l’editore di strumentiemusica.com, Gianluca Bibiani, mi ha proposto di realizzare, all’interno della rivista, un ulteriore programma di studio per chi volesse avvicinarsi al jazz, mediante una serie di articoli che affrontino, in maniera sistematica e secondo un ordine definito, gli argomenti più importanti e le tecniche più diffuse.
Ogni argomento sarà trattato nella versione per pianoforte e in quella per fisarmonica.
Gli articoli saranno pubblicati con cadenza mensile e, alle nozioni di teoria cercherò di affiancare esempi pratici, suggerimenti di tecnica, esercizi ed esempi audio.
Gli argomenti trattati saranno:
- Primo approccio all’improvvisazione
- Accordi a quattro voci
- Arpeggi
- Cadenze
- Voicings
- Modi
- Scale particolari
- Walking Bass
- Oscillazione del mantice
- Ritmica
- Improvvisazione e repertorio
Primo approccio all’improvvisazione
Tecniche di improvvisazione
In questo articolo verranno illustrate alcune semplici tecniche di improvvisazione. Per improvvisare non è necessario avere grandi capacità teorico/tecniche su uno strumento, anzi un positivo rapporto improvvisativo con lo strumento rende ancora più interessante approfondire la stessa tecnica esecutiva; avvicinarsi cioè al perfezionamento tecnico utilizzando quel gusto alla scoperta tipico dell’improvvisatore. Le tecniche prese in esame sono: la variazione melodica di una frase musicale, l’improvvisazione sulle note dell’accordo, l’improvvisazione attraverso l’utilizzo della scala pentatonica applicata ad uno standard e l’improvvisazione con l’uso della scala blues applicata ad una struttura blues.
Improvvisare su una melodia
L’improvvisazione melodica, era lo stile caratteristico del jazz delle origini. Essa è una delle forme più semplici e tradizionali di improvvisazione e si basa essenzialmente su una rielaborazione della melodia attraverso le seguenti tecniche:
- Anticipazione ritmica
- Ritardo ritmico
- Suddivisione ritmica
- Note d’approccio
- Note di passaggio
Anticipazione
Di seguito viene illustrato come si può procedere ad una improvvisazione attraverso la tecnica dell’anticipazione.
Nell’esempio 1 è trascritta una melodia originale su uno schema armonico di otto battute. Nell’esempio 2 vi è la stessa melodia con lo stesso schema armonico, ma è variata attraverso l’anticipazione ritmica di alcune note che ne rendono l’andamento più scorrevole.
Esempio 1: Melodia originale
Esempio 2: Improvvisazione attraverso anticipazione
Ritardo
Altra tecnica di variazione melodica è il ritardo ritmico o posticipazione. Nell’esempio seguente vi è la stessa melodia dell’esempio 1, ma variata attraverso la posticipazione ritmica di alcune note.
Esempio 3: Improvvisazione attraverso il ritardo
Esempio 4: La melodia viene trattata attraverso l’anticipazione e il ritardo
Suddivisione ritmica
La tecnica della suddivisione ritmica è usata soprattutto nel trattamento di melodie con valori piuttosto lunghi. Come si evince dall’esempio 5, il frammento tematico è composto da quattro semibrevi che, nell’esempio 6, vengono scomposti in valori più brevi.
Esempio 5: Melodia originale
Esempio 6: Suddivisione della melodia
Note d’approccio
Una delle tecniche di improvvisazione/variazione più usate è l’uso delle note d’approccio. Questa tecnica consiste nell’approcciare una nota melodica o cordale, attraverso un’altra nota vicina. Esistono quattro tipi di note d’approccio: approccio per semitono superiore, approccio per tono superiore, approccio per semitono inferiore, approccio per tono inferiore.
Nell’esempio 7 è mostrato come viene approcciata la nota DO
Esempio 8: Melodia originale
Esempio 9: Uso delle note d’approccio
Note di passaggio
Un’altra tecnica di improvvisazione/variazione è basata sull’uso delle note di passaggio. Questa tecnica consiste nel raggiungere una nota melodica o cordale attraverso una serie di note che procedono per grado congiunto. Di seguito viene mostrato un esempio di come si possono raggiungere i diversi intervalli melodici.
Melodia originale
Aggiunta di note di passaggio con varie figurazioni ritmiche
Improvvisazione sugli accordi
Esempio note d’approccio sull’accordo di DO
Esempio di note d’approccio su vari accordi
Melodia originale
………F F7 Bb7 Bb7
Improvvisazione sulle note cordali
………F F7 Bb7 Bb7
Melodia originale
Improvvisazione
Melodia originale
Improvvisazione
Improvvisazione su uno standard
Scala pentatonica
La scala pentatonica è una scala formata da cinque note in diverse disposizioni. Questa scala è, in varie forme, la base di molte musiche etniche ed è di origine molto antica. L’uso di questa scala è diventato molto popolare nel jazz, nel blues e nel rock per via della sua facile adattabilità a molti accordi. La particolarità di questa scala è il ridotto numero di note e la mancanza del tritono, cosa che avrebbe molte più implicazioni armoniche rispetto all’uso didattico che in questa sede si vuole fare.
Scala pentatonica minore di SOL
Nella figura seguente si indicano alcune microcellule melodico/ritmiche costruite sulla scala pentatonica minore di SOL. Questo sistema consente all’allievo di sviluppare la propria capacità improvvisativa partendo da pochi elementi conosciuti, usandoli, combinandoli, modificandoli a piacere e in maniera creativa.
Microcellule
Improvvisazione tramite cellule tratte dalla scala pentatonica
Improvvisare su un blues
La scala blues viene così denominata perché può essere utilizzata per suonare su tutte le strutture del blues. Fondamentalmente deriva dalla scala pentatonica con l’aggiunta delle blue notes che sono dei cromatismi utilizzati nei canti dei primi afro-amenicani.
Le blue notes erano delle inflessioni vocali calanti che venivano risolte salendo sulla terza o sulla quinta della scala pentatonica. Il problema della risoluzione di queste note non si presentava nei primi blues rurali, che erano essenzialmente vocali. Quando la voce si è inserita in un accompagnamento strumentale il problema di queste note è stato risolto brillantemente creando le blue notes. L’uso di queste note caratteristiche si è protratto fino ai nostri giorni sia nella tecnica vocale, sia in quella strumentale.
Scala blues
L’uso di questa scala ai fini didattici si ritiene molto efficace in quanto, attraverso pochi elementi, consente di produrre un’improvvisazione su tutti gli accordi del blues, senza tener conto dei cambi armonici e di tutte le implicazioni che ne derivano, visto lo scopo di questo lavoro. Nella figura seguente indico alcune microcellule melodico/ritmiche costruite sulla scala blues di DO. Questo sistema consente all’allievo di sviluppare la propria capacita improvvisativa partendo da pochi elementi conosciuti, usandoli, combinandoli, modificandoli a proprio piacimento e in maniera creativa.
Uso di cellule su scala blues
Improvvisazione sul blues attraverso l’uso delle microcellule
VIRGINIO AIELLO nato a Catanzaro ha una formazione musicale di estrazione classica iniziata a soli 6 anni con lo studio della fisarmonica e del pianoforte e convertitasi più tardi in un forte interesse per la musica improvvisata. È diplomato in Pianoforte e Musica Jazz presso il Conservatorio “S. Giacomantonio” di Cosenza e nel 2007 consegue, con il massimo dei voti, il Biennio specialistico in Musica Jazz ad indirizzo compositivo. Ha vinto numerosi Concorsi sia come fisarmonicista che come pianista, tra cui il primo premio al Concorso Pianistico “Città di Castellaneta” e il secondo premio nei Concorsi Pianistici “AMA Calabria” e “Città di Terzo (AL)”. Nel suo percorso di studi ha partecipato a seminari e stages con: Roberto Spadoni, Luigi Giannatempo, Giancarlo Gazzani (arrangiamento); Pietro Condorelli, Tino Tracanna, Riccardo Fassi, Ettore Fioravanti, Attilio Zanchi, Nicola Pisani (improvvisazione e musica d’insieme); S. Battaglia, F. D’Andrea, E. Pieranunzi (pianoforte e improvvisazione); Carlo Boccadoro (composizione); Nino De Rose (head arrangement); Marcello Piras, Stefano Zenni (storia del jazz). Nel 2015 pubblica con il quartetto Sertango il lavoro discografico “El Barrio” composto da brani originali e classici del Tango Nuevo. Insegna pianoforte jazz complementare presso il Conservatorio di Musica di Cosenza ed è docente di pianoforte presso le Scuole Secondarie di Primo Grado ad Indirizzo Musicale. Ha collaborato a vari progetti, spaziando dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, esibendosi in Italia con musicisti quali Sandro Satta, Nicola Pisani, Tino Tracanna, Ettore Fioravanti, Roberto Ottaviano, Marco Sannini, Attilio Zanchi, Nino De Rose, Giancarlo Maurino, Gaetano Partipilo. Ha pubblicato il volume “Metodo pratico di Pianoforte Jazz Complementare” per M.A.P. Editions.