Spesso e volentieri, molti musicisti tendono a mostrare i “muscoli” esprimendosi con una foga comunicativa talvolta eccessiva, ma soprattutto snocciolando note a velocità supersonica e, in quantità industriale, più per soddisfare il proprio ego che per mettersi al servizio della musica. Pensare e agire per sottrazione, invece, andando all-in sull’autentica essenza interpretativa, richiede una profonda sensibilità espressiva e un alto senso estetico che, in alcuni casi, si raggiunge attraverso una maturità artistica ben definita e con un’identità stilistica immediatamente riconoscibile. Carlo Maver, bandoneonista e flautista di rara finezza, si mette completamente a nudo nel suo nuovo capitolo discografico intitolato Solenne intraprendendo un viaggio introspettivo, spirituale, quasi mistico, in “Solo”, con dodici brani di cui nove sono composizioni originali figlie della sua abbacinante ubertosità, mentre Volver (Carlos Gardel), Vidala Para Mi Sombra (Julio Espinosa) e Back Then, We Also Had Been (Hesam Iananlou, parole e voce di Ahmad Shamlou) completano la tracklist. A impreziosire questo disco, la presenza di due ospiti blasonati in ambito mondiale: Paolo Fresu (tromba in La Morte non Esiste) e Hesam Inanlou (violino verticale in Back Then, We Also Had Been). Flautista, bandoneonista, compositore e arrangiatore capace di dar vita a suggestioni sonore visionarie, ispirate ed evocative, di rara bellezza, Carlo Maver è un artista a tutto tondo che vive la musica come una missione, come una vocazione. Appassionato di ricerca interiore e di viaggi che lo hanno portato a visitare Paesi come Kurdistan, Mali, Uzbekistan, Turkmenistan, Turchia e Indonesia, Maver ha un approccio profondamente intimistico nella sua concezione compositiva, oltre a essere un musicista di larghissime vedute che non si fossilizza mai su un unico genere, bensì tende ad esplorarne diversi seppur con una matrice mediterranea assai evidente e particolarmente legata alla world music. È stato uno dei pochi allievi di una figura iconica del bandoneon come Dino Saluzzi e, nel corso della sua carriera, si è esibito in tutto il mondo, in nazioni quali Iran, Portogallo, Spagna, Francia, Albania, Argentina, Australia, Afghanistan, Etiopia, Germania, Inghilterra e tante altre ancora. Dal 2008 è ideatore e direttore artistico di vari festival legati ai luoghi, dalle emergenze naturali come montagne e grotte a luoghi caratterizzati da un forte riverbero naturale. Nel 2017 ha pubblicato il libro autobiografico dal titolo Azalai 1500 Chilometri a Piedi nel Deserto, diario di viaggio di 1500 chilometri attraverso il Sahara a dorso di cammello. Nel 2022 ha preso parte al tour di Paolo Fresu nel progetto Ferlinghetti. Mentre per ciò che concerne la sua discografia, fra gli altri, spicca l’album Volver pubblicato dall’etichetta Visage Music nel 2019 e, di fresca pubblicazione, ecco la sua nuova creatura intitolata Solenne prodotta dalla stessa label. Andino Gregoriano è una composizione dal mood rarefatto. Dal tema contemplativo, ricco di fascinazioni, in questo brano Carlo Maver (al bandoneon) tesse architetture armoniche stimolanti, toccanti, sfruttando la dinamica con pregevole cura. In Lalisa ciò che colpisce di primo acchito è l’accattivante andamento ritmico. Qui emerge tutta la gioiosità espressiva di Maver che, sempre al bandoneon, dà vita a un playing solare, spassoso, quasi fosse un invito a non perdere mai la speranza. La Morte non Esiste è una composizione intrisa di lirismo, dalle colorazioni eurocolte, in cui il pathos si taglia a fette anche grazie alle linee melodiche dipinte da Paolo Fresu. Da Figli del Vento emerge la vena malinconica della scrittura di Carlo Maver che, con percettibile trasporto emotivo, sempre alle prese con il bandoneon, si racconta e si descrive cesellando dinamiche di ottima fattura volte a produrre vibrazioni interiori che lasciano il segno. Solenne è un album che emana un intenso calore umano d’ispirazione mediterranea. Un disco che, soprattutto in alcuni momenti, sembra quasi più recitato che suonato. Un lavoro in cui, per l’ennesima volta, Carlo Maver dà prova della sua proverbiale sensibilità artistica attraverso cui partorisce opere musicali che scavano nell’intimo, suscitando sensazioni destinate a rimanere a lungo impresse nella memoria.
(Foto di Daniele Franchi)
Carlo Maver, Solenne
Etichetta discografica: Visage Music
Anno produzione: 2024
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