Figura essenziale in molti progetti diretti da Ambrogio Sparagna, grazie all’incontro col quale nasce la sua avventura con l’organetto, è anche fondatrice di progetti propri, tuttora attivi, in cui si mescolano generi e ambienti, ma che hanno sempre l’organetto come protagonista: Circo Diatonico e La Banda della Ricetta. Dopo diversi anni di carriera, che da Aversa l’hanno portata a Roma e poi in tutta Italia e all’estero, ha deciso di raccogliere il proprio bagaglio di esperienze, incontri e suoni nel suo primo album da solista Al ritmo della luna (2024).
Ringrazio infinitamente Clara Graziano per avermi concesso questa intervista. Buona lettura!
Quando e come è avvenuto il tuo primo incontro con la musica? E con l’organetto?
Mi risulta difficile perché, in realtà, fin da bambina le mie giornate sono state sempre allietate da tanta musica, canzoni e danza. Trascorrevo interi pomeriggi a cantare con le mie amiche del tempo.
Per quanto riguarda l’organetto, l’incontro è avvenuto appena arrivata a Roma. Ero da pochi mesi in questa grande città e, decisa a riprendere le mie lezioni di pianoforte che avevo lasciato da tempo, sono andata alla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia. Qui ho avuto l’incontro decisivo della mia avventura musicale, “un amore a prima vista”: mentre chiedevo le informazioni per il corso di pianoforte, ho sentito improvvisamente il timbro dell’organetto che stavano suonando durante una lezione. A quel punto, ho chiesto di entrare in quella stanza e lì ho incontrato per la prima volta Ambrogio Sparagna, che stava facendo una lezione ai propri allievi di organetto. In quel preciso momento, all’ascolto delle prime note di una melodia, sono stata letteralmente travolta da una grande e forte emozione, al punto di dire “eccolo, è proprio quello che stavo cercando!”. E così, nel giro di una settimana, ho acquistato il mio primo organetto otto bassi Castagnari in tonalità SOL/DO e ho iniziato a studiare lo strumento con Ambrogio Sparagna: da quel momento non ho più smesso di suonarlo, passando dagli otto bassi iniziali ai dodici bassi, fino ad arrivare ai diciotto bassi.
Dalla tua terra di origine, Aversa, ti sei quindi trasferita a Roma. In che modo le tue origini e le tue esperienze nella capitale hanno influenzato la tua musica?
Sì, è vero, io sono nata e cresciuta ad Aversa, una città poco distante da Napoli che ha dato i natali ad alcuni famosi musicisti classici del Settecento, quali Domenico Cimarosa, Niccolò Jommelli, Gaetano Andreozzi “Jommellino”, nonché ad alcuni bravi musicisti jazz. La mia è sempre stata una città musicalmente molto attiva e, io stessa, come dicevo, sono cresciuta ascoltando tanta musica e di ogni genere, andando al passo con i tempi, dal primo rock alle ultime tendenze musicali. Ero quasi sempre la più piccola dei gruppi di amici musicisti che suonavano folk, jazz, rock e li seguivo nei loro concerti e ai concerti di altri musicisti importanti negli anni Settanta e Ottanta. Allora, studiavo pianoforte e mi piaceva moltissimo cantare e danzare, ma poi, solo quando mi sono trasferita a Roma, è arrivata l’occasione per cominciare la mia avventura da musicista ed è stata sicuramente la spinta decisiva per tracciare quello che poi sarebbe diventato il mio percorso musicale, dove sono confluite le mie diverse esperienze, influenzandone la mia vena compositrice.
Da più parti vieni definita come una musicista raffinata, capace di dare un tocco di femminilità alla musica che suona, canta e compone. In che modo diresti che si concretizza questo aspetto femminile?
Io sono molto passionale ed emotiva, non nascondo di essere anche timida e non mi piacciono gli eccessi: pertanto, nella musica che compongo, metto tutto questo. Mi dicono che sono abbastanza espressiva e, probabilmente, quando mi esibisco, questi miei aspetti traspaiono in maniera evidente, tanto da arrivare anche al pubblico che mi ascolta.
A proposito di musica e femminilità, come vedi le tendenze attuali e la potenziale evoluzione del legame tra musiciste e musica popolare in Italia?
Il panorama delle tendenze attuali della musica popolare in Italia è abbastanza variegato e dinamico, anche per quanto riguarda le musiciste e la musica femminile. Finalmente, la figura femminile nel mondo della musica sta guadagnando maggiore visibilità e riconoscimento, grazie anche a festival e progetti dedicati alle donne in musica. Diverse musiciste stanno esplorando una vasta gamma di stili e generi e, nell’ambito della musica tradizionale, stanno dimostrando di avere grande creatività e versatilità, affrontando non solo temi sociali, ma anche personali e creando reti di collaborazione e supporto reciproco. Insomma, ci si sostiene a vicenda.
Partirei dall’Orchestra Popolare Italiana. Qui, è d’obbligo fare cenno al il mio percorso di collaborazione con Ambrogio Sparagna negli anni, sia come organettista, sia come danzatrice. Dopo un periodo di lezioni e di intenso studio dello strumento, il Maestro Sparagna, nel 1988, mi ha inserito nella sua Bosio Big Band: una meravigliosa orchestra composta da più di trenta elementi, tra organetti e percussioni, dove è iniziata una delle più belle avventure della mia vita. Ho imparato a stare su un palco, a suonare con gli altri, a rispettare i tempi musicali e teatrali delle nostre rappresentazioni, partecipando a tour in Italia e all’estero. Successivamente, ho fatto parte degli ensemble da lui costituiti per i suoi numerosi progetti musicali: Trillillì. Storie di magici organetti e altre meraviglie, Messa Popolare (per il Giubileo), Un canto s’udia pe’ li sentieri (per il bicentenario della nascita di Leopardi), Voi ch’amate (sacra rappresentazione), Attaranta/tradizione/tradimento (con Giovanni Lindo Ferretti), Litania (con Giovanni Lindo Ferretti), Falciati e martellati (con Giovanni Lindo Ferretti), L’avvenuta profezia, Passaggio alla città (su testi di Rocco Scotellaro), Sinfonia per una taranta (in collaborazione con il coreografo Micha van Hoecke), Orchestra Popolare La Notte della Taranta, fino ad arrivare all’odierna Orchestra Popolare Italiana.
In merito ai progetti da me fondati, Circo Diatonico e La Banda della Ricetta, sono solista e, pertanto, è facile dedurre che in questi due contesti il mio strumento è protagonista, in quanto tutti i brani musicali sono stati composti con il mio organetto.
Il Circo Diatonico, nato nel 1994, è il mio primo progetto e combina musica, teatro e circo: la musica è il tramite per creare atmosfere suggestive, accompagnando la narrazione e la performance circense. La musica è ispirata alle atmosfere del mondo del circo, quel circo che, per me, è una metaforica rappresentazione della nostra vita, dove il repertorio composto con il mio organetto (strumento che appartiene alla tradizione popolare) incontra altri linguaggi musicali, contaminandosi con improvvisazioni jazz, tempi e melodie balcaniche e con esibizioni che si rifanno alle piccole bande di fiati di paese.
La Banda della Ricetta, invece, è un progetto più recente tutto al femminile e interamente dedicato al buon cibo e al buon bere. Per questo ensemble ho scritto brani nuovi come Eva e la mela, Ladra matricolata, La sposa balkanica, La zuppa di Garibaldi, per citarne alcuni, ma ho anche tirato fuori dal cassetto tante canzoni note, e alcune meno conosciute, portate al successo da alcuni grandi interpreti come Domenico Modugno (La cicoria e ‘O cafè), Caterina Bueno (Fagioli ‘olle ‘otenne), Nino Ferrer (Il baccalà), Piero Ciampi (Il vino). In realtà, questa per me è stata quasi una strada obbligata, perché dalle mie parti “quasi napoletane” la buona cucina è una componente fondamentale della vita e a casa mia, infatti, anche se ancora dovevamo finire di mangiare a pranzo, già si discuteva e si prendevano accordi su che cosa bisognava preparare per la cena. Anche negli arrangiamenti di questi brani non mancano influenze di diversi linguaggi musicali, bagaglio del mio percorso e nel mio nuovo lavoro da solista Al ritmo della luna, l’organetto è il protagonista assoluto.
Abbiamo detto che non solo suoni e canti, ma componi: qual è, quindi, la “ricetta” perfetta per un brano originale che richiami il passato della cultura contadina e popolare?
È quella di seguire il cuore andando avanti, ma mantenendo sempre uno sguardo al passato.
Bene. A un certo punto della mia carriera, ho sentito che i tempi erano maturi per poter proporre un’antologia musicale che sintetizzasse il mio percorso di musicista, durante il quale ho accolto e interpretato tutte quelle sonorità, ritmi e generi musicali che mi hanno accompagnato in questo lungo viaggio musicale, esplorando altre possibilità sonore dello strumento e creando un disco che fosse un omaggio alla tradizione musicale italiana, ma anche un lavoro innovativo e personale, accompagnata da tanti eccezionali ospiti.
Nuovi progetti in cantiere?
Forse sì, ma preferisco non svelare con troppo anticipo e lasciare un pizzico di curiosità.
Lasciaci un messaggio per i lettori, se ti va.
Non abbandonate mai i vostri sogni perché prima o poi, se ci credete, quei sogni diventano realtà.
DISCOGRAFIA
Clara Graziano – Al ritmo della luna (Finisterre, 2024)
Circo Diatonico – Acrobazie (Finisterre, 1998)
Circo Diatonico – La Banda (Finisterre, 2007)
La Banda della Ricetta – A fuoco lento (Finisterre, 2018)
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