Fin dai primi giorni, l’accesso agli studi di ICTUS si è rivelato un elemento fondamentale per lo sviluppo del nostro percorso. Gli ambienti erano dotati di tutta l’attrezzatura necessaria: strumentazione professionale per la registrazione e la produzione elettronica, microfonazione avanzata, un’ampia dotazione di strumenti acustici e meccanici, oltre a numerose risorse utili alla sperimentazione. A ciò si aggiungeva la possibilità rara e preziosa di consultare gli archivi trentennali dell’ensemble, un patrimonio artistico che racconta la storia della musica contemporanea europea degli ultimi decenni. Esplorare questi materiali – partiture, registrazioni, documenti di produzione, note artistiche – ha rappresentato una fonte costante di ispirazione e ci ha offerto un quadro concreto su come ICTUS sviluppi le proprie progettualità, costruendo nel tempo un’identità artistica tanto definita quanto aperta alla ricerca.
Parallelamente al lavoro in studio, l’ambiente culturale in cui ICTUS è inserito ha avuto un ruolo decisivo nel modellare i tre mesi della residenza. La sede dell’ensemble è infatti affiancata a quella della compagnia di danza Rosas, tra le più importanti al mondo, e alla scuola di danza contemporanea P.A.R.T.S. diretta da Anne Teresa De Keersmaeker. Questa vicinanza ha reso naturale un dialogo quotidiano con una comunità internazionale di artisti e performer, permettendoci di assistere a numerosi spettacoli, concerti e prove aperte. La frequentazione costante di questo ecosistema interdisciplinare ci ha permesso di accrescere la consapevolezza delle connessioni tra musica, corpo, movimento e spazio, elementi che hanno influenzato profondamente anche il nostro lavoro compositivo e performativo. Il cuore della residenza è stato lo sviluppo del progetto artistico condiviso tra noi due. Seguendo un cronoprogramma intenso, articolato e progressivamente sempre più specifico, abbiamo attraversato diverse fasi: esplorazione dei materiali meccanici della fisarmonica, ricerca timbrica avanzata attraverso preparazioni e interventi sulle ance, test e integrazioni di sistemi elettronici, costruzione di componenti dell’“extended accordion”, campionamento, sviluppo di sketch compositivi, prove tecniche e sessioni di documentazione. Ogni giorno è stato dedicato a una specifica area di ricerca – dall’analisi degli apparati meccanici alle sperimentazioni con ventole, voce, asciugacapelli e microcontrollori, fino alla progettazione di nuove modalità performative in duo e allo studio dell’affidabilità dell’intero ecosistema
strumentale.
La residenza si è conclusa con una restituzione pubblica del lavoro: la presentazione del brano “Specie d’ombra in catalogo provvisorio”, una composizione di 30 minuti per fisarmonica ed elettronica, eseguita all’interno dello studio principale di ICTUS. L’evento ha visto la partecipazione dei membri dell’ensemble e di ospiti esterni, ed è stato seguito da un momento di confronto che ha confermato il valore della ricerca svolta. I feedback ricevuti hanno evidenziato sia l’efficacia estetica del risultato, sia le potenzialità evolutive del progetto, aprendo prospettive concrete per future collaborazioni e sviluppi con ICTUS e con altri interpreti interessati al nuovo dispositivo strumentale.
Dal punto di vista umano, vivere tre mesi a Bruxelles e lavorare ogni giorno in un contesto così professionalizzante ha rappresentato una sfida e allo stesso tempo una grande opportunità.
In conclusione, questa residenza ha rappresentato un momento fondativo per il nostro percorso artistico. La possibilità di confrontarci con professionisti di altissimo livello, di disporre di spazi e strumenti adeguati, di evolvere il nostro linguaggio musicale e performativo e di presentare pubblicamente il risultato del nostro lavoro costituisce un patrimonio di esperienze che continuerà a influenzare la nostra ricerca nei prossimi anni. Il progetto ha consolidato la nostra collaborazione, ha rafforzato il dialogo con ICTUS e ha aperto nuove prospettive per la diffusione e lo sviluppo dell’opera creata. Siamo grati per l’opportunità ricevuta e per il supporto costante che ci ha permesso di portare a termine un percorso tanto intenso quanto fertile.