare, ormai a distanza di decenni, che, effettivamente, la maggioranza della critica italiana “ufficiale”, vicina a orientamenti politici progressisti, bocciò – o comunque vide con molta sufficienza e superficialità – molta della produzione di Ferrari Trecate, non “gradendo” la vicinanza del musicista (non si sa quanto intimamente convinta) al fascismo, imperante durante il ventennio. Stessa sorte toccò a molti altri musicisti, valenti e di talento; riferendoci solo alla cosiddetta “generazione dell’Ottanta” – a parte qualche nome come Alfredo Casella e Gianfrancesco Malipiero – artisti come Franco Alfano, Felice Lattuada, Renzo Bossi, Mario Barbieri, solo per citarne alcuni, caddero inesorabilmente nell’oblio.
Fortunatamente, come spesso si dice, “il tempo è galantuomo” per cui negli ultimi anni, con il dovuto distacco e con uno sguardo a 360°, c’è stato da parte della critica un certo ripensamento e, in ogni caso, una rivalutazione di alcuni di questi musicisti.
In riferimento a Ferrari Trecate ricordiamo – dopo lo storico libro di Ettore Campogalliani, Luigi Ferrari Trecate operista, Verona, 1955 – la pubblicazione di altri testi quali, per esempio, quello di Roberta De Piccoli, Corrispondenze iniziatiche nelle ”Märchenopern” italiane del Novecento. Il Pinocchio moltiplicato per tre di Luigi Ferrari-Trecate (1922-1940-1948), in “Musica e storia” (Fascicolo 3, dicembre 2007). Oppure quello di Morena Malaguti, «Le astuzie di Bertoldo» di Luigi Ferrari Trecate ovvero gli equivoci della semplicità (Roma, 2021), così come la pubblicazione di alcuni CD contenenti musiche del Maestro.
L’associazione Nuovo C.D.M.I., dopo le rassegne dedicate ai musicisti Adamo Volpi, Bio Boccosi e Gorni Kramer, proseguendo nel suo fine di omaggiare quelle personalità che si fossero impegnate (anche) nella didattica e nella divulgazione musicale, non poteva non ricordare questo artista, di cui nel 2014 ricorreva il 120° della nascita e il 50° della scomparsa.
A conclusione del memorabile concerto finale della “Rassegna Luigi Ferrari Trecate”, svoltosi a Castelfidardo il 29 novembre 2014, fu realizzato un album monografico live in omaggio al musicista e a testimonianza dell’evento. Come sempre, oltre al compositore, i protagonisti del CD sono principalmente i partecipanti alla rassegna nazionale, che offrono una panoramica piuttosto completa ed esaustiva della musica prodotta dal Maestro.
Ora, a distanza di dieci anni, tale lavoro discografico è disponibile fisicamente e digitalmente, distribuito dalle Edizioni Musicali e Discografiche Ars Spoletium e ascoltabile/scaricabile su Spotify e tutte le principali piattaforme online.
IL PROGRAMMA
Il programma comprende i principali generi frequentati dal musicista e abbraccia un arco temporale che, dagli anni Venti, arriva sino ai primi anni Sessanta del secolo scorso. Tutte le tracce del CD, a eccezione di quelle organistiche, sono state registrate dal vivo in occasione del concerto finale, tenutosi presso l’Auditorium “Binci” della Scuola di Musica “Paolo Soprani” di Castelfidardo e, la maggior parte delle stesse, sono in prima registrazione assoluta, il che, ovviamente, avvalora il progetto e rende ancora più prezioso il disco stesso.
S’inizia con alcuni brani per organo, lo strumento prediletto da Ferrari Trecate, essenzialmente d’ispirazione religiosa – un po’ sul solco del movimento ceciliano – quindi non troppo esigenti tecnicamente, ma caratterizzati da raffinate e sapienti armonie. Le prime tre composizioni – Graduale natalizio, Pastorelli di Gesù, Benedicite Pueri – sono tratte da Otto pezzi per organo del 1956, seguite dal “Trittico lourdiano” (1958) Filii tui de longe venient, Vidi speciosam, Tu Gloria Jerusalem. Tutti i brani sono stati interpretati da Lorenzo Antinori, all’organo della Concattedrale di San Cristoforo martire di Urbania (PU).
Successivamente, sono presentate due composizioni per fisarmonica risalenti agli anni Cinquanta, quando l’autore (stimolato dall’allora Centro Didattico Farfisa di Ancona) iniziò a interessarsi al popolare strumento, contribuendo a valorizzarlo con vari e significativi brani, fra i primi del repertorio italiano colto, dedicato specificamente allo strumento ad ance.
Il breve e ritmico Modellino Fiat dalla raccolta di pezzi facili Giocattoli, eseguito da Gloria Nobili, è una delle tante e valide opere pedagogiche scritte da Ferrari Trecate, mentre Giochi di prestigio, interpretato da Carlo Sampaolesi, è un brano brillante, definito “tempo di scherzo per il virtuoso di fisarmonica”, con una parentesi centrale più espressiva e rapsodica. Entrambi i giovani fisarmonicisti sono miei (ex) allievi.
Si passa poi alla musica vocale, genere molto praticato da Ferrari Trecate, sia a livello operistico che cameristico, sia sacro che profano. Ricordiamo che il musicista, negli ultimi anni della propria carriera, collaborò a livello concertistico – come pianista accompagnatore – con il soprano Jolanda Mancini, cantante molto apprezzata all’epoca.
Qui possiamo ascoltare La notte di ottobre, su testo di Attilio Bertolucci, da Quattro liriche (1955) e Tutto ritorna (1931) – dedicata alla memoria della madre – su versi di Giovanni Prati, interpretate dal mezzosoprano Edy Bigotto e dalla pianista Alice Castori. A seguire, lo Strambotto in serenata, una sentimentale lirica del 1930 proposta dal soprano Margherita Hibel, accompagnata al pianoforte da Lorenzo Di Bella. Le due cantanti sono (ex) allieve di Doriana Giuliodoro.
Il programma prosegue poi con il flautista Daniele Ravaioli, allievo di Fulvio Fiorio, con l’accompagnamento pianistico di Lorenzo Di Bella i quali eseguono Ariette, delicata e quasi neoclassica melodia – pubblicata a Parigi nel 1956 e dedicata al collega Virgilio Mortari – che qui rappresenta la produzione cameristica del musicista.
Ritorniamo poi alla fisarmonica con Marco Franconi, che propone due importanti brani entrati nel repertorio del proprio strumento: Corale variato – un tema (corale) seguito da cinque variazioni e finale, probabilmente l’ultima composizione pubblicata dal musicista (1963) – e la vivace e gustosa Pantomima umoristica del 1952.
Il CD si conclude con una carrellata di pezzi pianistici eseguiti ancora da Lorenzo Di Bella, che ci propone, dapprima, il romanticheggiante Gondolieri, tratto da Riflessi lagunari (1945), per proseguire con l’originale e divertente Tricromia (1946), un trittico – dedicato al grande pianista Arturo Benedetti Michelangeli – comprendente i brani Piume, Chitarre e Pattuglie.
Infine, vengono proposti sei piccoli pezzi, dei veri gioiellini, tratti dalla raccolta didattica Ninnoli musicali del 1929 – ovvero 12 pezzi facili per fanciulli – che, ancora una volta, dimostrano la maestria del musicista nel tratteggiare piccoli quadretti ispirati al mondo dell’infanzia.
In definitiva, crediamo che si possa affermare che il programma, pur se non in modo esaustivo, dimostri efficacemente come Luigi Ferrari Trecate sia stato un musicista autentico e completo, che sapeva parlare al cuore del pubblico – di piccini e di adulti – a volte con semplicità e tratti nostalgici, tal altre con arguzia e ironia, capace di evocare anche toni drammatici così come pennellate di modernità, ma sempre con artigianale sapienza musicale e sincera umanità.
ASCOLTA LE TRACCE SULLE PIATTAFORME DIGITALI
LEGGI GLI ARTICOLI SU ADAMO VOLPI, BIO BOCCOSI E GORNI KRAMER