L’incontro fra culture musicali diverse

Il mélange stilistico nelle composizioni di Roman Gomez

Roman Gomez è un bandoneonista, pianista, chitarrista e compositore dalla rara sensibilità interpretativa ed eleganza comunicativa. Insieme alla raffinata cantante Andria Antoniou, con la preziosissima partecipazione del grande violinista jazz Sergio Chrissovitsanos e del talentuoso contrabbassista Giorgos Roulos, ha dato vita ad Encuentro, un nuovo album che sta mietendo un eccellente successo di critica e pubblico. In questa intervista, il musicista argentino ma greco d’adozione, racconta la genesi e descrive il mood di Encuentro.

Encuentro è il tuo primo album con la cantante Andria Antoniou. Qual è il fil rouge di questo nuovo disco?

Ci siamo conosciuti tramite amici comuni ad Atene, nel 2016. Il nostro primo incontro ha portato alla luce la nostra comune passione per la ricca musica dell’America Latina. Dal primo momento, ci siamo legati in modo espressivo in larga misura. Quindi, con molto entusiasmo, abbiamo iniziato a elaborare idee su come combinare le culture musicali e i linguaggi che ci interessano. Encuentro esprime la forza dell’incontro (da cui il titolo dell’album) fra artisti e culture musicali. La musica del nostro lavoro discografico è stata descritta come un amalgama di tango argentino, musica folk, latinoamericana e jazz. Sono felice della risposta del pubblico, soprattutto della partecipazione alle tre presentazioni ufficiali dell’album che abbiamo fatto a Londra e a Cipro, così come sono molto contento dell’amore e del calore con cui hanno accolto e abbracciato la nostra musica.

Nella tracklist figurano sette tue composizioni originali. Qual è stata la principale fonte di ispirazione che ha dato vita a questi tuoi brani?

Non ho una fonte di ispirazione principale. Ma la natura, ad esempio, è una straordinaria fonte di ispirazione artistica. Alcuni di questi brani li ho scritti nei boschi svizzeri, mentre ero in tour, nello stesso modo in cui la musica è fonte di ispirazione e riflessione per pittori, poeti e via discorrendo. Anche il cinema o altre manifestazioni artistiche sono un’inesauribile fonte di ispirazione per me. Per quanto riguarda il tango, posso nominare Horacio Salgán, Roberto Grela ed Eladia Blázquez come alcuni dei miei artisti preferiti.

Dal punto di vista tecnico e interpretativo, quali sono le maggiori difficoltà nell’esecuzione e nell’interpretazione di queste composizioni?

Non ci sono particolari difficoltà tecniche o di lettura e neppure sorprendenti passaggi virtuosistici, niente di simile. La vera sfida risiede nella ricerca del suono e nell’ensemble. L’orecchio vuole la sua parte in questo disco, che enfatizza le melodie eseguite dalla bellissima voce di Andria Antoniou.

In questo CD suoni bandoneon, pianoforte e chitarra. Hai deciso di utilizzare tre strumenti differenti per una questione timbrica?

Sì, esattamente. È stata una scelta timbrica.

Oltre a te e ad Andria Antoniou alla voce, figurano Sergio Chrissovitsanos al violino e Giorgos Roulos al contrabbasso. Sotto l’aspetto stilistico e del sound, che tipo di contributo apportano all’album?

Il tocco, il gusto, il suono e l’eleganza fanno di Sergio Chrissovitsanos il più grande violinista jazz della Grecia. Specializzato nel jazz manouche, il suo playing gitano ed espressivo mi fa venire in mente le registrazioni degli anni Trenta. Invece, Giorgos Roulos è una vera e propria garanzia. Lui è un contrabbassista molto apprezzato qui in Grecia.

Quale modello di bandoneon hai utilizzato per registrare questo CD?

Un “AA” del 1945, circa.

In studio di registrazione e dal vivo suoni sempre lo stesso modello di bandoneon?

Sì, certo. Sia per le incisioni che per i concerti suono sempre lo stesso strumento.

Tu sei argentino, ma vivi in Grecia, esattamente ad Atene (come già anticipato da te). Quali sono le sostanziali differenze di concezione musicale fra Argentina e Grecia?

Più approfondisco i diversi generi del latino e la nostra cultura, più trovo somiglianze a livello musicale, sociale ed espressivo. A parte le influenze dirette della musica greca dal latino, attraverso l’opera di compositori come Atticus, Sougioul, Chiotis e altri, entrambe si concentrano sulla creazione di melodie relativamente semplici che parlano direttamente al cuore, ritmi il cui scopo è invitare l’altro nella danza e nella festa e, inoltre, melodie e ritmi sono impreziositi da una certa naturalezza e immediatezza. Ci sono anche generi folkloristici latini che risentono fortemente della musica europea dovuta ai conquistatori spagnoli, con melodie che evocano le strade greche e i colori del Mediterraneo. Una similitudine molto importante, che non si trova in molti generi musicali, è la ripetizione della stessa melodia in ogni giro, senza l’alternanza solitamente offerta da un coro o da un bridge. L’ho incontrato per la prima volta in alcune canzoni rebetika e in quelle popolari della musica andina. Mi sono reso conto che questo crea un’energia speciale, provoca stupore, come un rituale, e permette una partecipazione collettiva alla canzone. A livello sociale, entrambe le culture musicali nascono dal bisogno delle persone di esternare il dolore causato dalla povertà e dalle migrazioni, la speranza di una vita migliore, come l’amore, che è l’ispirazione poetica per antonomasia per entrambe. Sia i latini che i greci sono “fuori di cuore”, perché non frenano le loro emozioni. Sono esplosivi, con passione e romanticismo, mentre la famiglia, il divertimento, il buon cibo e gli incontri con buona compagnia, sono cose sacre e necessarie.

Che riscontro di critica e di pubblico stai ottenendo con l’uscita di Encuentro?

Un mese dopo l’uscita del nostro album Encuentro ci siamo classificati al secondo posto ai “Lukas Awards 2019” nella categoria miglior disco jazz/folk/latino. È stato un evento molto importante per noi. Per me, è stato il primo lavoro discografico, quindi un premio come questo dà slancio e soddisfazione. Ci ha aiutato a diffondere la nostra musica a un pubblico più ampio e, soprattutto, a fruitori che apprezzano e amano la musica latina. Abbiamo anche ricevuto ottime recensioni e una bella risposta dalle tre presentazioni ufficiali del nostro album ai jazz club di Londra, “The Pheasantry Jazz Club”, al “The Vortex” e al “Sarah’s Jazz Club” a Cipro. Da allora, amici e sconosciuti ci hanno sostenuto acquistando il nostro disco o vinile, oltre a inviarci bellissimi commenti che ci hanno regalato tanta gioia e soddisfazione.

 

(Foto in evidenza di Thomas Daskalakis – foto 1 di Paola Simantira – foto 3 di Thomas Daskalakis)

 

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