La conchiglia di Charonia Iampas o Nodifera è più popolarmente conosciuta, in Sardegna, come corru marinu.
La Charonia Iampas, nel nostro caso corru marinu, diventa una vera e propria “tromba marina” mediante l’asportazione dell’apice della stessa con un taglio in corrispondenza delle prime spire; ciò che ne deriva è una piccola fessura (bocchino) sul quale si poggiano le labbra e, soffiandoci dentro, si ricava un suono profondo e udibile a distanza.
Di notevole interesse è una conchiglia con apice rimosso proveniente dalla Germania trovata vicino Wolfenbüttel. Questo oggetto era collocato in uno dei ripostigli attribuiti alla facies culturale neolitica della cosiddetta Linienbandkeramik; numerosi strumenti di industria litica erano stati collocati dentro la cavità della conchiglia.
Le trombe di Charonia furono utilizzate durante il periodo Calcolitico e vari esemplari sono rinvenuti in siti archeologici ungheresi, ma questi oggetti continuarono ad essere utilizzati per tutta l’età dei metalli nelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo, in particolare lungo le coste del mare Egeo. In Sardegna, ne sono stati recuperati diversi esemplari: una Charonia nodifera con apice rimosso è stata trovata in una sepoltura attribuita al Neolitico antico nel sito di Su Carroppu nella parte meridionale dell’isola (VI millennio a.C.), ma anche in diversi siti nuragici (età del bronzo) e prenuragici (mesolitico/neolitico, età del rame) tra i quali Arbus, Monte d’Accoddi (SS) ed il Nuraghe Arrubiu di Orroli.
In Sardegna è conosciuto anche con i nomi:
Bórnia (Campidano); Bucconi de mari – Carramusa (Gallura); Conchizzu (Montiferru, Nuorese, Planargia); Cornu (Carloforte); Corra (Bosa, Ghilarzese, Logudoro); Corraina (Orosei); Corredda (Siniscola); Correna (Castelsardo); Corriteddu (Orosei); Corroina (Orosei); Corronetta (Barigadu); Corronita; Corru; Corru de mari; Grongos (Seneghe); Tofa (Alghero); Tufa (Alghero, Campidano); Tuvisceddu (Cagliari).
Struttura e Costruzione
Esecuzione/Modalità di utilizzo dello strumento
Nonostante in epoca storica vengano fornite maggiori informazioni, risulta ancora difficile tracciare le esatte circostanze in cui la tromba di conchiglia sarebbe stata utilizzata. Le fonti scritte, per esempio, indicano che questi strumenti furono adoperati per fornire segnali alle imbarcazioni in mare, probabilmente collegati alle attività di orientamento nella navigazione e a quelle militari. Un legame tra la “tromba di Tritone” e il mondo religioso, che sembra plausibile in virtù del ritrovamento di Mozia e per quello di altri siti, emerge in alcune manifestazioni moderne, come nella processione della Madonna di Piedigrotta a Napoli, durante la quale viene suonato un “corno” in conchiglia. Anche vari contesti archeologici suggeriscono che ci possa essere stato un profondo legame tra questo strumento e la sfera religiosa durante i periodi pre-protostorici; è infatti possibile che alla tromba di conchiglia sia stato attribuito un valore magico.
In Sardegna, sebbene questo strumento musicale sia antichissimo, il suo utilizzo è tuttora abbastanza in voga e spazia dal musicista che ricerca antiche sonorità al contesto più “popolare”, tra ritualità sacre e profane; e nei generi musicali più “innovativi e sperimentali” in cui i musicisti più virtuosi sono alla costante ricerca di sonorità uniche e inimitabili . Infine, non possiamo non ricordare il suo impiego durante la festa patronale in onore di San Sebastiano a Seneghe. Secondo la tradizione viene allestito un grande falò in piazza con la legna raccolta nelle campagne del circondario al suono struggente di un numeroso gruppo di suonatori di corru marinu.
Questo articolo nasce dalla collaborazione tra Accademia di Musica Sarda e Strumenti&Musica Magazine.
BIBLIOGRAFIA
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PUDDU, Valentina, L’utilizzo di gusci di Charonia lampas come strumento sonoro nella Preistoria e nella Protostoria della Sardegna: una indagine archeologica ed etnografica, in “Rivista di Scienze Preistoriche”, anno LXV, Firenze, 2015.
SPANU, Gian Nicola (a cura di), Sonos. Strumenti della musica popolare sarda, Nuoro, Ilisso,1994.
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