“Sonetu a buca”

La musica sarda ad ancia libera “respirata”

L’armonica a bocca è uno strumento aerofono, ormai popolare in tutto il mondo, che arriva in Sardegna tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, come altri strumenti oltremodo popolari come la fisarmonica o l’organetto. In Sardegna ha avuto e ha un ruolo significativo nella musica folcloristica e, soprattutto nel passato, era utilizzato per l’accompagnamento dei balli o dei canti tradizionali. A Fonni (NU), come anche in altri centri vicini dell’Isola, come riportato da Michelino Carta nel suo Suonare musica popolare. Metodo teorico pratico per armonica a bocca, fu utilizzato soprattutto dalle donne.

Il Sonetu a buca viene chiamato anche So‘edd‘a buca (Sarrabus), Sonete (Bitti, Santulussurgiu), Sonetu (Escalaplano), Soneteddu (Perdasdefogu), Sonu, Surgunitos, Sorgonitos (a Fonni e a Gavoi è denominata al plurale), Sonu ‘e vu°a (Mamoiada).

Il parroco Giovanni Dore nel suo libro Gli strumenti della musica popolare della Sardegna (Cagliari, Edizioni 3T, 1976), ne parla così: “L’armonica a bocca si presta ad accompagnare motivi e canzoni popolari sardi. Il pastore e il contadino hanno conosciuto questo strumento, l’han trovato interessante e l’hanno adottato come compagno della loro solitudine, nella vita di ogni giorno, al posto del piffero pastorale”. Questa nuova adozione e questo nuovo aggiornamento trovano giustificazione nel fatto che l’armonica a bocca, a differenza del piffero, è sempre a portata di mano, pratica ed efficiente, senza grandi pericoli di alterarsi nella tonalità, e con grandi possibilità di esecuzione. Ascoltare le esibizioni di valenti suonatori, che oltre alla tecnica della respirazione hanno imparato anche quella del colpo di lingua, diventa un vero godimento”. Don Giovanni Dore ci parla anche di un tipo di armonica il cui utilizzo è ormai totalmente estinto: l’armonica a cristalli rotanti, che, secondo lui, fu usata in Sardegna verso la seconda metà del Settecento e che “consisteva in una serie di coppe di cristallo di misura diversa, immerse nell’acqua fino ad una certa altezza e rotanti perché infilate in un’asse azionata da un pedale, e che, messe in vibrazione da leggere percussioni delle dita, davano un suono dolce e delicato”.

 

Struttura e costruzione

In Sonos, strumenti della musica popolare sarda (a cura di Gian Nicola Spanu, Ilisso, ISR, 1994) è descritta così: “L’armonica a bocca è formata da una scatoletta di legno internamente suddivisa in scomparti e rivestita esternamente da una lamina metallica. Su ogni scomparto interno, che ha la forma di una piccola scanalatura, sono disposte due ance differenti, una delle quali vibra mentre si espira e l’altra mentre si inspira l’aria. Spostando lo strumento a destra o a sinistra si possono quindi ottenere le note di una scala diatonica. Alcuni modelli hanno due ordini di ance contrapposti che consentono, imboccando lo strumento da una parte o dall’altra, di realizzare le note di due differenti scale”.

Diversi studiosi e ricercatori sostengono che questo strumento, come un’altra larga fetta di strumenti ad “ancia libera”, sia stato concepito in territorio asiatico/cinese intorno al 4500 a. C e si sarebbe gradatamente guadagnato un ruolo predominante nella musica di tutta l’Asia per almeno tremila anni. Lo strumento musicale come lo conosciamo oggi è stato ideato nel 1821 dal tedesco Christian Friedrich Buschmann, allora sedicenne, e solamente otto anni più avanti, in un laboratorio di Vienna se ne iniziò la prima produzione su larga scala. Un artigiano di ventiquattro anni, Matthias Hohner di Trossingen (Germania), che inizialmente si occupava di orologi, nel 1857 decise di diventare costruttore di armoniche, fondando una fabbrica, la Hohner. A partire dal 1887, se ne producevano già più di un milione; nel 1920, si passò ai cinquanta milioni di esemplari.

Relativamente alla costruzione, non abbiamo ad oggi alcuna notizia di costruttori sardi di armonica a bocca, che ci risulta sia sempre stata importata dal continente e, soprattutto, dalla Germania.

 

Esecuzione/modalità di utilizzo dello strumento

(GUARDA IL VIDEO) Ballo tradizionale sardo suonato con l’armonica a bocca. Danza composta con “passu torradu” e “ballu lestru” – All’armonica a bocca Pascale Fraghì Orune

Michelino Carta, grande esperto di questo strumento, elenca le più popolari tecniche esecutive adottate in Sardegna: “Il modo più semplice è quello di suonare “a bocca appuntita” ossia appoggiando le labbra leggermente aperte sull’armonica in modo che la punta della lingua venga a contatto con un solo foro. Ritraendo la lingua si soffia o si aspira su ogni singolo foro per ottenere un suono pulito con le labbra corrugate come quando si fischia”. C’è, poi, anche il sistema “coprendo” (a bu prena) con il quale si ottengono effetti sonori più interessanti: “coprendo” significa suonare coprendo con la lingua i fori non necessari. Lo strumento va introdotto in bocca in modo da racchiuderlo fra le labbra. Soffiando o aspirando, diverse voci suonano contemporaneamente, ma coprendo con la lingua i vari fori e lasciandone solo uno scoperto, quello a destra, si emette un solo suono. In questo modo, scorrendo lo strumento sulle labbra si otterranno le altre note musicali. Con questo sistema battendo la lingua sui fori, alla voce singola si alternano diverse voci, ottenendo così “l’accompagnamento”, che serve per il ritmo nell’esecuzione dei vari brani musicali.

 

L’armonica nel folklore sardo

Nonostante in passato fosse prevalentemente e ampiamente utilizzata dalle donne, in Sardegna, in questi ultimi decenni, l’armonica è stata adoperata quasi esclusivamente dagli uomini. Nel campo della musica tradizionale lo strumento vede oggi un leggero declino (se rapportato alla predominanza dell’organetto e delle launeddas), ma non è difficile imbattersi in rappresentazioni in cui viene suonato. Attualmente, viene valorizzato soprattutto nella comunità di Orgosolo dove ogni anno l’Associazione Culturale Murales organizza il Festival Regionale dell’armonica a bocca, che richiama numerosi armonicisti sardi provenienti da diverse parti dell’Isola con i rispettivi gruppi folcloristici.

(GUARDA IL VIDEO) Esibizione dell’armonicista Franco Corrias e del gruppo folk Murales in occasione della sesta rassegna regionale dell’armonica a bocca, svoltasi ad Orgosolo nel 2009

Don Giovanni Dore cita alcuni tra i più popolari esecutori di musica tradizionale sarda con l’armonica: Tore Fodde di Ghilarza, Maurizio Onida di Aidomaggiore, Andrea Sanna di Tadasuni, Isidoro Demartis di Zuri, Giovanni Vacca di Cabras, Pasquale Manconi di Orgosolo, Giovanni Sanna di Olzai, Giovanni Antonio Scanu, Tore Mascia e Giovanni Battista Scanu, questi ultimi tre di Nughedu Santa Vittoria.

A Fonni, grazie al virtuoso e pluripremiato armonicista Michelino Carta, docente e collaboratore dell’Accademia di Musica Sarda, molti giovani si stanno avvicinando nuovamente a questo strumento e, a poco a poco, riescono a riappropriarsi delle proprie radici musicali e antropologiche. Michelino Carta ha raggiunto tantissimi traguardi importanti, dando grande lustro alla comunità di Fonni e a tutta la Sardegna a livello internazionale.

(GUARDA IL VIDEO) L’esibizione di Michelino Carta al WORLD HARMONIC FESTIVAL 2013 svoltosi a TROSSINGEN 

A chi si volesse avvicinare a questo strumento e alla musica tradizionale sarda, ricordiamo che Accademia di Musica Sarda, in collaborazione con Michelino Carta, ha attivato dei corsi online, fruibili da chiunque anche senza alcuna esperienza di base. Le videolezioni si possono trovare nella sezione IMPARA del sito web www.accademiadimusicasarda.com.

 

Questo articolo è frutto della collaborazione tra Accademia di Musica Sarda e Strumenti&Musica Magazine

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