La rivoluzione di Coba

Intervista a Yasuhiro Kobayashi, in arte Coba

Yasuhiro Kobayashi, in arte Coba, fisarmonicista e compositore eclettico, è sicuramente riuscito a mettere in atto, come obiettivo dichiarato, una vera e propria rivoluzione nel campo della fisarmonica, facendosi conoscere e riconoscere a livello internazionale. Partendo dal Giappone, la sua terra di origine, ha solcato i palchi di tutto il mondo, in solitaria o insieme ad altri grandi artisti come l’islandese Bjӧrk, passando necessariamente anche per l’Italia, Paese con cui si è venuto a creare un legame speciale. Ringraziamo infinitamente Coba per averci concesso questa intervista, in cui racconta ciò che lo ha portato a essere il grande musicista che è oggi. In attesa di poterlo ascoltare nuovamente in Italia, buona lettura!

Fisarmonicista polivalente e versatile. Le tue origini sono ben radicate nella musica classica, ma hai abbracciato progetti di varia natura. Chi è oggi Coba e qual è l’abito che più gli si addice?

Ho iniziato a studiare pianoforte all’età di tre anni e fisarmonica a dieci. Tuttavia, in Giappone, a quell’ epoca, la fisarmonica aveva un’immagine molto antiquata: questo strumento era percepito solo come un umiliante accessorio utilizzato per accompagnare le canzoni, piuttosto che come uno strumento musicale. “Voglio un giorno capovolgere questa percezione generale sbagliata. Voglio cambiare l’immagine della fisarmonica in uno strumento che i giovani ammirano. Per riuscirci, voglio creare nuova musica per la fisarmonica e iniziare una rivoluzione!”: ecco cosa ho cominciato a pensare. Il mio album di debutto, Sicilia No Tsuki No Shitade, pubblicato nel 1991 dalla casa EMI Music Japan, divenne un successo e da lì iniziai a svolgere diversi lavori: oltre a suonare la fisarmonica, componevo anche musica per la TV, il cinema e il teatro, ed è cosi che è cresciuto poco a poco il nome di Coba. Ma non ho mai dimenticato quella sensazione che provavo da bambino e non la dimenticherò mai per il resto della mia vita. Chi è esattamente Coba? Potremmo definirlo come “qualcuno che continua ad impegnarsi per realizzare le aspirazioni che aveva da bambino”.

La tua enorme popolarità nella terra del Sol Levante è certamente frutto della tua indubbia bravura. Ma è, in parte, anche conseguenza di una sorta di “simpatia” per uno strumento non legato alla tradizione e alla cultura nipponica?

La fisarmonica è uno strumento che ha il potenziale per diventare una star in tutto il mondo: non esiste nessun altro strumento che possa essere suonato tenendolo attaccato al corpo e far respirare sé stesso. L’enorme libertà di espressione musicale dà la sensazione di infinite possibilità. Anche in Giappone, i miei ragazzi stanno facendo risaltare questo strumento attraverso una nuova varietà di musica. Un altro vantaggio di questo strumento è che può essere utilizzato in qualsiasi genere: dalla musica pop, al rock, al jazz, alla world music, alla musica contemporanea fino alla classica, la fisarmonica può trasformare tutto in accordion music.

La tua notorietà va ben oltre i confini nazionali, ma in Giappone sei una star a tutti gli effetti. Centinaia di migliaia di copie vendute già con i primi album, oltre cinquecento composizioni, tra cui diverse colonne sonore per film, poi tanta radio, televisione… Da dove nasce il fenomeno Coba? Qual è stato il Big Bang che ha dato origine a tutto?

Sì, il mio album di debutto ha venduto 100.000 copie, mentre le uscite successive, Mania Coba (1994) e Mania Coba 2 (1998), vendettero duecentomila copie ciascuna. Come CD strumentale, penso che sia un grandissimo successo e mi sento molto fortunato. La ragione iniziale del successo potrebbe essere stata che la melodia di SARA, il primo pezzo del mio primo album, era facile da ricordare e il suono della musette, che era stato ascoltato nella chanson, era molto fresco e con ritmi latini. Ho ricevuto un’incredibile quantità di lavoro da registi cinematografici e pubblicitari che hanno ascoltato questa canzone: ciò portò a ulteriori successi. Il momento successivo sarebbe stato l’incontro con la cantante islandese Björk: venne a uno dei miei concerti a Londra nel 1995 e ricevetti subito nel camerino l’offerta a partecipare a un tour mondiale insieme a lei. Nei tre anni successivi, ho viaggiato con lei in sessanta Paesi in tutto il mondo: ciò diede origine a successive attività internazionali.

Un po’ come nelle sacre scritture, quando si parla di fisarmonica in Giappone va fatta una distinzione tra a.C. (avanti Coba) e d.C. (dopo Coba). Non vorremmo essere blasfemi, ma ti sei fatto portatore di un movimento che ha contribuito a sdoganare lo strumento soprattutto tra i giovani. Ci sono, oggi, nel tuo Paese di origine, scuole qualificate e insegnanti all’altezza dei colleghi europei?

Nelle università musicali giapponesi non esiste ancora un dipartimento di fisarmonica. Tuttavia, ci sono stati molti buoni insegnanti. Nella musica classica è in aumento il numero di persone che tornano in Giappone dalla Germania, dopo aver studiato con Mie Miki e, con loro, anche il numero dei loro studenti. Inoltre, è in aumento il numero di giapponesi che studiano nei conservatori italiani: penso che sia solo questione di tempo prima che vengano istituiti dipartimenti di fisarmonica presso le università di musica.

Perché hai scelto proprio la fisarmonica e quali sono stati i tuoi insegnanti?

Mio padre aveva una profonda passione per la fisarmonica, era un amatore, e fu lui a comprarmene una quando avevo dieci anni. Il mio primo insegnante è stato Toshio Ota di Nagoya. Il mio primo insegnante in Italia, invece, è stato il Maestro Adamo Volpi. Poi, ho avuto la fortuna di incontrare il Maestro Elio Boschello di Mirano che mi ha cambiato tutto: mi ha insegnato il fondamento del “suonare” e il significato dello “studiare”.

Durante i tuoi continui viaggi all’estero, in occasione dei tanti concerti, avrai certamente avuto modo di ascoltare anche altri musicisti. Come vedi le nuove generazioni di fisarmonicisti? Ce n’è uno che ti ha sorpreso in maniera particolare?

Penso che la tecnica di suonare la fisarmonica sia migliorata notevolmente negli ultimi trent’anni, soprattutto nell’era di Internet, in cui le informazioni provengono da tutto il mondo. Tuttavia, esiste una differenza fondamentale tra una “grande prestazione” e una “prestazione accattivante”. Spesso, ho la sensazione di non essere ancora un artista in grado di offrire “performance accattivanti”.

Chi sono i tuoi compositori preferiti, sempre riferiti allo strumento a mantice?

Il mio amico Richard Galliano direbbe: “Luciano Fancelli, Felice Fugazza e Adamo Volpi”. Però, personalmente, amo Astor Piazzolla: lui è stato davvero un grandissimo compositore e ritengo che abbia avuto un talento incredibile.

Che genere di musica ti piace ascoltare?

Pop, jazz contemporaneo, classica, musica sperimentale contemporanea, tango, pop indiano, musica araba, ambient, techno, hip hop, house, EDM, musica da cinema, musica balcanica, tex-mex, zydeco, klezmer, irlandese…

Tra le tante composizioni, una di quelle che ti ha portato alla notorietà è, probabilmente, la sigla dei Pokemon… Il celebre Astor Piazzolla non considerava Libertango tra le sue opere più rappresentative, pur avendogli regalato un enorme successo. Qual è il brano, tratto dal tuo repertorio, al quale sei emotivamente più legato?

È una domanda molto difficile, penso che cambi ogni volta. Per esempio, ho appena pubblicato il mio 47° album ACCORDION MONSTER (2024), di cui sto facendo il concert tour, e sono rimasto sorpreso nello scoprire che ero affascinato dalle canzoni Rainbow Temptation e The First Witch, ma sono sicuro che mi appassionerò di nuovo quando avrò il prossimo.

Dopo la cittadinanza onoraria conferitati dal Comune di Castelfidardo, recentemente sei stato chiamato dalla Regione Marche per fare il testimonial all’Expo di Osaka del 2025. Parlaci di questo progetto.

Il 7 giugno di quest’anno, all’Expo di Osaka, si terrà un evento chiamato “1000 Accordion”. Stiamo cercando persone che vogliano partecipare a questo evento, non solo dal Giappone, ma anche da Cina, Taiwan, Europa, America e Nuova Zelanda. Per poter partecipare, è necessario portare con sé una fisarmonica e avere la volontà di suonare una canzone insieme a mille fisarmoniche. Chi soddisfa queste condizioni, potrà entrare gratuitamente nella sede dell’Expo quel giorno e visitare anche i vari padiglioni. Il progetto è organizzato dal comune di Castelfidardo e dalla Regione Marche, in Italia, con me come direttore artistico. Ci auguriamo di vedervi numerosi.

I tuoi prossimi progetti? Quando avremo la possibilità di riascoltarti in Italia? Non dimenticare che ci hai promesso che suonerai anche alla prossima edizione di Strumenti&Musica Festival!

Sì, l’Italia è la mia seconda casa e tornerò sicuramente. Il Festival di Spoleto è fantastico, e non posso dimenticare l’olio d’oliva che produce Gianluca (Bibiani ndr)! È di ottima qualità, e la porchetta che abbiamo mangiato in centro era deliziosa! Questi sono l’Italia e Spoleto, dove si può vivere un’esperienza artistica importante e… allo stesso tempo deliziosa, quindi ci tornerò sicuramente. Spero, la prossima volta, con più tempo a disposizione.

 

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