Uno dei capitoli più interessanti, a mio avviso, è quello dedicato alla regia, all’eterno dibattito (per dirla con un eufemismo) tra i sostenitori della tradizione e quelli dell’innovazione. Alberto Mattioli, con semplice verità, ci ricorda che “«tradizione» è quello che ogni epoca ha cristallizzato come il modo «giusto» di fare teatro e che l’epoca successiva, ovviamente, ha sempre rimesso in discussione. Non esiste un modo «giusto» in assoluto di mettere in scena (o cantare, o dirigere) Mozart o Rossini, Verdi o Wagner, nemmeno la loro volontà, espressa o più probabilmente presunta. Esiste il modo «giusto» che un periodo storico ha di mettere in scena (e di dirigere, e di cantare) i capolavori che ha ricevuto”.
Un capitolo altrettanto interessante è quello in cui si discorre dei cantanti e dei loro esegeti. Il pubblico del melodramma, ci spiega Mattioli, si divide tra chi considera le voci le attrazioni numero uno (se non le uniche); chi è consapevole di quanto il teatro musicale sia il frutto del convergere di tutte le arti (canto, musica, testo, regia, scenografia, ecc.); e chi – estrema minoranza – le considera “un male necessario”, se non, addirittura, una calamità. Tra le righe di questo tema, Mattioli tratteggia il ritratto del nostro più autorevole “vociologo”, Rodolfo Celletti, facendone emergere la singolare figura, anche attraverso il ricordo di un episodio autobiografico, quando, giovanissimo collaboratore della “Gazzetta di Modena” fu destinatario di “qualche parola cortese e addirittura mi stette ad ascoltare, senza manifestare irritazione o, peggio, noia, per le sciocchezze che sicuramente dissi”.
Dubito che Alberto Mattioli, pur giovanissimo, abbia potuto proferire sciocchezze. Le pagine del suo libro trasudano una conoscenza del tema profondamente radicata nel tempo ed esprimono una vivace dichiarazione d’amore per il melodramma, per la sua capacità di appassionare, per la potenza con la quale sa parlare all’emotività e alla razionalità di tutti e di tutte le epoche.
Alberto Mattioli è nato a Modena nel 1969. È giornalista, esperto d’opera e ha collaborato con molti teatri e riviste italiani e internazionali. Oltre a numerosi saggi, ha scritto anche tre libretti d’opera. Pazzo per l’opera è il suo quarto libro.
Alberto Mattioli, Pazzo per l’opera. Istruzioni per l’abuso del melodramma
Editore: Garzanti, Milano
Anno di edizione: 2020
Pagine: 216, rilegato, € 16,00
(Foto Marianna Zampieri)