Luigi Gordano e l’Orchestra Il Contrappunto presentano “Johann Sebastian Bach – Keyboard Concertos”

L'omaggio del fisarmonicista e dell'orchestra calabrese al celebre compositore tedesco.

Pubblicato dalla Ema Vinci e distribuito, a partire dall’8 ottobre, dalle più importanti piattaforme digitali, Johann Sebastian Bach – Keyboard Concertos è l’ultima pubblicazione discografica del talentuosissimo fisarmonicista calabrese Luigi Gordano. Nove tracce tratte dal repertorio bachiano (BWV 1052 – BWV 1056 – BWV 1058) nelle quali il giovane musicista, assecondato dall’Orchestra Il Contrappunto da lui stesso diretta, si esalta in tutta la sua sensibilità artistica dando prova, ancora una volta, del suo innegabile talento. Un disco che ha collezionato consensi unanimi ed ha attirato l’attenzione di musicologi affermati, i quali non hanno lesinato parole di approvazione, come quelle di Giuseppe Bozzo sotto riportate.

Formatosi presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino, Luigi Gordano, vincitore anche di numerosi concorsi internazionali, è uno tra i fisarmonicisti italiani della nuova generazione più attivi a livello concertistico e le sue performances, ospitate anche da alcune prestigiose sale internazionali, rappresentano uno spot per tutto il movimento nostrano che, sulla figura del talento di Cetraro e di tanti suoi giovani coetanei, pone le basi di un futuro artistico ricco di soddisfazioni per tutti i suoi interpreti più meritevoli.

 

Il Maestro Luigi Gordano decide di dare nuova vita timbrica ai Concerti per clavicembalo e archi di Johann Sebastian Bach, e lo fa grazie all’uso magistrale del suo Bayan. Non si tratta di trascrizioni, ma di una superba esecuzione sul Bayan della parte scritta per cembalo; ad ulteriore conferma del fatto che i capolavori bachiani non hanno una destinazione strumentale ben precisa ma vivono nella musica stessa, indipendentemente dallo strumento che li esegue. Basti far riferimento all’etimologia della parola strumento (dal latino Instrumentum, ed ancora dal verbo Instruere) ovvero costruire, tutto ciò con cui e per cui mezzo si opera; lo strumento visto quindi come mezzo e non come fine. E basti inoltre riflettere sulla parola Clavier, e l’uso che ne fa Bach nelle sue composizioni; questo termine non indica il cembalo, ma un generico strumento a tastiera, ancora una volta, quindi, lo strumento usato come mezzo per un fine altissimo: l’esecuzione, la costruzione (nel senso più artigianale del termine) della musica bachiana. Grandioso esempio dello strumento visto come mezzo e non come fine sono i Concerti per Clavicembalo e archi, in quanto composti originariamente
per violino, poi adattati al clavicembalo e nuovamente riadattati al violino; in queste “opere apetre” interviene anche il Maestro Gordano, che regala al
mondo la sua versione con il “mezzo” Bayan. La scelta del Maestro Gordano ricade su i Concerti in minore, ovvero quello in Re minore (BWV 1052), quello in Fa minore (BWV 1056) e quello in Sol minore (BWV 1058). Il Concerto in re minore per clavicembalo e archi (BWV 1052) è la trascrizione di un concerto in re minore per violino, andato perduto. Sono stati vari in passato i tentativi di ricostruire la versione originale perduta del Concerto. La ricostruzione più nota è quella di Wilfried Fischer, confluita nella Neue Bach-Ausgabe (il progetto che prevede la revisione e la pubblicazione delle composizioni di Johann Sebastian Bach). Dunque il percorso storico del Concerto per violino è assai particolare: dall’originale alla trascrizione e dalla trascrizione all’idea originaria: quindi dal violino al cembalo, per tornare nuovamente al violino. Tutto questo testimonia l’inesauribile energia intellettuale, artigianale ed espressiva della musica di Bach. Inoltre, il suo terzo movimento (Allegro) venne utilizzato come introduzione della Cantata «Ich habe meine Zuversicht» BWV 188. I primi due movimenti vennero utilizzati invece nella Cantata BWV 146. Le migrazioni da un’opera all’altra, con relativi cambiamenti dell’organico e quindi timbrici rendono la scelta del Maestro Gordano una scelta consapevole e molto efficace, oltre che storicamente informata, e sicuramente non errata. Il Concerto in fa minore per clavicembalo e archi (BWV 1056) è una trascrizione fatta dallo stesso Bach di un Concerto per violino e archi, anche questo andato perduto. Lo schema formale del Concerto in fa minore è sostanzialmente vivaldiano, quindi tipico del concerto all’italiana, con l’alternanza di Tutti e di Solo, ma il carattere dei temi è squisitamente bachiano. Il suono del Bayan risulta intelligentemente fuso con l’orchestra e i tre movimenti sono contrassegnati da un tempo di marcia il primo, da una espressiva melodia in la bemolle il secondo e da un passo di giga il terzo. Il secondo tempo, inoltre, era già stato utilizzato come sinfonia con oboe solista nella Cantata BWV 156. Il Concerto in Sol minore per clavicembalo e archi (BWV 1058) è una trascrizione del Concerto per violino in la minore BWV 1041. Le parti del ripieno del Concerto in Sol minore non vengono modificate nella successiva versione per Clavicembalo e quindi la strumentazione risulta meno equilibrata rispetto agli altri concerti, in quanto la fitta scrittura orchestrale rende poco comprensibile la parte del clavicembalo. Qui il Bayan sembra quindi aggiungere qualcosa, in quanto la maggiore massa sonora e il sapiente uso dei registri, rendono molto più comprensibile, e quindi godibile, la parte destinata allo strumento solista. Bach non intese proseguire con la raccolta dei concerti per clavicembalo e archi, terminando il BWV 1058 e abbandonando il successivo BWV 1059, che doveva basarsi su un concerto per oboe, lasciandolo incompleto dopo solo nove battute. Ritornando all’etimologia della parola “Strumento” vediamo come il Maestro Gordano costruisce, o meglio, ri-costruisce i Concerti bachiani, usando con grande maestria il suo Instrumentum, considerandolo sempre e solo come mezzo per arrivare al fine ultimo, elevato, sublime: la musica di Johann Sebastian Bach.

Giuseppe Bozzo

 

L’associazione empolese Il Contrappunto nasce a Empoli, con l’obiettivo di far crescere la cultura musicale e al contempo di sensibilizzare sul tema della disabilità. L’Orchestra Il Contrappunto, composta sia da giovani musicisti sia da elementi esperti, è guidata dal direttore artistico M° Damiano Tognetti e dal M° Andrea Mura, direttore d’orchestra che, da anni, collabora sul territorio perché venga posta attenzione sulle questioni legate alla
disabilità. Nel 2024, è nata inoltre l’Orchestra Ferruccio Busoni di Empoli: la compagine è frutto di un protocollo d’intesa fra Il Contrappunto e il
Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni, siglato in occasione del centenario della morte del celebre compositore empolese. L’associazione Il Contrappunto ha organizzato numerosi eventi, tra i quali concerti, spettacoli e corsi formativi, sia a livello locale, in Toscana, sia a livello nazionale e internazionale. Ha inoltre stabilito collaborazioni con diverse realtà dello spettacolo in Italia e all’estero, incrementando la propria visibilità e coinvolgendo artisti di calibro internazionale, e ha dato vita a partnership prestigiose con importanti orchestre nazionali. Tra le collaborazioni realizzate merita ricordare, fra le tante, quelle con direttori d’orchestra del calibro di Adrian Sylveen, Massimiliano Caldi e Giuseppe Lanzetta, e musicisti quali Giuseppe Gibboni, Giuseppe Andaloro e Antonio Di Cristofano. O ancora i progetti con il Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni di Empoli, L’Association Music’Arte in Francia e con prestigiose formazioni musicali tra le quali l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Orchestra da Camera Fiorentina, l’Orchestra Sinfonica Città di Grosseto e altre prestigiose orchestre. Musiche di Mozart, Haydn, Piazzolla, Galliano, Beethoven, Mendelssohn e molti altri, dal periodo barocco a quello contemporaneo, dall’ambito sacro al jazz fino a serate dedicate alle musiche da film, celebrando le più belle colonne sonore, e a tributi a iconici artisti musicali. Un repertorio vasto quello proposto nel corso degli anni dall’associazione, nel corso di eventi e iniziative pensate per accogliere un pubblico con differenti competenze musicali e differenti età. Con la convinzione che la musica possa e debba parlare a tutte e tutti, portando un messaggio di uguaglianza e comunità. Andrea Mura, fiorentino, è affetto da tetraparesi spastica infantile dovuta al parto. Si diploma con il massimo dei voti in composizione presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, sotto la guida di Mauro Cardi e in questo periodo di formazione si avvicina anche alla direzione d’orchestra, per la quale otterrà il diploma nel 2011, nella classe di Alessandro Pinzauti. Dal marzo 2012 frequenta i corsi di perfezionamento sulla tecnica della direzione d’orchestra all’Università Bicocca di Milano con il Maestro Ennio Nicotra. Nel gennaio 2017 collabora con l’associazione Esagramma a numerosi progetti per il coinvolgimento di ragazzi diversamente abili. Molto attivo in qualità di compositore, arrangiatore e direttore, costantemente impegnato in favore dell’abbattimento delle barriere architettoniche e in progetti di inclusione verso la disabilità, ha fondato la Costellazione Orchestra, una realtà musicale vivace e versatile, composta da giovani strumentisti. Damiano Tognetti, empolese, è violinista e direttore d’orchestra. Si è diplomato nella classe di violino all’Istituto Boccherini di Lucca con il Maestro Alberto Bologni, per poi perfezionarsi alla prestigiosa Scuola di Musica di Fiesole sotto la guida di Mariana Sirbu e, successivamente, di Eugene Sarbu. Vincitore di numerosi concorsi nazionali, svolge tournée in diversi paesi d’Europa, Sud America, Cina, Giappone e Asia centrale. Studia direzione d’orchestra con Ennio Nicotra all’Accademia Steinway di Torino e con Alessandro Pinzauti al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze. Come Direttore, il Maestro Tognetti dirige varie orchestre, quali l’Orchestra da Camera Fiorentina, l’Orchestra Toscana Classica, l’Orchestra di Bacau, sia con repertorio sinfonico che operistico. Come violinista e solista, collabora con numerose orchestre, quali l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra Toscanini, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Regionale Veneta, la Filarmonica del Teatro di Bologna, l’Orchestra da Camera di Venezia, l’Orchestra del
Festival Puccini di Torre del Lago, l’Orchestra da Camera Fiorentina e l’Orchestra Toscana Classica. Collabora inoltre con musicisti rinomati come Riccardo Muti, Claudio Abbado, Giuseppe Andaloro, Andrea Lucchesini, Rudolf Buchbinder, Ilya Grubert, Uto Ughi e Salvatore Accardo e con festival musicali come Mercoledì Musicali di Firenze. Nel febbraio 2025 ha diretto la Connecticut Virtuosi Chamber Orchestra alla prestigiosa Carnagie Hall di New York, considerata una delle più importanti sale da concerto al mondo.

 

Luigi Gordano si laurea con 110 Lode e Menzione d’onore al Triennio e Biennio di Fisarmonica. È il primo italiano a vincere l’International Accordion
Competition di Vilnius, uno dei concorsi più prestigiosi al mondo a cadenza biennale. È, inoltre, vincitore del Concorso Internazionale Rovere d’oro,
Diapason d’oro, Ibla Grand Prize, Giovani Musicisti del Mondo, Città di Belluno, Premio Nazionale delle arti. Pubblica il suo primo disco “Golden
Age” con la EMA Vinci; disco solista con un programma che va dal 1700 con Johann Sebastian Bach passando dall’epoca romantica con Rachmaninoff fino a Sofija Asgatovna Gubajdulina con la sonata Et Expecto originale per Fisarmonica. È presente nel disco “Gestures”,del compositore Raffaele Longo, nel quale ha inciso il brano “Gesture” per Fisarmonica solista e quartetto d’archi. Suona per le più importanti stagioni concertistiche italiane e ha tenuto concerti in Belgio, Lituania, Spagna, Portogallo, Croazia, Virginia, Arkansas, Mississippi, Tennessee e alla Carnegie Hall di New York.

 

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