“QUANDO IL VENTO APPENA SOFFIAVA”
Il Fado, Lisbona, la letteratura
(terza parte)
“Per il tuo libero pensiero
Lontano ti hanno rinchiuso,
Così lontano che il pensiero
Non riesce a raggiungerti.
E soltanto senti il vento,
E soltanto senti il mare.
Ti hanno portato via, era già notte:
L’oscurità tutto copriva.
È stato di notte, in una notte
Di tutte la più fosca.
È stato di notte, è stato di notte,
E mai più si è fatto giorno.
Ahi, di quella notte il veleno
Persiste nell’avvelenarmi,
Sento soltanto il silenzio
Che è rimasto al posto tuo.
Almeno senti il vento!
Almeno senti il mare.
L’unico atto di coraggio che Amália non osa compiere è quello di far trasporre in musica i versi di Fernando Pessoa perché secondo lei non è cantabile: “quello che mi fa diventare matta è che non sono capace di mettere Fernando Pessoa nel fado. Mi piace molto Fernando Pessoa, ma non si può cantare”. Eppure, c’è da credere che a lui, se fosse stato vivo, non sarebbe affatto dispiaciuto visto quel che scrive del fado nel 1929: “Il fado non è né allegro né triste, è la stanchezza dell’anima forte, l’occhiata di disprezzo del Portogallo a quel Dio cui ha creduto e che poi l’ha abbandonato”, […] una musica che nacque “in un intervallo nel quale l’anima non esisteva e desiderava tutto senza aver la forza di desiderarlo”.
I venti del rinnovamento fadista non si limitano all’azione intrapresa da Amália Rodrigues. A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, un altro importante interprete, Carlos do Carmo, adotta i versi di poeti eruditi come José Carlos Ary dos Santos e impiega grandi orchestre o combo i cui arrangiamenti avvicinano il fado al music-hall dell’epoca o al jazz.
Carlos do Carmo continua, imperterrito, la propria battaglia. Il suo impegno antifascista è inattaccabile e gli permette di continuare a sperimentare nuove vie del fado senza rischiare – come capita (ingiustamente) ad Amália Rodrigues – di essere accusato di connivenza col vecchio regime. Alla trasposizione in musica di poesie di Ary dos Santos, segue quella dei versi di Joaquim Pessoa e di Manuel Alegre, tutti noti come progressisti. Gli esiti positivi del lavoro di do Carmo si manifesteranno qualche anno dopo, quando sarà possibile riscattare il fado, affrancato, finalmente, da tratti politici di qualsiasi segno.
Nel 1986, il cantante osa quel che Amália Rodrigues non aveva mai osato: nell’album Mais do que Amor È Amar, tra gli autori portoghesi dell’800 e del ’900, i cui versi adatta a dieci brani musicali tradizionali, spicca Fernando Pessoa.
O mare salato, quanto del tuo sale
Lacrime sono della nostra gente!
Solcammo le tue onde. Quante madri,
Da allora in pianti si sciolsero e quanti
Figli invano pregarono il Cielo!
Quante donne non ebbero marito
Perché tu fossi nostro, o mar ignoto!
Valse la pena? Se l’anima è grande
Tutto quel che si fa vale la pena.
Chi vuole Bojador oltrepassare
Oltre la sofferenza deve andare.
Dio ha dato al mare l’abisso e la minaccia
Ma è lì, nel mare, che ha rispecchiato il cielo.
Nello stesso Mais do que Amor È Amar, Carlos do Carmo canta altri poeti trasposti in musica: Bocage (Á Memória De Anarda), Teixeira-de Pascoaes (Elegia Do Amor), Homem de Melo (Aquela Praia Ignorada), Carlos de Oliveira (Carta A Ângela) e, infine, José Saramago (Aprendamos O Rito).
“Non voglio cantare amori,
Gli amori sono passi perduti.
Sono freddi raggi solari,
Verdi artigli dei sensi”[5].
o lo si è perduto per sempre:
“Memoria del mio bene, reciso in fiore
Per ordine dei miei tristi e avversi Fati,
Lasciatemi riposare con i miei pensieri
Nell’inquietudine dei miei amori”[6].
Il percorso di rinnovamento poetico-musicale del fado da parte di do Carmo non si ferma. Dieci anni dopo Mais do que Amor È Amar, incide Margens, con poesie di António Lobo Antunes, un autore contemporaneo (nato nel 1942), che mette «al servizio» della letteratura la propria formazione da psichiatra.
La ricerca di Amália Rodrigues e di Carlos do Carmo conferma quanto asserito all’inizio di questo breve viaggio tra fado e letteratura, a proposito della poesia e della canzone che si fondono e si confondono. “Dalla letteratura al canto, dalla musica alla parola il cammino è sempre breve, prossimo come un passo sul punto di compiersi. Fado e letteratura, nello spazio del secolo appena concluso, si ritrovano, quasi specularmente, a ricercare o rendere contemporanea l’antica comune esperienza di poesia come canto e del canto come ritmo e cadenza, variazione ed esperienza della parola; il canto-poesia dell’accadere, del narrare la vita e il suo segreto secondo una ragione musicale, della musica che è, come scrive Borges, «misteriosa forma del tempo»”[7]. E se per Shakespeare “Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”[8], il fado, per Pessoa, “è fatto della stoffa del tempo”.
NOTE
[1] Rui Vieira Nery, Il fado. Storia e cultura della canzone portoghese, Roma, Donzelli Editore, 2006.
[2] António Osório, A mitologia fadista, Lisboa, Livros Horizonte, 1974, pp. 103-105.
[3] http://www.treccani.it/enciclopedia/jose-saramago/
[4] Eduardo Lourenço, Il labirinto della saudade. Portogallo come destino, Parma, Diabasis, 2006, p. 92.
[5] Augustina Bessa-Luis, Artigli dei sensi, Poesia trasposta in fado dalla cantante Mísia
[6] Luís de Camões, Memoria del mio bene. Poesia trasposta in fado dalla cantante Cristina Branco.
[7] Vincenzo Arsillo, L’intima distanza: una nota su fado e letteratura, in Rui Vieira Nery, op. cit., p. 281.
[8] William Shakespeare, La Tempesta, Atto IV.
[9] E. Lourenço, op. cit.
PER APPROFONDIRE
BIBLIOGRAFIA
BECHELLONI, Barbara, Fascino lusitano. Identità e cultura nella società della comunicazione portoghese, Roma, Zines, 2009.
GIANNOTTI, P., PIVATO, S., Il Portogallo dalla prima alla seconda Repubblica, Urbino, Argalia, 1979.
MIRANDA, Miranda, Il Portogallo è un’isola. Taccuino d’appunti per una guida sentimentale tra Lisbona e Coimbra, Monghidoro (BO), Con-Fine Edizioni, 2011.
PESSOA, Fernando, Lisbona, Torino, Einaudi, 2016.
PESSOA, Fernando, Pagine esoteriche, Milano, Adelphi, 1997.
PESSOA, Fernando, Una sola moltitudine, 2 voll., Milano, Adelphi, 1997.
SACCO, Marcello, Salazar. Ascesa e caduta di un dittatore «tecnico», Lecce, Besa, 2014.
SARAMAGO, José, Cecità, Milano, Feltrinelli, 2013.
SARAMAGO, José, Le piccole memorie, Milano, Feltrinelli, 2015.
SERAPIGLIA, Daniele, La via portoghese al corporativismo, Roma, Carocci, 2011.
TAVARES PIMENTA, Fernando, Storia politica del Portogallo contemporaneo (1800-2000), Milano, Mondadori Education, 2011.
LINK AUDIOVISIVI
https://www.youtube.com/watch?v=oiMC6DLMzzw
http://www.raistoria.rai.it/articoli/salazar-e-la-rivoluzione-dei-garofani/33116/default.aspx