Studiare con costanza e meticolosità

Nell’idea di Gabriele Corsaro, la cura del dettaglio nello studio è di vitale importanza

Giovanissima promessa della fisarmonica italiana, Gabriele Corsaro è un musicista dal fulgido talento che si è fatto apprezzare in ambito nazionale e all’estero soprattutto grazie a svariati concorsi vinti. Oltre a questo, Corsaro ha già maturato diverse esperienze concertistiche particolarmente degne di nota che hanno valorizzato ancor di più le sue indubbie qualità artistiche.

A sei anni hai intrapreso lo studio della fisarmonica. Durante il tuo percorso di formazione hai incontrato svariati docenti di blasone nazionale e internazionale. Quali sono stati i trucchi del mestiere più importanti che sei riuscito a carpire da loro?

Ho avuto la fortuna di conoscere parecchi docenti che mi hanno fatto scoprire tanti stili diversi. Il trucco è studiare lentamente. Bisogna curare ogni passaggio, articolazione e dinamica.

Grazie al tuo grande talento, hai vinto diversi concorsi nazionali e internazionali. Quali, fra i tanti, quello che ti ha maggiormente gratificato dal punto di vista umano e professionale?

Il concorso a Kaunas, in Lituania, è stata la prima competizione all’estero a cui ho partecipato, quindi è stata una bella soddisfazione a livello professionale. Poi dal punto di vista umano sono particolarmente legato al secondo posto al PIF (Premio Internazionale della Fisarmonica) di Castelfidardo, dove ho avuto l’occasione di parlare con docenti di calibro internazionale. Lì ho ricevuto complimenti e critiche che mi hanno aiutato a crescere.

Nel 2019, da solista, ti sei esibito al fianco dell’orchestra del conservatorio di Vibo Valentia e, nello stesso anno, presso i “Musei Vaticani” a Roma. Sotto l’aspetto emozionale, quali sono i ricordi relativi a queste due esperienze concertistiche così significative a cui sei più legato?

L’esperienza con l’orchestra del conservatorio è stata la prima da solista in quel contesto, quindi ero un po’ impaurito. A Roma è stato più semplice, perché era un concerto dove suonavo da solo. Ma sentivo il peso di esibirmi in un luogo così importante.

Nel 2021, per Rai 5, hai registrato la Trianon Opera del M° Roberto De Simone. Sul piano emotivo e professionale, come ti sei preparato e come hai affrontato un evento così prestigioso?

È stato emozionante suonare in pandemia, soprattutto perché l’opera è andata in onda su Rai 5, dove   vengono trasmesse opere molto importanti. Mi sono preparato con molto impegno, inizialmente da solo su   dei file MIDI. Poi ho provato insieme a Giancarlo Palena, l’altro fisarmonicista. Infine, abbiamo provato insieme a tutta la formazione.

Sempre nel 2021, a luglio, hai partecipato all’evento “100 Fisarmoniche” diretto dal M° Enrico Melozzi. Esattamente, in cosa consisteva questo spettacolo?

È stato un concerto che si è svolto allo “Sferisterio” di Macerata, organizzato dal PIF e da Pigini, per celebrare il 75esimo anniversario dell’azienda. Ho suonato insieme ad altri fisarmonicisti provenienti da numerosi conservatori d’Italia per diffondere questo strumento, che oggi è ancora poco conosciuto.

Che modello di fisarmonica suoni dal vivo e in studio di registrazione?

La mia fisarmonica è una Pigini “Sirius Millennium n°1599”. Ha un suono squillante che permette di raggiungere un ampio picco sonoro, ma allo stesso tempo di avere un suono delicato.

Oltre alla tua intensa attività concertistica, hai in cantiere la registrazione di un disco a tuo nome nei prossimi mesi?

In questo momento concentro tutte le mie energie sui concorsi, che sono la mia priorità. Sicuramente non escludo la possibilità di registrare un disco in futuro, ma non è un progetto in programma per i prossimi mesi.

 

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